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“La bella signora dal soprabito rosso” di Del Conte
Alibi on line di martedģ 15 giugno 2021
Il nuovo romanzo di Paolo Del Conte, “La bella signora dal soprabito rosso” (Oltre Edizioni), ha una forma originale e uno stile fresco e spiritoso. L’originalitą della forma deriva dal fatto che all’interno della narrazione principale trovano spazio altri racconti

di Laura Baldo

Il nuovo romanzo di Paolo Del Conte, “La bella signora dal soprabito rosso” (Oltre Edizioni), ha una forma originale e uno stile fresco e spiritoso. L’originalità della forma deriva dal fatto che all’interno della narrazione principale trovano spazio altri racconti.

Come atmosfere richiama a volte alcuni mistery di ambiente giornalistico/investigativo degli anni Trenta, dove il protagonista, mentre apparentemente cerca di svolgere il suo lavoro, si viene a trovare senza saperlo al centro di un intrigo, che ruota attorno a una fascinosa figura femminile. Qui però il genere è rivisitato con ironia e leggerezza.

La trama parla di un giovane giornalista che viene assunto in un quotidiano di provincia, pur senza avere esperienza specifica — ha lasciato l’Università e per anni si è arrabattato con ogni genere di lavori — grazie alla raccomandazione provvidenziale di un conoscente.

Seguiamo le sue avventure spesso tragicomiche mentre si dà da fare per imparare il mestiere, passando dai necrologi agli inserti speciali della domenica, spronato dai modi bruschi ma amichevoli di un collega più anziano. La signora con l’impermeabile rosso però, che è la moglie del direttore del giornale, salta fuori nei momenti più inopportuni, creando situazioni ambigue e imbarazzanti e voci pericolose che arrivano fino al geloso marito.

Nonostante sia estraneo alle voci maligne messe in giro, il protagonista sarà costretto a faticare il doppio per dimostrare di essere un elemento essenziale. Ma per tenere al sicuro il suo posto di lavoro, oltre alla bravura dimostrata come giornalista — di cui lui per primo si sorprende — può contare anche su un protettore, un conoscente misterioso che l’ha mandato lì, pezzo grosso nell’amministrazione del giornale.

La narrazione è in prima persona, e del protagonista non sappiamo nemmeno il nome, così come di molti altri personaggi, che vengono descritti solo tramite caratteristiche esterne: il collega più anziano è lo spilungone dai riccioli bianchi, la moglie del direttore la Madame dal soprabito rosso, poi c’è il direttore, l’amico dell’amico, ecc…

La trama, ruotando intorno alla ricerca affannosa di notizie interessanti da approfondire, permette poi l’inserimento di alcune storie che possono essere viste a tutti gli effetti come racconti a sé: la storia di un tentativo di rapina organizzato molto alla buona, con conseguenze imprevedibili, drammatiche eppure spassose, e quella più seria di un Babbo Natale che perde la testa; quella di un intraprendente tassista-psicologo a New York, e quella di un cupo inverno nevoso in Olanda.

In tutte queste storie, compresa quella principale, non manca mai un elemento di riflessione e di ironia, che rende la lettura piacevole e scorrevole. Finché, nel finale, anche il mistero della Signora in rosso verrà svelato…

Una lettura briosa e divertente, con spunti interessanti e uno stile coinvolgente, che procede spedita verso la risoluzione finale, dove le domande seminate nel corso del romanzo trovano risposta, e il protagonista, nonostante le molte vicissitudini, avrà imparato qualcosa e messo ordine nella propria vita.



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Il nuovo romanzo di Paolo Del Conte, “La bella signora dal soprabito rosso” (Oltre Edizioni), ha una forma originale e uno stile fresco e spiritoso. L’originalitą della forma deriva dal fatto che all’interno della narrazione principale trovano spazio altri racconti

di Laura Baldo

Il nuovo romanzo di Paolo Del Conte, “La bella signora dal soprabito rosso” (Oltre Edizioni), ha una forma originale e uno stile fresco e spiritoso. L’originalità della forma deriva dal fatto che all’interno della narrazione principale trovano spazio altri racconti.

Come atmosfere richiama a volte alcuni mistery di ambiente giornalistico/investigativo degli anni Trenta, dove il protagonista, mentre apparentemente cerca di svolgere il suo lavoro, si viene a trovare senza saperlo al centro di un intrigo, che ruota attorno a una fascinosa figura femminile. Qui però il genere è rivisitato con ironia e leggerezza.

La trama parla di un giovane giornalista che viene assunto in un quotidiano di provincia, pur senza avere esperienza specifica — ha lasciato l’Università e per anni si è arrabattato con ogni genere di lavori — grazie alla raccomandazione provvidenziale di un conoscente.

Seguiamo le sue avventure spesso tragicomiche mentre si dà da fare per imparare il mestiere, passando dai necrologi agli inserti speciali della domenica, spronato dai modi bruschi ma amichevoli di un collega più anziano. La signora con l’impermeabile rosso però, che è la moglie del direttore del giornale, salta fuori nei momenti più inopportuni, creando situazioni ambigue e imbarazzanti e voci pericolose che arrivano fino al geloso marito.

Nonostante sia estraneo alle voci maligne messe in giro, il protagonista sarà costretto a faticare il doppio per dimostrare di essere un elemento essenziale. Ma per tenere al sicuro il suo posto di lavoro, oltre alla bravura dimostrata come giornalista — di cui lui per primo si sorprende — può contare anche su un protettore, un conoscente misterioso che l’ha mandato lì, pezzo grosso nell’amministrazione del giornale.

La narrazione è in prima persona, e del protagonista non sappiamo nemmeno il nome, così come di molti altri personaggi, che vengono descritti solo tramite caratteristiche esterne: il collega più anziano è lo spilungone dai riccioli bianchi, la moglie del direttore la Madame dal soprabito rosso, poi c’è il direttore, l’amico dell’amico, ecc…

La trama, ruotando intorno alla ricerca affannosa di notizie interessanti da approfondire, permette poi l’inserimento di alcune storie che possono essere viste a tutti gli effetti come racconti a sé: la storia di un tentativo di rapina organizzato molto alla buona, con conseguenze imprevedibili, drammatiche eppure spassose, e quella più seria di un Babbo Natale che perde la testa; quella di un intraprendente tassista-psicologo a New York, e quella di un cupo inverno nevoso in Olanda.

In tutte queste storie, compresa quella principale, non manca mai un elemento di riflessione e di ironia, che rende la lettura piacevole e scorrevole. Finché, nel finale, anche il mistero della Signora in rosso verrà svelato…

Una lettura briosa e divertente, con spunti interessanti e uno stile coinvolgente, che procede spedita verso la risoluzione finale, dove le domande seminate nel corso del romanzo trovano risposta, e il protagonista, nonostante le molte vicissitudini, avrà imparato qualcosa e messo ordine nella propria vita.



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