Il Fatto Quotidiano di lunedģ 23 agosto 2021
Un romanzo giallo narra l'odissea
di un esule istriano, dal 2° conflitto
mondiale al sangue in Kosovo.
Affresco di una patria derelitta e vite sconvolte dalla ragion di Stato
Affresco di una patria derelitta e vite sconvolte dalla ragion di Stato
di Antonio Massari
"E così'. in tutti questi anni, avrei aiutato senza saperlo il mio mancato sicario?", si chlede l'istriano Antonio Fabris, detto Tonci, quando scopre che il suo destino ha subìto, per puro caso, una deviazione, que1lo scartamento essenziale e per lui sconosciuto, che gli consente di essere ancora vivo. Tonci è nato in una città che in italiano chiamiamo Fasana, in veneziano Faxana e in croato Faizana. E a pensarci, già questa girandola, intorno a una sola consonante, contiene tutto il senso di una storia fatta di persone che si muovono in bilico tra molti confini che da tempo, al ritmo delle guerre, si accavallano tra loro. Tonci vive in Italia da tempo, è un esule della seconda guerra mondiale, ma nei primi anni Novanta, a ridosso del conflitto che s'appresta a dissolvere la Jugoslavia di Tito, tornando a Fasana, scopre che qualcuno avrebbe potuto ammazzarlo quand'era ancora un ragazzo. E cosi si mette al1a ricerca di quell'uomo, del partigiano comunista che nel 1943 aveva deciso di ucciderlo e, soprattutto vuol capire il perché della sua condanna a morte...
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