CATALOGO      AUTORI      APPROFONDIMENTI      EVENTI      ARTE & ARTISTI      UNIVERSITÀ

Login (se sei già registrato) oppure Registrati
Oltre edizioni

Login (se sei già registrato) oppure Registrati
marted 7 giugno 2022
Presentazione della nuova edizione al FESTIVAL DI POESIA DI GENOVA

di Davide Macor Archivio di questo autore

I LIMONI
Annuario della Poesia in Italia — 2021

a cura di Francesco De Nicola

Pag. 202, prezzo 18 euro, In libreria il 15 giugno Oltre Edizioni

Era il 1994 quando uscì il primo numero di un singolare e utilissimo annuario della poesia italiana, intitolato montalianamente I limoni: per fare intendere che non si volevano celebrare i “poeti laureati” e che il gusto sano e un po’ asprigno di quel frutto non sarebbe mancato da quelle pagine. Ne erano stati artefici Giuliano Manacorda, il primo storico della letteratura italiana contemporanea, e Francesco De Nicola, ancora quasi giovane docente di questa materia nell’Università di Genova. L’annuario era articolato in due sezioni: nella prima erano ospitati brevi saggi che trattavano argomenti relativi alla poesia e ai poeti sotto le più diverse angolazioni e nella seconda erano raccolte decine di recensioni, dunque non rapide schede, sui libri di poesia usciti nell’anno precedente. Accolto con grande favore, l’annuario visse fino all’inizio del nuovo secolo (e fu interrotto perché i due fondatori si diedero alla creazione di un’impegnativa antologia della poesia italiana del Novecento). Ma ora I limoni rinascono, suggeriti dall’esigenza di favorire un rinnovato e maggiore interesse per la poesia attraverso gli argomenti che saranno affrontati nella prima parte e attraverso un’utile informazione che sarà data dalle decine di recensioni e di notizie offerte nella seconda parte. Diretto da Francesco De Nicola e con una redazione di specialisti di sperimentata competenza, l’annuario sarà in libreria e on-line a giugno 2022.

Francesco De Nicola, nato a Genova nel 1946, è entrato nel 1972 nella locale Università (dove si era laureato), insegnando come Ricercatore confermato Storia della Lingua Italiana e Storia della critica alla Facoltà di Magistero, per passare nel 1994 alla Facoltà di Lingue per insegnarvi Letteratura Italiana Contemporanea (dal 2002 come Professore associato) fino al 2020. All’Università di Genova ha fondato e diretto dal 2010 al 2019 la Scuola di lingua e cultura italiana per stranieri e, dopo aver insegnato come visiting professor nel 2000 all’Università di Aix-en-Provence, dal 2015 è docente nel master Lenguas Y culturas modernas dell’Università di Granada. Studioso soprattutto di scrittori e problemi della letteratura italiana dell’’800 e del ‘900, è autore di numerosi saggi monografici (Introduzione a Fenoglio, Laterza 1989, Introduzione a Vittorini, ivi 1993, Neorealismo, Bibliografica 1995, Gli scrittori italiani e l’emigrazione, Ghenomena 2008 e Dante tra noi, De Ferrari 2020), di antologie (La Liguria dei poeti, ivi 1996, 43 poesie per Genova, Gammarò 2018 e A 30 anni dal “congedo” di Giorgio Caproni, ivi 2021) e ha curato l’edizione di importanti opere rare (Sull’Oceano di De Amicis, Mondadori 2003; La giovinezza di De Sanctis, Ed. Riuniti 2011) e la raccolta di poesie di Bruno Lauzi Ricomporre armonie (Oltre, 2020). Ha pubblicato il saggio-antologia, scritto con M. T. Caprile, Gli scrittori italiani e la Grande Guerra (Ghenomena 2014) e le Lettere dal fronte a Mario Puccini di Ungaretti (Archinto 2015). Dal 1974 svolge attività giornalistica e dal 2001 è Presidente del Comitato di Genova della “Dante Alighieri”.

SCHEDA LIBRO   |   Segnala  |  Ufficio Stampa


CATALOGO      AUTORI      APPROFONDIMENTI      EVENTI      ARTE & ARTISTI      UNIVERSITÀ

Login (se sei già registrato) oppure Registrati
Oltre edizioni

Login (se sei già registrato) oppure Registrati
marted 7 giugno 2022
I LIMONI, ANNUARIO DELLA POESIA IN ITALIA 2021 a cura di Francesco De Nicola
Presentazione della nuova edizione al FESTIVAL DI POESIA DI GENOVA

di Davide Macor Archivio di questo autore

I LIMONI
Annuario della Poesia in Italia — 2021

a cura di Francesco De Nicola

Pag. 202, prezzo 18 euro, In libreria il 15 giugno Oltre Edizioni

Era il 1994 quando uscì il primo numero di un singolare e utilissimo annuario della poesia italiana, intitolato montalianamente I limoni: per fare intendere che non si volevano celebrare i “poeti laureati” e che il gusto sano e un po’ asprigno di quel frutto non sarebbe mancato da quelle pagine. Ne erano stati artefici Giuliano Manacorda, il primo storico della letteratura italiana contemporanea, e Francesco De Nicola, ancora quasi giovane docente di questa materia nell’Università di Genova. L’annuario era articolato in due sezioni: nella prima erano ospitati brevi saggi che trattavano argomenti relativi alla poesia e ai poeti sotto le più diverse angolazioni e nella seconda erano raccolte decine di recensioni, dunque non rapide schede, sui libri di poesia usciti nell’anno precedente. Accolto con grande favore, l’annuario visse fino all’inizio del nuovo secolo (e fu interrotto perché i due fondatori si diedero alla creazione di un’impegnativa antologia della poesia italiana del Novecento). Ma ora I limoni rinascono, suggeriti dall’esigenza di favorire un rinnovato e maggiore interesse per la poesia attraverso gli argomenti che saranno affrontati nella prima parte e attraverso un’utile informazione che sarà data dalle decine di recensioni e di notizie offerte nella seconda parte. Diretto da Francesco De Nicola e con una redazione di specialisti di sperimentata competenza, l’annuario sarà in libreria e on-line a giugno 2022.

Francesco De Nicola, nato a Genova nel 1946, è entrato nel 1972 nella locale Università (dove si era laureato), insegnando come Ricercatore confermato Storia della Lingua Italiana e Storia della critica alla Facoltà di Magistero, per passare nel 1994 alla Facoltà di Lingue per insegnarvi Letteratura Italiana Contemporanea (dal 2002 come Professore associato) fino al 2020. All’Università di Genova ha fondato e diretto dal 2010 al 2019 la Scuola di lingua e cultura italiana per stranieri e, dopo aver insegnato come visiting professor nel 2000 all’Università di Aix-en-Provence, dal 2015 è docente nel master Lenguas Y culturas modernas dell’Università di Granada. Studioso soprattutto di scrittori e problemi della letteratura italiana dell’’800 e del ‘900, è autore di numerosi saggi monografici (Introduzione a Fenoglio, Laterza 1989, Introduzione a Vittorini, ivi 1993, Neorealismo, Bibliografica 1995, Gli scrittori italiani e l’emigrazione, Ghenomena 2008 e Dante tra noi, De Ferrari 2020), di antologie (La Liguria dei poeti, ivi 1996, 43 poesie per Genova, Gammarò 2018 e A 30 anni dal “congedo” di Giorgio Caproni, ivi 2021) e ha curato l’edizione di importanti opere rare (Sull’Oceano di De Amicis, Mondadori 2003; La giovinezza di De Sanctis, Ed. Riuniti 2011) e la raccolta di poesie di Bruno Lauzi Ricomporre armonie (Oltre, 2020). Ha pubblicato il saggio-antologia, scritto con M. T. Caprile, Gli scrittori italiani e la Grande Guerra (Ghenomena 2014) e le Lettere dal fronte a Mario Puccini di Ungaretti (Archinto 2015). Dal 1974 svolge attività giornalistica e dal 2001 è Presidente del Comitato di Genova della “Dante Alighieri”.

SCHEDA LIBRO   |   Stampa   |   Segnala  |  Ufficio Stampa

TUTTI GLI EVENTI

OGT newspaper
oggi
01/09/2024

L'intervista a Carla Boroni

Se la cultura di questa città fosse un palazzo, lei sarebbe una delle colonne.
Professoressa e scrittrice, docente e saggista, Carla Boroni si spende da una vita fra libri e università, progetti e istituzioni. Spirito libero e pensiero indipendente, non per questo ha evitato di cimentarsi in avventure strutturate che comportano gioco di squadra e visione di prospettiva: laureata in pedagogia e in lettere, professore associato alla cattedra di letteratura italiana contemporanea (scienze della formazione) all’Università Cattolica nonché membro del Dipartimento di Italianistica e Comparatistica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha pubblicato articoli per riviste di critica letteraria e volumi che vanno da Ungaretti alle favole, dalla Storia alle ricette in salsa bresciana, variando registri espressivi e spaziando sempre.
Non a caso Fondazione Civiltà Bresciana non ha esitato a confermarla alla presidenza del suo Comitato Scientifico.
«Sono grata a presidente e vice presidente, Mario Gorlani e Laura Cottarelli - dice Carla Boroni -. Hanno creduto in me e insieme abbiamo formato questo comitato scientifico di persone che si danno molto da fare, ognuno nell’ambito della propria disciplina. Con loro è un piacere andare avanti, procedere lungo la strada intrapresa che ci ha già dato soddisfazioni. Con impegno ed entusiasmo immutati, anzi rinnovati».

Il Cda di Fcb ha riconosciuto il lavoro svolto a partire dalle pubblicazioni artistiche e architettoniche al Fondo Caprioli in avanzato stato di lavoro storico archivistico, da «Maggio di gusto» (sulle tradizioni culinarie nel bresciano), alla toponomastica, dal Centro Aleni sempre più internazionale alle mostre in sinergia con le province limitrofe, al riconoscimento della Rivista della Fondazione nella Classe A di molte discipline universitarie.
Attraverso una brescianità d’eccellenza e mai localistica siamo riusciti a coinvolgere le Università ma anche Accademie e Conservatori non solo cittadini, non trascurando quell’approccio pop che tanto fu caro al fondatore monsignor Antonio Fappani, con cui io e Sergio Onger iniziammo svolgendo un ruolo da direttori. Conferenze e iniziative, eventi e restauri, mostre e incontri, convenzioni e pubblicazioni: tanto è stato fatto, tanto ancora resta da fare.

Cosa vuole e può rappresentare Fondazione Civiltà Bresciana?
Tanti pensano che sia questo e stop, Civiltà Bresciana come indica il nome. In realtà noi a partire, non dico da Foscolo, ma da Tartaglia, Arici e Veronica Gambara, tutti grandi intellettuali che hanno lavorato per la città incidendo in profondità, cerchiamo di radicare al meglio i nostri riferimenti culturali. Dopodiché ci siamo aperti a Brescia senza remore.

Com’è composta la squadra?
Possiamo contare su tante competenze di rilievo. Marida Brignani, architetta e storica, si occupa di toponomastica. Gianfranco Cretti, ingegnere e storico cinese, del Centro GIulio Aleni. Massimo De Paoli, figlio del grande bomber del Brescia Calcio, storico dell’architettura, fa capo all’Università Statale di Brescia come Fiorella Frisoni, storica dell’arte, a quella di Milano. Licia Mari, musicologa, è attiva con l’Università Cattolica di Brescia come Simona Greguzzo con la Statale di Pavia quanto a storia moderna. Leonardo Leo, già direttore dell’Archivio di Stato, si occupa del Fondo Caprioli. L’esperto di enogastronomia è Gianmichele Portieri, giornalista e storico come Massimo Tedeschi, direttore della rivista della Fondazione. Massimo Lanzini, pure giornalista, specialista di dialetto e dialetti, prende il posto dell’indimenticabile Costanzo Gatta nel «Concorso dialettale» relativo ai Santi Faustino e Giovita.

Cosa c’è all’orizzonte adesso?
La priorità, in generale, è precisamente una: vogliamo dare alla brescianità un’allure di ampio respiro.
Al di là dell’anno da Capitale della Cultura, ad ampio raggio è in atto da tempo una rivalutazione, una ridefinizione della cultura di Brescia.
Io appartengo a una generazione che a scuola non poteva parlare in dialetto. Sono cresciuta a Berzo Demo e traducevo dal dialetto per esprimermi regolarmente in italiano. Mentre il dialetto a scuola era scartato, tuttavia, i poeti dialettali sono cresciuti enormemente, a partire da Pier Paolo Pasolini con le sue poesie a Casarsa.

Tanti anni di insegnamento: come sono cambiati gli studenti di generazione in generazione?
Checché se ne dica per me i ragazzi non sono cambiati tanto, anzi, non sono cambiati affatto. Sono quelli di sempre: se sentono che tu insegnante sei aperta nei loro confronti e li capisci davvero, ti seguono e la loro stima ti gratifica ogni giorno. Sono contentissima.

La chiave è l’apertura mentale?
Sì, sempre. Io vengo da un mondo cattolico privo di paraocchi, il mondo di don Fappani. Per esempio abbiamo fatto un libro con Michele Busi sui cattolici e la Strage: gravitiamo costantemente in un’area in cui non bisogna esitare a mettersi in discussione. Nel nostro Comitato Scientifico siamo tutti liberi battitori. Alla fine quello che conta è la preparazione, lo spessore.

Discorso logico ma controcorrente, nell’epoca di TikTok e della soglia di attenzione pari a un battito di ciglia.
Vero. All’università quando devo spiegare una poetica agli studenti propongo degli hashtag: #Foscolo, #illusioni, #disillusioni... Mi muovo sapendo di rivolgermi a chi è abituato a ragionare e ad esprimersi in 50 parole. Poi magari vengono interrogati e sanno tutto, ma devono partire da lì. I tempi cambiano e oggi funziona così.

Oggi a che punto è la Civiltà Bresciana, estendendo il concetto al di là della Fondazione?
Brescia ha sempre dovuto lottare, correre in salita, con la sua provincia così vasta e mutata nei secoli. Storia di dominazioni e resistenze, di slanci e prove d’ingegno. Adesso nella nostra Fondazione abbiamo persone di Cremona e Mantova, ci stiamo allargando, aprendo alle novità anche in questo senso. Così si può diventare meno Milano-centrici. Fieri delle nostre radici, ma senza paura di cambiare. Per crescere in un mondo che evolve rimanendo popolari. Per preservare la nostra cultura con lo sguardo proteso al futuro, sapendo che Brescia ha una grande qualità: può contare su una trasversalità di fondo a livello di rapporti intrecciati di stima che prescindono da ogni forma di appartenenza politica. Convergenze parallele virtuose che contribuiscono ad un gioco di squadra allargato.

LEGGI TUTTO