Ci sono dei luoghi del cuore, posti in cui ritroviamo le nostre radici, le emozioni della nostra infanzia; luoghi in cui la nostra anima riscopre tutta la sua essenza. Questo è per Ilaria Guidantoni la “sua” Firenze; nata nella città culla del Rinascimento italiano, ma strappata troppo presto dal luogo natio, divisa, oggi, tra Roma e Milano, ma troppo spesso in viaggio, per lavoro, nel Mediterraneo. Giornalista e scrittrice, Ilaria Guidantoni si occupa principalmente di Mediterraneo e cultura araba, di multiculturalismo e del dialogo interreligioso; tutte tematiche, queste, di strettissima attualità, tutte tematiche che la portano a viaggiare continuamente nel Mediterraneo, allontanandola troppo spesso dai suoi affetti. E, forse, con questo libro, “Viaggio di ritorno – Firenze si racconta”, appena pubblicato per Oltre Edizioni, Ilaria Guidantoni si riconcilia con se stessa e con quella parte della sua vita che troppo presto è stata costretta ad abbandonare, riscoprendo e rivivendo la “sua” Firenze. Un viaggio simbolico, questo, che nasce da una forte richiesta: “Mi è stato chiesto, suggerito a dire il vero– ci rivela la Guidantoni – Questa sollecitazione è stata uno stimolo di riflessione e mi sono detta che dovevo, in qualche modo, un tributo alla mia culla dalla quale mi sono allontanata per vicende familiari e con molto dolore, ma alla quale devo molto e che poi ho in qualche modo trascurato. Dopo tanto peregrinare tra il Nord e il Mediterraneo ho avvertito la necessità di fermarmi e riprendere le fila del mio cammino, per studiare e approfondire quello che avevo vissuto, passando dalle emozioni”. Una esigenza, la sua, che nasce da un bisogno dell’animo, da un desiderio di riconciliarsi con se stessa e con il suo passato, ma soprattutto, è anche un tributo ad una figura alla qualeIlaria Guidantoni è particolarmente legata; “la fonte di ispirazione è stata mia nonna materna – rivela la giornalista fiorentina – che mi ha insegnato l’arte del narrare, il valore della tradizione orale e della memoria che passa attraverso le esperienze registrate sulla pelle. E’ grazie a lei che ho potuto recuperare la Firenze che non ho conosciuto direttamente ma che ha fatto parte della mia formazione perché si è incisa nella storia della mia famiglia. Ho così cercato di raccontare con degli assaggi un secolo di storia, l’ultimo, con porte che si aprono sul passato lontano e sul futuro e finestre affacciate su scorci che non fossero i soliti noti”. Perché, questo è il tema centrale di questo meraviglioso racconto: un cammino lungo un secolo, alla riscoperta di Firenze, mescolando ricordi e storie, intrecciando fatti storici e racconti, “un percorso musicale, letterario e soprattutto gastronomico, tra cibi caratteristici, luoghi d’incontro e l’immancabile mercato centrale; oltre che le feste e le ricorrenze per una filologia emozionale” tutta da vivere. Un viaggio che ha inizio con la nascita di Vasco Pratolini, e che ripercorre le vicende che hanno visto Firenze protagonista, anche se un po’ in disparte, di un secolo, per ritrovarla, oggi, nuovamente al centro della scena nazionale. Una Firenze che ha vissuto mutamenti, cambiamenti, che ha subito, forse eccessivamente, il fascino di un passato glorioso ed unico, e per questo ha faticato a trovare nuovi spazi, in cui emergere. “Non ho mai perso di vista la mia città – rivela Ilaria Guidantoni – anche se sono tornata a viverla più da vicino proprio grazie alla preparazione di questo libro e certamente mi ha giovato prendere la distanza non solo in un confronto campanilistico, tutto italiano, con Milano e Roma, che sono le città nelle quali rispettivamente ho studiato e risiedo e dove divido la maggior parte del mio tempo, ma di più ampio respiro con il Mediterraneo, per capire quanto la città medicea faccia parte dell’immaginario collettivo internazionale, da chi e perché sia più amata. Sicuramente negli ultimi anni Firenze ha cambiato marcia. Negli ultimi tempi finalmente ha ripreso a respirare con il desiderio di un’apertura perso da troppo tempo, cessando di essere solo una città dalla cultura cristallizzata nel passato per diventare scoperta di luoghi nuovi o riscoperta in modo nuovo”. Perché Firenze è stata la culla della civiltà rinascimentale, la mamma della nostra lingua, patria di geni dell’arte, della cultura, della letteratura, della politica; il crocevia di un mondo nuovo che stava nascendo, al centro del palcoscenico, nazionale ed internazionale, e lo è rimasta finché è divenuta, per un breve periodo, Capitale del neonato Stato italiano. Dopodiché sembra essersi chiusa in se stessa, quasi a vivere con lo sguardo rivolto al suo passato, piuttosto che puntare a nuovi orizzonti, quasi beandosi di rimirarsi allo specchio, invece che mettersi in cammino alla ricerca di nuove mete. “Certamente – afferma la giornalista fiorentina – anche se è una contraddizione, nel senso che guardando al passato dovrebbe recuperare il senso del fiorentino come cittadino del mondo, la storia ha un peso così determinante ma allo stesso tempo ha perso il dialogo con l’esterno che solo di recente ha saputo recuperare. In questo atteggiamento rispetto al passato ha inciso a mio parere anche la presenza importante, vitale e talora ingombrante, del turismo che ha Firenze, che cerca il passato più che il presente, mantenendo viva la tradizione ma imbrigliando la voglia di nuovo”. E nella “sua” Firenze, Ilaria Guidantoni ritrova una parte di se stessa, un pezzetto della sua vita, riscopre l’essenza della sua anima; “la mia madeleine fiorentina è soprattutto il suo fiume con la sua corona di colline, così prossime, che sono quello che il mare rappresenta per chi è nato sulla costa. E’ soprattutto l’autunno, la mia stagione preferita, che Costa San Giorgio diviene la meta delle mie passeggiate. Non manco mai di tornare al Mercato Centrale, il luogo più francese di Firenze, e i luoghi più appartati come la Chiesa del Limbo, un vero gioiello; ma soprattutto desidero scoprire luoghi mai visti che rendano Firenze per me contemporanea e non solo uno scrigno di ricordi, come ad esempio Le Murate, ex carcere femminile recuperato dal Comune e oggi spazio multifunzionale, piazza di incontro con un caffè letterario”. E così, “Viaggio di ritorno – Firenze si racconta”, diviene un prezioso racconto per chi ha voglia di scoprire o riscoprire tutta la bellezza della città medicea, ma, allo steso tempo, è il curioso “viaggio di ritorno, dopo essersi ‘persa’ nel Mediterraneo” della scrittrice fiorentina, e attraverso gli occhi di Ilaria, possiamo incontrare una Firenze forse più vera e più viva, la “sua” Firenze.
Manuela Pacelli
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