Città della Spezia di giovedì 11 giugno 2020
Sugli scaffali un libro che racconta il legame tra il maestro macchiaiolo e la località delle Cinque Terre
Cinque Terre - Val di Vara - Erano gli anni in cui si faceva l'Italia quelli in cui Telemaco Signorini (1835-1901), uno dei massimi rappresentati dei Macchiaioli, scoprì, per giunta fortuitamente, Riomaggiore. E a quel folgorante incontro del 1860 seguirono diversi ritorni, di cui l'artista fiorentino ha lasciato traccia nei suoi diari e disegni. Che sono la carne di Riomaggiore – I diari, i disegni (Topffer, 130 pagine), nuova uscita di questo giugno che racchiude, appunto, testi e illustrazioni riomaggioresi di Telemaco Signorini. “Il ritratto, oltre il paesaggio – spiegano dalla casa editrice -, fu il suo centro di interesse, e le trascrizioni dei nomi e dei soprannomi degli effigiati sono la testimonianza del suo sguardo oggettivo, ma sono anche il segno del desiderio di fissare la memoria di quei volti per sé, per i legami profondi intessuti con loro, in parallelo all’esigenza di scrivere il diario dei suoi giorni a Riomaggiore che viene riproposto insieme all’apparato disegnativo che ne costituisce il prezioso contrappunto.Forse nessun paese ha avuto una cronaca visiva così documentata tanto nelle caratteristiche delle persone quanto dei luoghi”. E tra le pagine compaiono anche due schizzi a matita che raffigurano due personaggi del borgo, Adamo e Girumina dei Purin (nell'immagine), ritrovati per caso nel 2019 negli archivi comunali. “Se ne parlava da anni di quei due disegni donati dalla famiglia del pittore fiorentino alla comunità di Riomaggiore, ma nessuno si ricordava di averli visti, facendo pensare ad una leggenda”, afferma il sindaco Fabrizia Pecunia nel suo contributo in apertura di libro, a cui fa seguito la prefazione della storica dell'arte Marzia Ratti.
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