Il Cittadino di Lodi di venerdì 11 marzo 2022
La poesia può fare a meno delle immagini, ma queste ·
sono fondamentali per permettere un primo approccio di
senso al testo e dare concretezza e densità al dettato poetico...
di Amedeo Anelli
La poesia può fare a meno delle immagini, ma queste sono fondamentali per permettere un primo approccio di senso al testo e dare concretezza e densità al dettato poetico. Sempre più nelle poetiche novecentesche la dimensione visiva e l'apporto di tutte le aree di sensorialità e il confronto con le altre arti e saperi è fondamentale per la strutturazione del testo e per la sua decodificazione. In questa direzione va lo studio di Carla Boroni che analizza la costituzione delle immagini in Ungaretti, la dimensione estetica e la cultura figurativa di cui era impregnato il poeta di Vita di un uomo. Lo 'sguardo' di Ungaretti non riguarda solo il paesaggio, i luoghi e i simboli della sua vita, ma la costituzione delle immagini, che se non raggiunge una dimensione fenomenologica ne costituisce almeno una fenomenica in tensione fra sensibilità e intelletto. Si studiano le frequentazioni con amici pittori (Scipione e la Scuola Romana: del primo è riprodotto il ritratto del 1930 in copertina) e le opere di tradizione pittorica, architettura, scultura. Si pensi in "Defunti su montagne" all'attribuzione a Masaccio della Crocifissione (attribuita a Masolino da Panicale con oscillazioni). Questo genere di studi è sempre più importante per la comprensione dell'opera di un poeta, anche per chi si muove nella tradizione petrarchista e post-simbolista, perché la dimensione poetica è in grado di portare in sé ogni altro sapere.
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