Il libro. Il libro è edito da Gammarò; la prima edizione è del 2022 nella collana Le bitte, e si compone di 149 pagine. Queste sono suddivise nell’Introduzione scritta da Martinotti a cui seguono sette capitoli (Lo strumento del reale; "Officina": una straordinaria esperienza culturale; “La rabbia” in versi di Pasolini e Guareschi; Il vangelo di Matteo secondo Pasolini; Teorema alla XXIX Mostra internazionale del cinema di Venezia; Epilogo; L’esecuzione) e l’Appendice suddivisa in Filmografia, Bibliografia di riferimento e Opere in volume. Il costo del libro è di 18 Euro.
Tra censura e politica, tra realtà e racconto. Lo scritto di Cenetiempo si muove nella vita artistica di Pasolini tra cinema, letteratura, poesia, partendo dal passaggio che fece lo scrittore tra la forma scritta e la forma visiva in quanto il cinema dava al poeta un nuovo linguaggio per raccontare la sua passione per la vita, per la realtà che gli scorreva attorno. Questo passaggio si concretizza inizialmente in Accattone, per poi procedere con Mamma Roma, di cui Cenetiempo, e questo avviene per tutti i film di Pasolini citati, più che raccontarne la genesi, preferisce descriverne l’accoglienza nella società e nel mondo del cinema, ricordando i festival a cui le pellicole hanno partecipato, le proteste, le problematiche di censura, e l’accoglienza nella società, riportando, quando è necessario, alcuni passi dagli articoli di giornali. Queste testimonianze, a volte, si intrecciano con le parole dello stesso regista scritte in risposta ai procedimenti giudiziari che mettevano i suoi film fuori dalla distribuzione, come accadde per il segmento La ricotta all’interno del film Ro.Go.Pa.G. I ricordi sui processi e sulle azioni delle censura prendono molto spazio nella trattazione di Cenetiempo, perché necessari a descrivere come si articolava e spiegava l’interpretazione della realtà di Pasolini, troppo spesso incompresa.
L’esperienza a capo della rivista “Officina” è un elemento importante per comprendere l’evoluzione intellettuale del poeta attraverso cui egli, insieme a Francesco Leonetti e Roberto Roversi, voleva polemizzare contro il disimpegnato novecentismo e contro il neorealismo, come ricorda l’autore del libro a pagina 25. A questa esperienza l’autore affianca anche il ricordo della produzione letteraria di Pasolini, le sue considerazioni sull’esclusione dei suoi libri dai principali premi letterari, per poi riprendere il filo del discorso cinematografico con La rabbia, la relativa contrapposizione con Giovannino Guareschi, e la volontà di Pasolini di realizzare un film inchiesta sul rapporto degli italiani con la sessualità. Successivamente, la trattazione di Cenetiempo prosegue con il desiderio dell’intellettuale di girare un film tratto dal Vangelo di Matteo sempre nel solco dell’indagine acuta della realtà a cui fece seguito la sua partecipazione alla rivista “Nuovi Argomenti”, l’ideazione e creazione di Uccellacci e uccellini, del mediometraggio La terra vista dalla Luna e dell’Edipo re, tutte opere analizzate e raccontate anche attraverso le parole del poeta. Poi arriva il ‘68 e Teorema, un’opera con la quale Pasolini voleva indagare il valore del sacro in una famiglia borghese e la vicenda che lo vide protagonista all’interno della complicata Mostra del Cinema del 1968. Nell’epilogo del libro, Cenetiempo racconta le finali esperienza cinematografiche di Pasolini, Il Decameron, I racconti di Canterbury e Il fiore delle Mille e una notte, fino a Salò e le 120 giornate di Sodoma, tutte poste sotto la lente d’ingrandimento del tema centrale del libro. L’esecuzione, infine, è più un capitolo di domande, di espressione di dubbi, di condivisione di narrazione impossibili e sbagliate sulla scomparsa del poeta che si conclude con il ricordo di Petrolio, lo Zibaldone di Pasolini, e la sua pericolosità intrinseca.
L’appendice riporta un lungo elenco di film in cui Pasolini è intervenuto in qualità di regista, sceneggiatore, soggettista, in ordine cronologico dal 1954 de La donna del fiume di Mario Soldati, al 1975 di Salò. Per ognuno vengono proposti l’elenco del cast tecnico e la spiegazione della trama. La bibliografia di riferimento e la cronologia delle opere di Pasolini concludono il volume. Così articolata l’appendice risulta esaustiva perché completa quanto il libro propone in termini di curiosità e approfondimenti.
Ciò che emerge dalla lettura del libro Pier Paolo Pasolini. L’ultimo eretico è la definizione di Pasolini come un intellettuale che si è mosso artisticamente tra la parola scritta e l’immagine in movimento; in questa cornice l’azione saggistica di Cenetiempo non è né retorica, né utilizza figure già assimilate, ma sviluppa un racconto continuo di incastri e vicende. Il senso del dissenso che emerge dai virgolettati del regista, le sue battaglie, la sua perseveranza nel perseguire i suoi ideali e le sue linee di pensiero sono le colonne portanti del libro e della voglia di interpretare la realtà a lui appartenente, a cui si aggrappa la visione del mondo di Pasolini che cresce e si consolida mano a mano che il libro si snoda. In questa architettura di pensiero, le note a piè di pagina assolvono al compito di spiegare e sciogliere i quesiti che soggiungono in chi legge. Il trattato di Cenetiempo, concludendo, si legge con disinvoltura e facilità, senza interruzioni e si pone come un compendio completo e curato sulla definizione del pensiero e della visione futuribile di Pasolini, arricchendo così la letteratura a suo riguardo.
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