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Scadenzario minimo – Aljoša Curavić
Gli amanti dei libri di martedì 17 novembre 2020


di Nicola Vacca
Aljoša Curavić è un poeta istriano e adesso finalmente possiamo leggere i suoi versi. Nella Collezione di poesia di Oltre edizioni esce Scadenzario minimo, un volume che dà conto del suo lungo percorso nella poesia.
Un libro che si legge come un viaggio senza fine (che è anche il sottotitolo della raccolta) in cui il poeta dà conto ai lettori del suo cammino nel mondo delle parole.
Qui una scelta dei versi scritti dal 1980 al 2020. Quarant’anni di poesia per tenere viva una memoria in questo tempo di passaggio.
È la memoria il filo conduttore del poeta che si aggira dalle parti del contemporaneo cercando attraverso luoghi e persone gli indizi terrestri (per dirla con Marina Cvetaeva) per una ricerca esistenziale. Parigi, Firenze, Lisbona, Trieste e la sua amata Istria, Creta e altre latitudini per un viaggio in cerca di smarrimenti ma anche da un itinerario da seguire.
Il suo scadenzario poetico è intriso di ricordi e di nostalgia e ci troviamo immersi in una poesia di momenti introspettivi densi che scavano solchi nelle anime inquiete e errabonde.
Scadenzario minimo si legge come un viaggio perché la poesia è viaggiare nelle pieghe più intime di tutto.
Curavić scava, con le parole esplora il mondo da cittadino del mondo, i suoi versi ci portano a spasso nelle nostre fragilità e finiscono sempre per trovare le parole giuste per impiccarci all’esistenza.
« Aljoša Curavić non affronta il compito di disporre una catalogazione del vissuto o un ordine che soltanto metta in fila il tempo trascorso, sembra piuttosto essere mosso da un desiderio di scandagliare il senso degli eventi passati, dei pensieri, dei pensieri, degli affetti implicati, delle scelte e delle azioni capaci di arginare il caos, per dare forma a una continuità di vita in essere, in cui passato e presente possono annodare alcuni fili riconoscibili in questo viaggio senza fine, che terminerà appunto con la morte». Con puntualità rigorosa Gabriella Musetti nell’introduzione entra nel cuore della poesia di Curavić, un poeta che si fa amare già dalla prima lettura perché ha una lingua che ci appartiene e ci legge dentro, fino al midollo delle nostre sensazioni più intime.


leggi l'articolo integrale su Gli amanti dei libri
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Aljoša Curavić è un poeta istriano e adesso finalmente possiamo leggere i suoi versi. Nella Collezione di poesia di Oltre edizioni esce Scadenzario minimo, un volume che dà conto del suo lungo percorso nella poesia.
Un libro che si legge come un viaggio senza fine (che è anche il sottotitolo della raccolta) in cui il poeta dà conto ai lettori del suo cammino nel mondo delle parole.
Qui una scelta dei versi scritti dal 1980 al 2020. Quarant’anni di poesia per tenere viva una memoria in questo tempo di passaggio.
È la memoria il filo conduttore del poeta che si aggira dalle parti del contemporaneo cercando attraverso luoghi e persone gli indizi terrestri (per dirla con Marina Cvetaeva) per una ricerca esistenziale. Parigi, Firenze, Lisbona, Trieste e la sua amata Istria, Creta e altre latitudini per un viaggio in cerca di smarrimenti ma anche da un itinerario da seguire.
Il suo scadenzario poetico è intriso di ricordi e di nostalgia e ci troviamo immersi in una poesia di momenti introspettivi densi che scavano solchi nelle anime inquiete e errabonde.
Scadenzario minimo si legge come un viaggio perché la poesia è viaggiare nelle pieghe più intime di tutto.
Curavić scava, con le parole esplora il mondo da cittadino del mondo, i suoi versi ci portano a spasso nelle nostre fragilità e finiscono sempre per trovare le parole giuste per impiccarci all’esistenza.
« Aljoša Curavić non affronta il compito di disporre una catalogazione del vissuto o un ordine che soltanto metta in fila il tempo trascorso, sembra piuttosto essere mosso da un desiderio di scandagliare il senso degli eventi passati, dei pensieri, dei pensieri, degli affetti implicati, delle scelte e delle azioni capaci di arginare il caos, per dare forma a una continuità di vita in essere, in cui passato e presente possono annodare alcuni fili riconoscibili in questo viaggio senza fine, che terminerà appunto con la morte». Con puntualità rigorosa Gabriella Musetti nell’introduzione entra nel cuore della poesia di Curavić, un poeta che si fa amare già dalla prima lettura perché ha una lingua che ci appartiene e ci legge dentro, fino al midollo delle nostre sensazioni più intime.


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