Nello Rossi, Cartoline a Ponzone. Immagini ieratiche e immagini ottiche. Riflessioni di un allievo di Ando Gilardi sulla rivoluzione dell’immagine fotografica

Segnalazioni

15/06/2023, ore 06:51

«Bisognerebbe allora avere il coraggio di rovesciare il tavolo di lavoro, come fece con irriverenza senza eredi quel guastafeste di Ando Gilardi con la sua storia sociale della fotografia, relegare sullo sfondo i “grandi nomi” sopravvalutati e ripartire da una storia degli usi di massa, degli scambi, degli investimenti sociali ed emotivi che la fotografia continua a veicolare. Servono storici del presente per capire la gigantesca condivisione planetaria in corso su Internet, vera rivoluzione nella civiltà delle immagini. Se non riusciremo a metterlo in prospettiva critica, questo flusso di immagini senza qualità ci travolgerà col suo illusorio eterno presente»

Nello Rossi: “Così scriveva Michele Smargiassi su Repubblica del 29 dicembre 2010, e io non vorrei sconfessare per nessuna ragione al mondo questo bellissimo apprezzamento dell’ancora non del tutto capito enorme lavoro “irriverente” di Ando Gilardi, ma solo aggiungere che un piccolo, ma per me enorme, lascito ereditario io l’ho ricevuto dal “fotografo” di Arquata Scrivia. Non esiste uno studio che si occupi del nuovo sguardo con cui la scoperta dell’immagine fotografica ha costretto a guardare, più o meno consapevolmente, le immagini religiose, che, a datare dal quarto secolo, hanno per secoli quasi monopolizzato la “storia dell’arte”, che sarebbe più opportuno chiamare “storia delle immagini”.

“Il saggio “Cartoline a Ponzone” presenta le riflessioni sulle immagini, manuali e fotografiche, di Nello Rossi, un collaboratore di “Phototeca”, il prestigioso periodico creato da Ando Gilardi e Roberta Clerici. La scoperta della fotografia ha provocato nella storia delle immagini – iniziata circa quarantamila anni fa, quando l’uomo ha preso coscienza che l’impronta naturale e involontaria del suo piede nel fango sarebbe potuta diventare artificiale e volontaria – una ancora incompresa rivoluzione: nel saggio sono raccolti numerosi esempi di come la Fotografia ci ha costretto a guardare con uno sguardo nuovo le immagini che visualizzano, da milleseicento anni, la religione cristiana. Per sua natura, per la capacità insuperabile di riprodurre fedelmente la realtà, la Fotografia è un’immagine laica: è all’immagine manuale che è stato affidato il compito, da quando si sono sviluppate le civiltà stanziali, di rappresentare il potere religioso e politico. Due volumi racchiusi e venduti in cofanetto.
“In questo saggio sono presentate 566 “Cartoline a Ponzone”, quelle che – delle 1303 pubblicate dal 25 novembre 2012 al 22 marzo 2021 su Anch’io offro la mia bacheca ad Ando Gilardi, la bacheca creata quando il “fotografo di Arquata Scrivia”, come mi piace affettuosamente chiamarlo, era stato “bannato” per la seconda volta dagli insulsi censori di Facebook – si occupano del rapporto fra le immagini della religione cristiana, in particolare quella cattolica (e, marginalmente, anche di altre religioni ) e la fotografia. La tesi sostenuta, che si sviluppa nel corso del tempo arricchendosi di numerosi esempi che la convalidano, è che la scoperta dell’immagine ottica ci obbliga, se davvero ci si rende conto della sua rivoluzionaria eziologia, a rivedere da un nuovo punto di vista quarantamila anni di storia delle immagini. La Fotografia è infatti un’immagine tanto facile da prelevare quanto difficile da capire. È così che si spiega la curiosa ambiguità con cui fu accolta dalle autorità ecclesiastiche: si va da un papa entusiasta che la definisce, in un componimento in latino, «novum monstrum», ultima meraviglia, all’obbligo, per i sudditi del Vaticano, di dover chiedere l’autorizzazione a usare l’apparecchio fotografico, e alla minaccia di pene severe, che contemplavano anche il carcere, per il suo uso “improprio”, vale a dire il prelievo di immagini del “diavolo nudo”, del corpo della donna, ritenuto, a parole, un seduttivo inganno capace di dannare l’anima della creatura fatta a immagine di Dio, ma, in concreto, un pericoloso avversario, un temibile concorrente”.


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