CATALOGO      AUTORI      APPROFONDIMENTI      EVENTI      ARTE & ARTISTI      UNIVERSITÀ

Login (se sei già registrato) oppure Registrati
Oltre edizioni

Login (se sei già registrato) oppure Registrati
Oxford, di Giacomo Pirovano
Libri & Cultura di giovedì 21 gennaio 2021
Oxford è un piccolo scrigno di curiosità da sfogliare in una manciata di ore e racchiude piccoli aneddoti vissuti da uno studente italiano che ha la fortuna di conseguire un...

Oxford è un piccolo scrigno di curiosità da sfogliare in una manciata di ore e racchiude piccoli aneddoti vissuti da uno studente italiano che ha la fortuna di conseguire un dottorato di ricerca in una delle più prestigiose Università del mondo. Sfogliando le pagine del libro infatti, è possibile scoprire i piccoli tesori che si nascondono tra le antiche mura dei vari collegi di Oxford, ma anche pub, osterie e attività caratteristiche di varie nazionalità, accuratamente descritte e caldamente raccomandate dall'autore del libro, che per ben quattro anni, ha potuto apprezzare le abitudini e lo stile di vita che si consumano tra le vie che circondano i collegi inglesi. L'ambientazione è sicuramente molto suggestiva e richiama subito lo stile inconfondibile che siamo abituati a riconoscere guardando i film ispirati alla famosissima saga di Harry Potter, non a caso, alcune scene del film sono state girate a Christ Church College, uno dei trentotto college di Oxford. In questo breve, ma affascinante viaggio, scopriremo dunque l'esistenza di collegi che ospitano al loro interno ben cento daini; collegi in cui, per poter entrare, è necessario superare un test definito tra i più difficili al mondo; residenze private di direttori di collegio, le cui biblioteche custodiscono copie manoscritte di volumi redatti da Newton in persona; collegi che hanno ospitato band emergenti che poi sono diventate famosissime, come i Rolling Stones; la Boat Houses, in cui sono ormeggiate le lunghe barche a otto, appartenenti alle squadre di canottaggio di ciascun collegio, protagoniste nel mese di maggio della Summer Eights, la gara di canottaggio in cui i vari collegi si sfidano tra loro. Un antico museo fondato nel 1683, in cui è possibile ammirare un frammento di lavagna che, il 16 maggio 1931 Albert Einstein, utilizzò per spiegare la Teoria della relatività agli studenti di Oxford, scopriremo inoltre dove praticare il punting che consiste nel navigare il fiume con le tipiche chiatte dette punt, oppure le narrowboat, vere e proprie case galleggianti con cui navigare lungo la fitta rete di canali che collegano le principali città inglesi.



Il libro è scritto in maniera molto semplice, ma estremamente dettagliata, credo sia scritto con tale minuziosità, da persuadermi che si potrebbe camminare tranquillamente tra le strade ed i collegi di Oxford con libro alla mano, senza alcuna possibilità di perdere la strada. L'autore utilizza molti termini specifici che sono tipici della tradizione di Oxford, questo rende il linguaggio un tantino ostico, consiglio quindi, prima di iniziare la lettura, di dare uno sguardo al glossario dei termini specifici, che l'autore ha giustamente inserito alla fine della guida. Insomma, società segrete, antiche biblioteche, edifici medievali, vini pregiati, prati curatissimi, giardini incantati e luoghi segreti, sono le tappe di questo fantastico viaggio tra le mura di una delle università più famose al mondo, custode eterna di luoghi intrisi di storia, la cui memoria si percepisce anche attraverso le pagine di un libro.


leggi l'articolo integrale su Libri & Cultura
SCHEDA LIBRO   |   Segnala  |  Ufficio Stampa


CATALOGO      AUTORI      APPROFONDIMENTI      EVENTI      ARTE & ARTISTI      UNIVERSITÀ

Login (se sei già registrato) oppure Registrati
Oltre edizioni

Login (se sei già registrato) oppure Registrati
Libri & Cultura - giovedì 21 gennaio 2021
Oxford è un piccolo scrigno di curiosità da sfogliare in una manciata di ore e racchiude piccoli aneddoti vissuti da uno studente italiano che ha la fortuna di conseguire un...

Oxford è un piccolo scrigno di curiosità da sfogliare in una manciata di ore e racchiude piccoli aneddoti vissuti da uno studente italiano che ha la fortuna di conseguire un dottorato di ricerca in una delle più prestigiose Università del mondo. Sfogliando le pagine del libro infatti, è possibile scoprire i piccoli tesori che si nascondono tra le antiche mura dei vari collegi di Oxford, ma anche pub, osterie e attività caratteristiche di varie nazionalità, accuratamente descritte e caldamente raccomandate dall'autore del libro, che per ben quattro anni, ha potuto apprezzare le abitudini e lo stile di vita che si consumano tra le vie che circondano i collegi inglesi. L'ambientazione è sicuramente molto suggestiva e richiama subito lo stile inconfondibile che siamo abituati a riconoscere guardando i film ispirati alla famosissima saga di Harry Potter, non a caso, alcune scene del film sono state girate a Christ Church College, uno dei trentotto college di Oxford. In questo breve, ma affascinante viaggio, scopriremo dunque l'esistenza di collegi che ospitano al loro interno ben cento daini; collegi in cui, per poter entrare, è necessario superare un test definito tra i più difficili al mondo; residenze private di direttori di collegio, le cui biblioteche custodiscono copie manoscritte di volumi redatti da Newton in persona; collegi che hanno ospitato band emergenti che poi sono diventate famosissime, come i Rolling Stones; la Boat Houses, in cui sono ormeggiate le lunghe barche a otto, appartenenti alle squadre di canottaggio di ciascun collegio, protagoniste nel mese di maggio della Summer Eights, la gara di canottaggio in cui i vari collegi si sfidano tra loro. Un antico museo fondato nel 1683, in cui è possibile ammirare un frammento di lavagna che, il 16 maggio 1931 Albert Einstein, utilizzò per spiegare la Teoria della relatività agli studenti di Oxford, scopriremo inoltre dove praticare il punting che consiste nel navigare il fiume con le tipiche chiatte dette punt, oppure le narrowboat, vere e proprie case galleggianti con cui navigare lungo la fitta rete di canali che collegano le principali città inglesi.



Il libro è scritto in maniera molto semplice, ma estremamente dettagliata, credo sia scritto con tale minuziosità, da persuadermi che si potrebbe camminare tranquillamente tra le strade ed i collegi di Oxford con libro alla mano, senza alcuna possibilità di perdere la strada. L'autore utilizza molti termini specifici che sono tipici della tradizione di Oxford, questo rende il linguaggio un tantino ostico, consiglio quindi, prima di iniziare la lettura, di dare uno sguardo al glossario dei termini specifici, che l'autore ha giustamente inserito alla fine della guida. Insomma, società segrete, antiche biblioteche, edifici medievali, vini pregiati, prati curatissimi, giardini incantati e luoghi segreti, sono le tappe di questo fantastico viaggio tra le mura di una delle università più famose al mondo, custode eterna di luoghi intrisi di storia, la cui memoria si percepisce anche attraverso le pagine di un libro.


leggi l'articolo integrale su Libri & Cultura
SCHEDA LIBRO   |   Stampa   |   Segnala  |  Ufficio Stampa

TUTTI GLI EVENTI

OGT newspaper
oggi
01/09/2024

L'intervista a Carla Boroni

Se la cultura di questa città fosse un palazzo, lei sarebbe una delle colonne.
Professoressa e scrittrice, docente e saggista, Carla Boroni si spende da una vita fra libri e università, progetti e istituzioni. Spirito libero e pensiero indipendente, non per questo ha evitato di cimentarsi in avventure strutturate che comportano gioco di squadra e visione di prospettiva: laureata in pedagogia e in lettere, professore associato alla cattedra di letteratura italiana contemporanea (scienze della formazione) all’Università Cattolica nonché membro del Dipartimento di Italianistica e Comparatistica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha pubblicato articoli per riviste di critica letteraria e volumi che vanno da Ungaretti alle favole, dalla Storia alle ricette in salsa bresciana, variando registri espressivi e spaziando sempre.
Non a caso Fondazione Civiltà Bresciana non ha esitato a confermarla alla presidenza del suo Comitato Scientifico.
«Sono grata a presidente e vice presidente, Mario Gorlani e Laura Cottarelli - dice Carla Boroni -. Hanno creduto in me e insieme abbiamo formato questo comitato scientifico di persone che si danno molto da fare, ognuno nell’ambito della propria disciplina. Con loro è un piacere andare avanti, procedere lungo la strada intrapresa che ci ha già dato soddisfazioni. Con impegno ed entusiasmo immutati, anzi rinnovati».

Il Cda di Fcb ha riconosciuto il lavoro svolto a partire dalle pubblicazioni artistiche e architettoniche al Fondo Caprioli in avanzato stato di lavoro storico archivistico, da «Maggio di gusto» (sulle tradizioni culinarie nel bresciano), alla toponomastica, dal Centro Aleni sempre più internazionale alle mostre in sinergia con le province limitrofe, al riconoscimento della Rivista della Fondazione nella Classe A di molte discipline universitarie.
Attraverso una brescianità d’eccellenza e mai localistica siamo riusciti a coinvolgere le Università ma anche Accademie e Conservatori non solo cittadini, non trascurando quell’approccio pop che tanto fu caro al fondatore monsignor Antonio Fappani, con cui io e Sergio Onger iniziammo svolgendo un ruolo da direttori. Conferenze e iniziative, eventi e restauri, mostre e incontri, convenzioni e pubblicazioni: tanto è stato fatto, tanto ancora resta da fare.

Cosa vuole e può rappresentare Fondazione Civiltà Bresciana?
Tanti pensano che sia questo e stop, Civiltà Bresciana come indica il nome. In realtà noi a partire, non dico da Foscolo, ma da Tartaglia, Arici e Veronica Gambara, tutti grandi intellettuali che hanno lavorato per la città incidendo in profondità, cerchiamo di radicare al meglio i nostri riferimenti culturali. Dopodiché ci siamo aperti a Brescia senza remore.

Com’è composta la squadra?
Possiamo contare su tante competenze di rilievo. Marida Brignani, architetta e storica, si occupa di toponomastica. Gianfranco Cretti, ingegnere e storico cinese, del Centro GIulio Aleni. Massimo De Paoli, figlio del grande bomber del Brescia Calcio, storico dell’architettura, fa capo all’Università Statale di Brescia come Fiorella Frisoni, storica dell’arte, a quella di Milano. Licia Mari, musicologa, è attiva con l’Università Cattolica di Brescia come Simona Greguzzo con la Statale di Pavia quanto a storia moderna. Leonardo Leo, già direttore dell’Archivio di Stato, si occupa del Fondo Caprioli. L’esperto di enogastronomia è Gianmichele Portieri, giornalista e storico come Massimo Tedeschi, direttore della rivista della Fondazione. Massimo Lanzini, pure giornalista, specialista di dialetto e dialetti, prende il posto dell’indimenticabile Costanzo Gatta nel «Concorso dialettale» relativo ai Santi Faustino e Giovita.

Cosa c’è all’orizzonte adesso?
La priorità, in generale, è precisamente una: vogliamo dare alla brescianità un’allure di ampio respiro.
Al di là dell’anno da Capitale della Cultura, ad ampio raggio è in atto da tempo una rivalutazione, una ridefinizione della cultura di Brescia.
Io appartengo a una generazione che a scuola non poteva parlare in dialetto. Sono cresciuta a Berzo Demo e traducevo dal dialetto per esprimermi regolarmente in italiano. Mentre il dialetto a scuola era scartato, tuttavia, i poeti dialettali sono cresciuti enormemente, a partire da Pier Paolo Pasolini con le sue poesie a Casarsa.

Tanti anni di insegnamento: come sono cambiati gli studenti di generazione in generazione?
Checché se ne dica per me i ragazzi non sono cambiati tanto, anzi, non sono cambiati affatto. Sono quelli di sempre: se sentono che tu insegnante sei aperta nei loro confronti e li capisci davvero, ti seguono e la loro stima ti gratifica ogni giorno. Sono contentissima.

La chiave è l’apertura mentale?
Sì, sempre. Io vengo da un mondo cattolico privo di paraocchi, il mondo di don Fappani. Per esempio abbiamo fatto un libro con Michele Busi sui cattolici e la Strage: gravitiamo costantemente in un’area in cui non bisogna esitare a mettersi in discussione. Nel nostro Comitato Scientifico siamo tutti liberi battitori. Alla fine quello che conta è la preparazione, lo spessore.

Discorso logico ma controcorrente, nell’epoca di TikTok e della soglia di attenzione pari a un battito di ciglia.
Vero. All’università quando devo spiegare una poetica agli studenti propongo degli hashtag: #Foscolo, #illusioni, #disillusioni... Mi muovo sapendo di rivolgermi a chi è abituato a ragionare e ad esprimersi in 50 parole. Poi magari vengono interrogati e sanno tutto, ma devono partire da lì. I tempi cambiano e oggi funziona così.

Oggi a che punto è la Civiltà Bresciana, estendendo il concetto al di là della Fondazione?
Brescia ha sempre dovuto lottare, correre in salita, con la sua provincia così vasta e mutata nei secoli. Storia di dominazioni e resistenze, di slanci e prove d’ingegno. Adesso nella nostra Fondazione abbiamo persone di Cremona e Mantova, ci stiamo allargando, aprendo alle novità anche in questo senso. Così si può diventare meno Milano-centrici. Fieri delle nostre radici, ma senza paura di cambiare. Per crescere in un mondo che evolve rimanendo popolari. Per preservare la nostra cultura con lo sguardo proteso al futuro, sapendo che Brescia ha una grande qualità: può contare su una trasversalità di fondo a livello di rapporti intrecciati di stima che prescindono da ogni forma di appartenenza politica. Convergenze parallele virtuose che contribuiscono ad un gioco di squadra allargato.

LEGGI TUTTO