Matto da morire

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29/12/2021, ore 05:51

28 agosto, festa di Sant’Ermete. Il tramonto dell’estate è celebrato da una baldoria collettiva nella città di Pietrasanta, in Versilia. Di solito tutti gli abitanti fremono per partecipare alla celebrazione del santo che comincia dalla mattina con le bancarelle, prosegue al pomeriggio con le attività dedicate ai più piccoli e prosegue fino a tarda notte. Non quest’anno, però. Enrico Mesiani, robusto tagliatore di marmo, esce dal bar del paese dopo avere bevuto qualche bicchiere di troppo. La piazza, poco distante dal palazzo che quattro secoli prima ha ospitato Michelangelo, è occupata da molte sedie di plastica per via della festa imminente. Su una di esse è seduto in bilico Paolino, il “grullo” del paese, che ha allestito un teatrino ambulante di marionette per intrattenere i bambini. Come mai quella posizione sulla sedia così strana? Si sente male o si è addormentato? Quando il tagliatore di marmo si avvicina si rende conto che Paolino è morto. Due macchie di sangue segnano la maglietta del burattinaio, segno di due colpi di arma da fuoco. Paolino il matto, Paolino lo strano ma buono come una pasta a detta di tutti. Chi mai potrebbe volerlo morto? Ogni tanto aveva sì degli scatti d’ira, ma sempre brevissimi e mai violenti contro nessuno. Viene mandato a indagare sul posto Nicola Stauder, cinquantacinque anni, colonnello dei carabinieri del Comando Generale di Roma e specialista nel risolvere delitti che le forze locali trovano impossibili da sbrogliare...

Pier Mario Fasanotti è un giornalista che collabora con ANSA, “La Stampa” e “Panorama”. Per quanto riguarda la scrittura creativa si è già cimentato nella poesia con quattro raccolte che gli sono valse il Premio Viareggio, con tre libri sui grandi casi giudiziari italiani del dopoguerra, con la biografia di Salvador Dalì, con quattro testi teatrali e con una ventina di racconti per ragazzi. Questo romanzo ambientato in Versilia spazia dal noir al thriller ed è un’ulteriore prova dello stile eclettico del suo autore. La narrazione, benché tratti di un omicidio, è scanzonata e a tratti ironica, caratteristiche tipiche delle città toscane di provincia a ben vedere. Il protagonista Nicola Stauder poi è carismatico e ben tratteggiato. Con questo suo fare guascone e la sua perspicacia nelle investigazioni fa cadere ai suoi piedi vedove di paese e suscita la bonaria invidia dei colleghi romani un po’ accidiosi. Un’ottima prova questa di Fasanotti e del suo colonnello dei carabinieri di cui vorremmo sentir parlare ancora presto.


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