Nel ventennale della morte ricordiamo l’opera e la figura di Mario Soldati. Lo fa una giovane studiosa, Elisa Amadori, con un suo saggio che, partendo dal romanzo Lo smeraldo, del 1974, investiga sull’intera produzione dello scrittore torinese che l’Autrice, senza esitazione, definisce “padre” della letteratura distopica italiana. Infatti, solo dopo i suoi romanzi, e in particolare dopo Lo Smeraldo sarebbero venuti in Italia i romanzi distopici di Buzzati, Cassola, Morselli, Volponi. «Il filone in questione germina nel novecento con l’affermarsi della storia dei regimi totalitari, con la realtà che va a legittimare e incrementare la fiction letteraria» spiega Elisa Amadori, quasi la realtà offrisse su un piatto d’argento gli elementi che avrebbero dato vita a Dissipatio H.G. di Morselli o a Corporale di Volponi o alla Trilogia atomica di Cassola...
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