“Cosa credete sia l’anima, dunque? Un soffio di vento soprannaturale? Una scintilla di luce celeste? L’umana vanità ha creato l’idea di un’anima divina disgiunta dal corpo. […] Ciò che usate chiamare anima, forma una sola cosa con ciò che dite materia”.
Viene però convocata in questura dove l’ispettore Nebbia vuole saperne di più su questo manoscritto: in città (a Milano) sono stati ritrovati corpi mutilati di donne. Sembra che, quanto narrato nel manoscritto, stia prendendo forma nel presente…
A collaborare alle indagini ci sarà anche un’investigatrice privata, Stella del Fante, affascinata dai serial killer e dagli assassini, verso i quali nutre una certa attrattiva.
“Hai detto, più o meno, non ricordo le parole esatte, che ti interessava vivere in prima persona quello che si legge suo giornali e di solito capita alle altre… Tu vuoi essere uccisa e sopravvivere per raccontarlo”.
“Non ci avevo mai pensato in questi termini. Lo dici talmente bene che mi piacerebbe se fosse vero”.
“Non vi rendete conto che, con le conoscenze letterarie dell’una e l’attrazione per gli assassini dell’altra, formata una coppia formidabile? Le detective di misteri speciali: quelli che hanno origine nell’immaginario collettivo. Siete indagatrici di quella linea di confine sospesa fra sogno e vita, pensiero e azione, ideale e reale”.
Il libro è un noir, genere che produce tensione per natura ma, in questo caso, tale tensione viene evocata all’inizio e ripresa alla fine. Nella parte centrale, per quanto rimangano i misteri e le ricerche spasmodiche, la narrazione si distende e ci accompagna in un periodo dolce e tormentato.
Una trama che può sembrare complessa ma che è affrontata lucidamente e senza fretta: la corposità del libro ci aiuta ad avere tutto chiaro e nulla appare superfluo, anzi ne apprezzeremo ogni pagina e tutti i suoi risvolti.
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