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A Diego Zandel la prima edizione del premio
ILCAFFE.TV di venerdģ 17 giugno 2016
«Manuale sentimentale dell'isola di Kos» di Diego Zandel

LETTERATURA E TAVOLA I TEMI DEL PREMIO

Leggourmet, la prima edizione a Latina Lido sulla terrazza dell'hotel Miramare

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La tavola, la cucina, l’enogastronomia sono un’autentica arte. Al pari della letteratura, intesa nel senso più ampio del termine, dalla narrativa alla saggistica passando per la poesia.

Venerdì 17 giugno alle 18 sulla terrazza dell’Hotel Miramare a Latina Lido parte la stagione della cultura. E lo start delle stuzzicherie enogastronomiche non poteva non partire con un evento tutto da gustare leggendo: la premiazione della prima edizione di Leggourmet, dedicato a chi nell’anno in corso si è particolarmente distinto nella fusione tra cibo e cultura. In questa prima edizione il premio va a: Diego Zandel, scrittore e giornalista, che ha pubblicato il libro ‘Manuale sentimentale dell’isola di Kos’, dove si fondono nelle atmosfere dell’isola greca abitudini, manie, costumi e usi culinari di una delle più affascinanti isole del Dodecaneso, che fino al secondo conflitto mondiale appartenevano all’Italia, Zandel è stato sposato con Anna, originaria di quell'isola, e nel ricordo di Anna, l'autore, romanziere affermato che nell'isola di Kos ha ambientato già due romanzi di successo, L'uomo di Kos e Il fratello greco, con la conoscenza di una vita vissuta all'interno di una grande famiglia greca di pastori e contadini, racconta l'isola come nessuna guida riuscirà mai a fare. Tradizioni popolari, usi, costumi, cibi, luoghi, spiagge, villaggi, ristoranti, cibi, personaggi e storia; al gruppo del birrificio pontino East Side per aver prodotto una birra artigianale tra le migliori d’Italia (non lo diciamo noi che siamo profondi bevitori di bevande a base di malto e luppolo ma le più qualificate giurie del Belpaese che apprezzano questa birra prodotta dai ragazzi di Latina) e per aver ideato il premio di narrativa BeerBook, storie bonsai mixate tra giallo e la birra; Roberto Campagna, profondo conoscitore del territorio pontino, rabdomante dei sentieri enogastronomici della terra e del mare, giornalista gourmet autore di racconti per i tipi della Castelvecchi dall’inequivocabile titolo ‘Il palato della memoria’, che ripercorre in dodici narrazioni il gusto dei prodotti tipici locali, tra ortaggi, vini, insaccati. Dodici racconti, in bilico tra presente e passato, che raccontano storie d’amicizia, d’amore, di crescita, con ironia e leggerezza poetica. Per non parlare dell’occhio attento ai piccoli miracoli della natura: come la nascita di un fiore o la maturazione di un frutto. Ne ‘Il palato della memoria’ del giornalista e scrittore Roberto Campagna troviamo dodici racconti che accompagnano il lettore nell’adolescenza e nella giovinezza di un unico protagonista. La scrittura è elegante e avvolgente e ogni racconto – tutti indipendenti e tutti uniti dal filo della memoria, del luogo e dei personaggi – ruota attorno a un piatto o a un prodotto della tradizione gastronomica (da non dimenticare che Roberto Campagna è un esperto di cibo), non mancano neppure cenni ai vini o ad altre bevande adatte alle ricette raccontate.  Narratore e gourmet di sorprendente sensibilità, Roberto Campagna unisce i piaceri del racconto e quelli della tavola in questa prima, straordinaria raccolta di racconti; infine la collaudata coppia Gabriella Giacometti & Elisabetta Flumeri, scrittrici e sceneggiatrici (le fiction Incantesimo e Carabinieri vi dicono qualcosa?), reduci dallo straordinario successo dei romanzi ‘I love Capri’ e ‘Bacio di dama’, dedicati, neanche a dirlo, alle voglie del palato, dove nelle loro trame le ricette sono l’anticamera dell’amore. La coppia cercarà di accalappiarvi con la loro verve presentando il loro ultimo lavoro letterario, il romanzo ‘I love Capri’, dove protagonista è una certa Mel Ricci, giovane blogger di cucina, che ha appena ricevuto da una piccola casa editrice un'offerta favolosa: diventare la ghost-writer dell'autobiografia di Fabrizio Greco, famosissimo e affascinante chef, che ha raggiunto il successo grazie alle sue sensuali mise en place e ora gestisce il locale più trendy di Capri. Dopo ‘L'amore è un bacio di dama’, Elisabetta Flumeri e Gabriella Giacometti firmano una nuova, divertente e frizzante commedia romantica tra stelle Michelin e paesaggi da sogno. Non perdete le sensuali ricette di Fabrizio in appendice al libro, e tante altre vi aspettano nell'ebook Le ricette di I love Capri (e non solo), che include un'imperdibile spin off con i personaggi del romanzo. Ma attenzione, dopo aver conquistato le classifiche italiane e spagnole con i gustosi consigli di "L'amore è… un libro di ricette", le due scoppiettanti autrici tornano con un nuovo ebook che, tra grandi classici e piatti di famiglia, raccoglie 100 ricette della tradizione partenopea.; premio speciale a Lella Matrobattista dell’omonima gelateria artigianale del capoluogo pontino per aver legato un gusto a un’opera letteraria, omaggiando un romanzo, un territorio attraverso un’innovativa idea di marketing seppure circoscritta a un dato territorio; infine premiato Enzo Cesarano, chef per hobby, nativo di Castellammare di Stabia ma pontino d’adozione, che si è piazzato secondo nella trasmissione Rai condotta da Antonellla Clerici ‘La prova del cuoco’.

L’evento è organizzato dall’agenzia Omicron. L’ingresso è libero. 



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«Manuale sentimentale dell'isola di Kos» di Diego Zandel

LETTERATURA E TAVOLA I TEMI DEL PREMIO

Leggourmet, la prima edizione a Latina Lido sulla terrazza dell'hotel Miramare

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La tavola, la cucina, l’enogastronomia sono un’autentica arte. Al pari della letteratura, intesa nel senso più ampio del termine, dalla narrativa alla saggistica passando per la poesia.

Venerdì 17 giugno alle 18 sulla terrazza dell’Hotel Miramare a Latina Lido parte la stagione della cultura. E lo start delle stuzzicherie enogastronomiche non poteva non partire con un evento tutto da gustare leggendo: la premiazione della prima edizione di Leggourmet, dedicato a chi nell’anno in corso si è particolarmente distinto nella fusione tra cibo e cultura. In questa prima edizione il premio va a: Diego Zandel, scrittore e giornalista, che ha pubblicato il libro ‘Manuale sentimentale dell’isola di Kos’, dove si fondono nelle atmosfere dell’isola greca abitudini, manie, costumi e usi culinari di una delle più affascinanti isole del Dodecaneso, che fino al secondo conflitto mondiale appartenevano all’Italia, Zandel è stato sposato con Anna, originaria di quell'isola, e nel ricordo di Anna, l'autore, romanziere affermato che nell'isola di Kos ha ambientato già due romanzi di successo, L'uomo di Kos e Il fratello greco, con la conoscenza di una vita vissuta all'interno di una grande famiglia greca di pastori e contadini, racconta l'isola come nessuna guida riuscirà mai a fare. Tradizioni popolari, usi, costumi, cibi, luoghi, spiagge, villaggi, ristoranti, cibi, personaggi e storia; al gruppo del birrificio pontino East Side per aver prodotto una birra artigianale tra le migliori d’Italia (non lo diciamo noi che siamo profondi bevitori di bevande a base di malto e luppolo ma le più qualificate giurie del Belpaese che apprezzano questa birra prodotta dai ragazzi di Latina) e per aver ideato il premio di narrativa BeerBook, storie bonsai mixate tra giallo e la birra; Roberto Campagna, profondo conoscitore del territorio pontino, rabdomante dei sentieri enogastronomici della terra e del mare, giornalista gourmet autore di racconti per i tipi della Castelvecchi dall’inequivocabile titolo ‘Il palato della memoria’, che ripercorre in dodici narrazioni il gusto dei prodotti tipici locali, tra ortaggi, vini, insaccati. Dodici racconti, in bilico tra presente e passato, che raccontano storie d’amicizia, d’amore, di crescita, con ironia e leggerezza poetica. Per non parlare dell’occhio attento ai piccoli miracoli della natura: come la nascita di un fiore o la maturazione di un frutto. Ne ‘Il palato della memoria’ del giornalista e scrittore Roberto Campagna troviamo dodici racconti che accompagnano il lettore nell’adolescenza e nella giovinezza di un unico protagonista. La scrittura è elegante e avvolgente e ogni racconto – tutti indipendenti e tutti uniti dal filo della memoria, del luogo e dei personaggi – ruota attorno a un piatto o a un prodotto della tradizione gastronomica (da non dimenticare che Roberto Campagna è un esperto di cibo), non mancano neppure cenni ai vini o ad altre bevande adatte alle ricette raccontate.  Narratore e gourmet di sorprendente sensibilità, Roberto Campagna unisce i piaceri del racconto e quelli della tavola in questa prima, straordinaria raccolta di racconti; infine la collaudata coppia Gabriella Giacometti & Elisabetta Flumeri, scrittrici e sceneggiatrici (le fiction Incantesimo e Carabinieri vi dicono qualcosa?), reduci dallo straordinario successo dei romanzi ‘I love Capri’ e ‘Bacio di dama’, dedicati, neanche a dirlo, alle voglie del palato, dove nelle loro trame le ricette sono l’anticamera dell’amore. La coppia cercarà di accalappiarvi con la loro verve presentando il loro ultimo lavoro letterario, il romanzo ‘I love Capri’, dove protagonista è una certa Mel Ricci, giovane blogger di cucina, che ha appena ricevuto da una piccola casa editrice un'offerta favolosa: diventare la ghost-writer dell'autobiografia di Fabrizio Greco, famosissimo e affascinante chef, che ha raggiunto il successo grazie alle sue sensuali mise en place e ora gestisce il locale più trendy di Capri. Dopo ‘L'amore è un bacio di dama’, Elisabetta Flumeri e Gabriella Giacometti firmano una nuova, divertente e frizzante commedia romantica tra stelle Michelin e paesaggi da sogno. Non perdete le sensuali ricette di Fabrizio in appendice al libro, e tante altre vi aspettano nell'ebook Le ricette di I love Capri (e non solo), che include un'imperdibile spin off con i personaggi del romanzo. Ma attenzione, dopo aver conquistato le classifiche italiane e spagnole con i gustosi consigli di "L'amore è… un libro di ricette", le due scoppiettanti autrici tornano con un nuovo ebook che, tra grandi classici e piatti di famiglia, raccoglie 100 ricette della tradizione partenopea.; premio speciale a Lella Matrobattista dell’omonima gelateria artigianale del capoluogo pontino per aver legato un gusto a un’opera letteraria, omaggiando un romanzo, un territorio attraverso un’innovativa idea di marketing seppure circoscritta a un dato territorio; infine premiato Enzo Cesarano, chef per hobby, nativo di Castellammare di Stabia ma pontino d’adozione, che si è piazzato secondo nella trasmissione Rai condotta da Antonellla Clerici ‘La prova del cuoco’.

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OGT newspaper
oggi
02/09/2024

L'intervista a Carla Boroni

Se la cultura di questa città fosse un palazzo, lei sarebbe una delle colonne.
Professoressa e scrittrice, docente e saggista, Carla Boroni si spende da una vita fra libri e università, progetti e istituzioni. Spirito libero e pensiero indipendente, non per questo ha evitato di cimentarsi in avventure strutturate che comportano gioco di squadra e visione di prospettiva: laureata in pedagogia e in lettere, professore associato alla cattedra di letteratura italiana contemporanea (scienze della formazione) all’Università Cattolica nonché membro del Dipartimento di Italianistica e Comparatistica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha pubblicato articoli per riviste di critica letteraria e volumi che vanno da Ungaretti alle favole, dalla Storia alle ricette in salsa bresciana, variando registri espressivi e spaziando sempre.
Non a caso Fondazione Civiltà Bresciana non ha esitato a confermarla alla presidenza del suo Comitato Scientifico.
«Sono grata a presidente e vice presidente, Mario Gorlani e Laura Cottarelli - dice Carla Boroni -. Hanno creduto in me e insieme abbiamo formato questo comitato scientifico di persone che si danno molto da fare, ognuno nell’ambito della propria disciplina. Con loro è un piacere andare avanti, procedere lungo la strada intrapresa che ci ha già dato soddisfazioni. Con impegno ed entusiasmo immutati, anzi rinnovati».

Il Cda di Fcb ha riconosciuto il lavoro svolto a partire dalle pubblicazioni artistiche e architettoniche al Fondo Caprioli in avanzato stato di lavoro storico archivistico, da «Maggio di gusto» (sulle tradizioni culinarie nel bresciano), alla toponomastica, dal Centro Aleni sempre più internazionale alle mostre in sinergia con le province limitrofe, al riconoscimento della Rivista della Fondazione nella Classe A di molte discipline universitarie.
Attraverso una brescianità d’eccellenza e mai localistica siamo riusciti a coinvolgere le Università ma anche Accademie e Conservatori non solo cittadini, non trascurando quell’approccio pop che tanto fu caro al fondatore monsignor Antonio Fappani, con cui io e Sergio Onger iniziammo svolgendo un ruolo da direttori. Conferenze e iniziative, eventi e restauri, mostre e incontri, convenzioni e pubblicazioni: tanto è stato fatto, tanto ancora resta da fare.

Cosa vuole e può rappresentare Fondazione Civiltà Bresciana?
Tanti pensano che sia questo e stop, Civiltà Bresciana come indica il nome. In realtà noi a partire, non dico da Foscolo, ma da Tartaglia, Arici e Veronica Gambara, tutti grandi intellettuali che hanno lavorato per la città incidendo in profondità, cerchiamo di radicare al meglio i nostri riferimenti culturali. Dopodiché ci siamo aperti a Brescia senza remore.

Com’è composta la squadra?
Possiamo contare su tante competenze di rilievo. Marida Brignani, architetta e storica, si occupa di toponomastica. Gianfranco Cretti, ingegnere e storico cinese, del Centro GIulio Aleni. Massimo De Paoli, figlio del grande bomber del Brescia Calcio, storico dell’architettura, fa capo all’Università Statale di Brescia come Fiorella Frisoni, storica dell’arte, a quella di Milano. Licia Mari, musicologa, è attiva con l’Università Cattolica di Brescia come Simona Greguzzo con la Statale di Pavia quanto a storia moderna. Leonardo Leo, già direttore dell’Archivio di Stato, si occupa del Fondo Caprioli. L’esperto di enogastronomia è Gianmichele Portieri, giornalista e storico come Massimo Tedeschi, direttore della rivista della Fondazione. Massimo Lanzini, pure giornalista, specialista di dialetto e dialetti, prende il posto dell’indimenticabile Costanzo Gatta nel «Concorso dialettale» relativo ai Santi Faustino e Giovita.

Cosa c’è all’orizzonte adesso?
La priorità, in generale, è precisamente una: vogliamo dare alla brescianità un’allure di ampio respiro.
Al di là dell’anno da Capitale della Cultura, ad ampio raggio è in atto da tempo una rivalutazione, una ridefinizione della cultura di Brescia.
Io appartengo a una generazione che a scuola non poteva parlare in dialetto. Sono cresciuta a Berzo Demo e traducevo dal dialetto per esprimermi regolarmente in italiano. Mentre il dialetto a scuola era scartato, tuttavia, i poeti dialettali sono cresciuti enormemente, a partire da Pier Paolo Pasolini con le sue poesie a Casarsa.

Tanti anni di insegnamento: come sono cambiati gli studenti di generazione in generazione?
Checché se ne dica per me i ragazzi non sono cambiati tanto, anzi, non sono cambiati affatto. Sono quelli di sempre: se sentono che tu insegnante sei aperta nei loro confronti e li capisci davvero, ti seguono e la loro stima ti gratifica ogni giorno. Sono contentissima.

La chiave è l’apertura mentale?
Sì, sempre. Io vengo da un mondo cattolico privo di paraocchi, il mondo di don Fappani. Per esempio abbiamo fatto un libro con Michele Busi sui cattolici e la Strage: gravitiamo costantemente in un’area in cui non bisogna esitare a mettersi in discussione. Nel nostro Comitato Scientifico siamo tutti liberi battitori. Alla fine quello che conta è la preparazione, lo spessore.

Discorso logico ma controcorrente, nell’epoca di TikTok e della soglia di attenzione pari a un battito di ciglia.
Vero. All’università quando devo spiegare una poetica agli studenti propongo degli hashtag: #Foscolo, #illusioni, #disillusioni... Mi muovo sapendo di rivolgermi a chi è abituato a ragionare e ad esprimersi in 50 parole. Poi magari vengono interrogati e sanno tutto, ma devono partire da lì. I tempi cambiano e oggi funziona così.

Oggi a che punto è la Civiltà Bresciana, estendendo il concetto al di là della Fondazione?
Brescia ha sempre dovuto lottare, correre in salita, con la sua provincia così vasta e mutata nei secoli. Storia di dominazioni e resistenze, di slanci e prove d’ingegno. Adesso nella nostra Fondazione abbiamo persone di Cremona e Mantova, ci stiamo allargando, aprendo alle novità anche in questo senso. Così si può diventare meno Milano-centrici. Fieri delle nostre radici, ma senza paura di cambiare. Per crescere in un mondo che evolve rimanendo popolari. Per preservare la nostra cultura con lo sguardo proteso al futuro, sapendo che Brescia ha una grande qualità: può contare su una trasversalità di fondo a livello di rapporti intrecciati di stima che prescindono da ogni forma di appartenenza politica. Convergenze parallele virtuose che contribuiscono ad un gioco di squadra allargato.

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