Il diario di Andrea Gagliardo, che nel 1847 partecipò alla corsa dell’oro

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08/07/2020, ore 11:59

Potrebbe diventare un best-seller il “Diario” di Andrea Gagliardo, uscito alla fine di giugno con le Edizioni Oltre e del quale inizia sabato 11 luglio un ciclo di presentazioni in varie località del Tigullio. Vi si narra infatti la vita di un personaggio singolare, un’avventura iniziata nel 1847 all’età di tredici anni nelle vie di Boston a suonare l’organetto e intessuta di avvenimenti in parte comuni a tanti altri emigranti e in parte straordinari, come lo fu la partecipazione alla “corsa all’oro” lungo il fiume Frazer nella Columbia Britannica, raggiunto – come narra – “su una barchetta a remi dopo sette giorni di privazioni indescrivibili, suferti dalla fame e dalla sete e il pericolo di essere caturati da gli Indiani”.
La trascrizione dell’interessante manoscritto, contenuto in circa seicento pagine di un grosso registro formato protocollo, è stata opera di Claudia Vaccarezza, dottore di ricerca in Geografia e docente di scienze naturali, che ha fatto precedere il testo da un ampio esame dei vari temi che il “Diario” propone, dai viaggi alla vita familiare, dalle risorse ambientali ai cicli agrari e persino alla meteorologia, perché giorno dopo giorno Andrea Gagliardo annota le condizioni del tempo e del cielo e le descrive in modo colorito, talvolta con vocaboli dialettali italianizzati, come quando dice del “vento mainasso”, del “venticiollo di sanmartino” o delle “nuvole sparse immensamente per il firmamento”.
Da questo “Diario”, scoperto nei primi anni ’80 da Renato Lagomarsino e ora conservato nella Biblioteca del Lascito Cuneo, sono state ricavate due tesi di laurea, ne hanno scritto studiosi come Adele Maiello, Antonio Gibelli, Marco Porcella e Lorenzo Coveri, ma da Claudia Vaccarezza per la prima volta vengono presi in considerazione in maniera approfondita anche gli aspetti che vanno al di là dell’emigrazione: la vita quotidiana, i rapporti con la comunità dove Andrea è tornato a vivere al ritorno dall’America, i lavori svolti per coltivare i campi e per conservare in ordine i terreni, i saltuari viaggi da Cian de Dria (Camposasco di San Colombano Certenoli) a Chiavari o alla posta per ritirare i giornali che si faceva arrivare dalla California.
La presentazione di sabato 11 sarà fatta a Calvari a cura del Centro Culturale del Lascito Cuneo in collaborazione con la Società Economica di Chiavari. Avrà inizio alle ore 17,30 e si svolgerà in Piazzale San Lorenzo, dove lo spazio consente il rispetto del “distanziamento”. L’argomento sarà trattato da Renato Lagomarsino, Claudia Vaccarezza e Getto Viarengo. Con l’occasione sarà possibile ascoltare le note di un raro “organetto” ottocentesco messo a disposizione da Andrea Migliaro. Uno strumento molto probabilmente simile a quello che l’allora tredicenne Andrea Gagliardo suonava nel 1847 per le vie di Boston.
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