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Il jazz nelle sue parole più chiare
Il Giornale Off di mercoledì 11 novembre 2020


di Silvia Castellani
Un libro che è musica per la mente e il cuore. L’ultimo lavoro del poeta e critico letterario Nicola Vacca intitolato Arrivano parole dal jazz appena uscito per Oltre edizioni (pagg. 94, euro 14), trasporta il lettore in un mondo incandescente e insieme malinconico, quello del jazz, dove i grandi protagonisti di questo genere musicale fanno capolino tra i versi che si sciolgono in note di fuoco. Perché la passione, che trasuda dalle pagine dense di ritmo e meraviglia, è tanto accesa che il lettore non può non innamorarsi di queste poesie, autentico omaggio e racconto di una musica che ha attraversato storie individuali divenute patrimonio collettivo marcando la formazione di tantissimi di noi. Così “Quando Lee si mette in bocca la tromba/ il cuore si spacca” e ancora “Bird strozzava le note/con tutta l’amarezza che aveva in corpo”; come non ricordare poi Sarah Vaughan che “con la sua estensione/ canta oltre l’umano” e Billie Holiday la cui arte ancora intatta sui vinili “splende con il suo carico di malinconia”. La musica è viva come viva è la poesia di Nicola Vacca che in questo libro accompagna il lettore in un universo altro dove la musica è dappertutto e l’anima ne risulta letteralmente invasa. Emozioni che difficilmente si possono restituire con queste parole di commento. Ma la poesia invece può, restituirci impressioni lontane, eppure così presenti, mentre le pagine si susseguono e vorresti ce ne fossero ancora. Il libro si presenta suddiviso in quattro sezioni: Le bocche d’oro del jazz (ritratti di alcuni tra i più grandi musicisti, i “fiati”, da Miles Davis a Clifford Brown passando per Chet Baker e altri), Donne che cantano il jazz (dedicata alle più belle voci femminili del jazz, da Nina Simone a Sarah Vaughan, a Billie Holliday), Le grandi mani del jazz (Duke Ellington, Count Basie, Michel Petrucciani, giusto per citarne alcuni) e infine Perché amo il jazz, la quarta sezione che racchiude poesie sul jazz e i suoi effetti sulla scrittura dell’autore che scrive: “il jazz nei giorni di pioggia/ lo sento addosso/ e mi scava dentro come l’amarezza/di un pensiero che vuole la sua ansia”. Scrive nella prefazione Vittorino Curci: “Per Nicola il jazz è essenzialmente malinconia, un sentimento ineffabile, una epochè dell’anima davanti all’incommensurabile mistero del nostro essere ‘gettati nel mondo’, per dirla con Heidegger. Nella malinconia di un giorno di pioggia, in uno stato di sospensione del tempo, quando ‘tutto scorre e niente si afferra’, il jazz dice le sue parole più chiare, racconta la sua vera storia.” Ed ecco allora Arrivano parole dal jazz, parole che sanno di rara bellezza. Il libro è impreziosito dai disegni di Alfonso Avagliano che ha colto i jazzisti citati dal poeta in versione minimal, soffermandosi sulle loro posture leggendarie. Di Alfonso Avagliano anche la copertina.


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Un libro che è musica per la mente e il cuore. L’ultimo lavoro del poeta e critico letterario Nicola Vacca intitolato Arrivano parole dal jazz appena uscito per Oltre edizioni (pagg. 94, euro 14), trasporta il lettore in un mondo incandescente e insieme malinconico, quello del jazz, dove i grandi protagonisti di questo genere musicale fanno capolino tra i versi che si sciolgono in note di fuoco. Perché la passione, che trasuda dalle pagine dense di ritmo e meraviglia, è tanto accesa che il lettore non può non innamorarsi di queste poesie, autentico omaggio e racconto di una musica che ha attraversato storie individuali divenute patrimonio collettivo marcando la formazione di tantissimi di noi. Così “Quando Lee si mette in bocca la tromba/ il cuore si spacca” e ancora “Bird strozzava le note/con tutta l’amarezza che aveva in corpo”; come non ricordare poi Sarah Vaughan che “con la sua estensione/ canta oltre l’umano” e Billie Holiday la cui arte ancora intatta sui vinili “splende con il suo carico di malinconia”. La musica è viva come viva è la poesia di Nicola Vacca che in questo libro accompagna il lettore in un universo altro dove la musica è dappertutto e l’anima ne risulta letteralmente invasa. Emozioni che difficilmente si possono restituire con queste parole di commento. Ma la poesia invece può, restituirci impressioni lontane, eppure così presenti, mentre le pagine si susseguono e vorresti ce ne fossero ancora. Il libro si presenta suddiviso in quattro sezioni: Le bocche d’oro del jazz (ritratti di alcuni tra i più grandi musicisti, i “fiati”, da Miles Davis a Clifford Brown passando per Chet Baker e altri), Donne che cantano il jazz (dedicata alle più belle voci femminili del jazz, da Nina Simone a Sarah Vaughan, a Billie Holliday), Le grandi mani del jazz (Duke Ellington, Count Basie, Michel Petrucciani, giusto per citarne alcuni) e infine Perché amo il jazz, la quarta sezione che racchiude poesie sul jazz e i suoi effetti sulla scrittura dell’autore che scrive: “il jazz nei giorni di pioggia/ lo sento addosso/ e mi scava dentro come l’amarezza/di un pensiero che vuole la sua ansia”. Scrive nella prefazione Vittorino Curci: “Per Nicola il jazz è essenzialmente malinconia, un sentimento ineffabile, una epochè dell’anima davanti all’incommensurabile mistero del nostro essere ‘gettati nel mondo’, per dirla con Heidegger. Nella malinconia di un giorno di pioggia, in uno stato di sospensione del tempo, quando ‘tutto scorre e niente si afferra’, il jazz dice le sue parole più chiare, racconta la sua vera storia.” Ed ecco allora Arrivano parole dal jazz, parole che sanno di rara bellezza. Il libro è impreziosito dai disegni di Alfonso Avagliano che ha colto i jazzisti citati dal poeta in versione minimal, soffermandosi sulle loro posture leggendarie. Di Alfonso Avagliano anche la copertina.


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