Classtravel di domenica 1 novembre 2020
di Tina Bottani
Un libro capace di sorprendere, di lasciarti sul filo della tensione per poi sorridere svelando soluzioni geniali. Sono i racconti che Mino Milani, uno dei più noti scrittori del nostro tempo, pubblicò dal 64 al 77 sulla Domenica del Corriere. Gommaro’ edizioni li ha raccolti in questo godibilissimo volume, “La realtà romanzesca”. Con una tecnica narrativa che risente della sua esperienza da fumettista, quasi cinematografica, Milani ci mette davanti agli occhi, pagina dopo pagina, carrellate di inquadrature. Dipinge scene usando la parola come un pittore userebbe un pennello: leggere questo libro è come passseggiare in una galleria di arte, soffermarsi davanti ad ogni quadro, entrare nel mondo della tela, guardare in faccia i personaggi, camminare nelle loro strade, nelle loro stanze. Questo libro è un viaggio tra mondi, consigliato dalla nostra redazione.
Gianni Rodari ha scritto che Mino Milani «non è un romanziere di una volta, ma uno scrittore d’oggi, contemporaneo del cinematografo e della televisione: due invenzioni con le quali ha fatto da un pezzo i suoi conti». E infatti la singolarità di Milani sta proprio nella commistione di generi che si incrociano nelle sue pagine, tutte pennellate con uno stile scattante e rapidi tratti che delineano psicologie ed emozioni. Nelle sue storie, tratte da eposodi realmente accaduti, l’uomo si trova al destino che, per quanto drammatico, offre pur sempre una salvezza. E cosi alla suspence che ci ha tenuto inchiodati per qualche pagina subentra, nel finale, un rasserenante sorriso.
Scrive Milani al termine del racconto “Una fila più avanti”: “Cos’è la vita, infine? Uno spinterogeno che non funziona. Un sedile invece di un altro. Uno sportello. Una fila di comode, confortevoli soffici poltrone. La morte è alla fila più avanti” .
Gianni Rodari ha scritto che Mino Milani «non è un romanziere di una volta, ma uno scrittore d’oggi, contemporaneo del cinematografo e della televisione: due invenzioni con le quali ha fatto da un pezzo i suoi conti». E infatti la singolarità di Milani sta proprio nella commistione di generi che si incrociano nelle sue pagine, tutte pennellate con uno stile scattante e rapidi tratti che delineano psicologie ed emozioni. Nelle sue storie, tratte da eposodi realmente accaduti, l’uomo si trova al destino che, per quanto drammatico, offre pur sempre una salvezza. E cosi alla suspence che ci ha tenuto inchiodati per qualche pagina subentra, nel finale, un rasserenante sorriso.
Scrive Milani al termine del racconto “Una fila più avanti”: “Cos’è la vita, infine? Uno spinterogeno che non funziona. Un sedile invece di un altro. Uno sportello. Una fila di comode, confortevoli soffici poltrone. La morte è alla fila più avanti” .
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