Genova, Museoteatro della Commenda di Prè
Piazza della Commenda, 1
Tema: “Le anime migranti”.
18.15 Accoglienza e presentazione dei contenuti della serata
18.30 Proiezione di “ Un giorno senza messicani”
20.00 “Apericena” a cura di Capurro e incontro con testimonial (Marco Cipolloni)
21:00 “Vi racconto ..”, in viaggio con Fabrizio Benente
21.30 Concerto del Trio MalAcorda
Tema:
Intorno al 1880 più della meta degli immigrati italiani in America sono liguri: Argentina, Cile, Perù le mete, ma anche California e Canada. In Argentina il censimento del 1869 conta la presenza di 71.000 italiani, il 56% di origine ligure: hanno il monopolio della navigazione fluviale sul Rio de la Plata e fondano a la Boca due importanti associazioni: la Società Ligure di Mutuo Soccorso (tuttora esistente) e la Società Liguria di Mutuo Soccorso. Il fenomeno migratorio viene regolamentato per la prima volta nel 1888: fino ad allora è gestito essenzialmente da armatori e da mediatori. All'arrivo dei liguri, l'America è una terra che offre possibilità di guadagno: alcuni si arricchiscono istituendo catene commerciali o sfruttando le miniere dell'America latina – come la "Del Monte" fondata da due liguri o la fondazione della "Bank of America" ad opera di figli d'emigranti liguri provenienti da Favale di Malvaro - ma la maggior parte non riesce ad avere fortuna e a cambiare le precarie condizioni di vita. Dal 1905 al 1925 ne rientrano in patria circa trentamila. I motivi sono nella concorrenza di emigranti provenienti da altri paesi, Olanda e Portogallo, e nella mancata tutela dei propri interessi da parte del governo italiano. Ma chi sono gli emigranti? Un complesso universo fatto di "mercanti delle coste, marinai renitenti, ribelli politici, imprenditori industriali, proprietari terrieri, lavoratori agricoli e artigiani di tutti i tipi, uomini e donne senza professione, giovani e vecchi, mogli e figli che raggiungono i capifamiglia, ecclesiastici a capo, ma in realtà a seguito, di intere comunità parrocchiali.." scrive Adele Maiello nell'introduzione al quarto volume della ricerca, dedicato alle questioni di storia sociale dell'emigrazione, senza dimenticare che se gli emigranti sono i protagonisti principali del fenomeno, i suoi "attori sociali", ci sono anche i "protagonisti secondari e gli spettatori che, in certi casi possono apparire come i burattinai almeno di una parte dell'intera rappresentazione: gli armatori, gli agenti d'emigrazione, gli amministratori locali e statali, i parroci che vedono sfoltirsi le proprie comunità, i missionari, gli affittacamere, i ristoratori, i poliziotti, i giornalisti..” E accanto alla storia dei soliti Noti, quella della gente comune, migrante per la promessa e la speranza di una vita migliore e di lavoro, che diviene suo malgrado prezioso mezzo di scambio di esperienze, usi, abitudini, costumi, amalgama, fusione di cibi e territori. Il tema della migrazione è stato affrontato dal cinema e dalla letteratura considerando la donna un “personaggio al seguito”: sicuramente importante per lo svolgimento del racconto e delle storie, ma non protagonista. In realtà la donna è quella che tessendo la quotidianità, le tradizioni popolari, culinarie e religiose, insegnando lingua e dialetti, “saperi e sapori ”,è il vettore principale di quelle relazioni intenzionali che formano l’essere delle nuove generazioni: compito complesso quanto il fare convivere il patrimonio culturale della civiltà di appartenenza con quello del nuovo paese e di dare ai propri figli un senso di appartenenza in una terra nuova nel rispetto della memoria delle origini.
Testimonial:
Marco Cipolloni nasce a Roma, si laurea in Lettere e Filosofia e in Scienze Politiche presso l’Università di Genova, è Dottore di Ricerca in Iberistica presso l’Università di Bologna (IV Ciclo); vive a Genova. Quindi insegna Lingua cultura e istituzioni dei paesi di lingua spagnola presso la Facoltà di Economia dell'Università di Brescia e Lingue e letterature ispanoamericane presso la Facoltà di Lingue e letterature straniere moderne dell'Università di Genova. Traduttore di narrativa e saggistica (di storia culturale, urbana ed economica) e storico del cinema spagnolo e ispanoamericano, pubblica saggi e monografie su numerosi temi di storia, letteratura, teatro e cinema della Spagna e dell’America latina, dedicando particolare attenzione alla storia delle idee, alla storia culturale contemporanea, alla traduzione e al doppiaggio, con particolare attenzione per il periodo della conquista, per l’età dei Lumi e per l’epoca contemporanea. Oltre a essere redattore di “Spagna contemporanea”, collabora attivamente a riviste di cinema (“La Magnifica Ossessione”), teatro (“Theatralia”), linguistica e letteratura (“Quaderni iberoamericani”). Dirige la collana di studi cinematografici “Cine latino” pubblicata dalle Edizioni del Paguro per l’Istituto di Studi Latino-Americani di Pagani (I.S.LA). Cura per la Colección Archivos de la Literatura Latino-Americana del siglo XX la parte filologica dell’edizione critico-genetica dell’opera teatrale del Premio Nobel guatemalteco Miguel Angel Asturias e per la Enciclopedia Cervantina le voci di filmografia.
UN GIORNO SENZA MESSICANI di Sergio Arau, Usa/Messico/Spagna 2004, 90’.
Cosa succederebbe se un giorno la ricca California si svegliasse e si rendesse conto che tutti i messicani sono spariti? Per qualcuno potrebbe essere un sogno, per altri uno shock. Le conseguenze economiche, politiche e sociali di questo disastro terrorizzano il Golden State. Gli esperti azzardano le prime ipotesi. Si tratta di un rapimento ad opera degli alieni? Terrorismo biologico? L’Apocalisse ha prescelto i Latinos ? O forse sono solo scappati perché stanchi di essere considerati invisibili? I pregiudizi etnici sono identici ovunque. California in un giorno qualunque. Ma non proprio qualunque. Perché, all’improvviso, una nebbia fitta avvolge i confini dello Stato e le comunicazioni con l’esterno si interrompono. Ma non è questa la cosa più importante perché, al contempo, scompaiono tutti i messicani. La moglie americana di un musicista non lo trova più e con lui il loro figlio maschio (la femmina è invece in casa..). Il conduttore delle seguitissime previsioni meteo televisive non c’è più.. Insomma una parte fondamentale della popolazione californiana è scomparsa causando tracolli che vanno dalla sfera privata a quella socioeconomica.. Sergio Arau, figlio del più famoso Alfonso, colpisce al centro con questo divertente e intelligente film a tesi che si svolge in California ma potrebbe essere ambientato ovunque esista un’immigrazione rilevante. Grazie a una nebbia carpenteriana che isola lo Stato, Arau costruisce un film in cui la scomparsa dei messicani fa emergere tutte le contraddizioni di una società che ha ormai un bisogno ineludibile degli immigrati anche se poi, in alcune sue manifestazioni, li ritiene solo presenze dannose e parassitarie.
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venerdì 20 aprile 2012
– ORE
18:30
Condotto da Fabrizio Benente sul tema della migrazione Genova, Museoteatro della Commenda di Prè Piazza della Commenda, 1 DEFRAG: appunti di viaggio a Genova
APPUNTI DI VIAGGIO
Tema: “Le anime migranti”. Quando:20 aprile alla Commenda di Prè
Come:
18.15 Accoglienza e presentazione dei contenuti della serata 18.30 Proiezione di “ Un giorno senza messicani” 20.00 “Apericena” a cura di Capurro e incontro con testimonial (Marco Cipolloni) 21:00 “Vi racconto ..”, in viaggio con Fabrizio Benente 21.30 Concerto del Trio MalAcorda Tema: Intorno al 1880 più della meta degli immigrati italiani in America sono liguri: Argentina, Cile, Perù le mete, ma anche California e Canada. In Argentina il censimento del 1869 conta la presenza di 71.000 italiani, il 56% di origine ligure: hanno il monopolio della navigazione fluviale sul Rio de la Plata e fondano a la Boca due importanti associazioni: la Società Ligure di Mutuo Soccorso (tuttora esistente) e la Società Liguria di Mutuo Soccorso. Il fenomeno migratorio viene regolamentato per la prima volta nel 1888: fino ad allora è gestito essenzialmente da armatori e da mediatori. All'arrivo dei liguri, l'America è una terra che offre possibilità di guadagno: alcuni si arricchiscono istituendo catene commerciali o sfruttando le miniere dell'America latina – come la "Del Monte" fondata da due liguri o la fondazione della "Bank of America" ad opera di figli d'emigranti liguri provenienti da Favale di Malvaro - ma la maggior parte non riesce ad avere fortuna e a cambiare le precarie condizioni di vita. Dal 1905 al 1925 ne rientrano in patria circa trentamila. I motivi sono nella concorrenza di emigranti provenienti da altri paesi, Olanda e Portogallo, e nella mancata tutela dei propri interessi da parte del governo italiano. Ma chi sono gli emigranti? Un complesso universo fatto di "mercanti delle coste, marinai renitenti, ribelli politici, imprenditori industriali, proprietari terrieri, lavoratori agricoli e artigiani di tutti i tipi, uomini e donne senza professione, giovani e vecchi, mogli e figli che raggiungono i capifamiglia, ecclesiastici a capo, ma in realtà a seguito, di intere comunità parrocchiali.." scrive Adele Maiello nell'introduzione al quarto volume della ricerca, dedicato alle questioni di storia sociale dell'emigrazione, senza dimenticare che se gli emigranti sono i protagonisti principali del fenomeno, i suoi "attori sociali", ci sono anche i "protagonisti secondari e gli spettatori che, in certi casi possono apparire come i burattinai almeno di una parte dell'intera rappresentazione: gli armatori, gli agenti d'emigrazione, gli amministratori locali e statali, i parroci che vedono sfoltirsi le proprie comunità, i missionari, gli affittacamere, i ristoratori, i poliziotti, i giornalisti..” E accanto alla storia dei soliti Noti, quella della gente comune, migrante per la promessa e la speranza di una vita migliore e di lavoro, che diviene suo malgrado prezioso mezzo di scambio di esperienze, usi, abitudini, costumi, amalgama, fusione di cibi e territori. Il tema della migrazione è stato affrontato dal cinema e dalla letteratura considerando la donna un “personaggio al seguito”: sicuramente importante per lo svolgimento del racconto e delle storie, ma non protagonista. In realtà la donna è quella che tessendo la quotidianità, le tradizioni popolari, culinarie e religiose, insegnando lingua e dialetti, “saperi e sapori ”,è il vettore principale di quelle relazioni intenzionali che formano l’essere delle nuove generazioni: compito complesso quanto il fare convivere il patrimonio culturale della civiltà di appartenenza con quello del nuovo paese e di dare ai propri figli un senso di appartenenza in una terra nuova nel rispetto della memoria delle origini. Testimonial: Il film:
UN GIORNO SENZA MESSICANI di Sergio Arau, Usa/Messico/Spagna 2004, 90’. Cosa succederebbe se un giorno la ricca California si svegliasse e si rendesse conto che tutti i messicani sono spariti? Per qualcuno potrebbe essere un sogno, per altri uno shock. Le conseguenze economiche, politiche e sociali di questo disastro terrorizzano il Golden State. Gli esperti azzardano le prime ipotesi. Si tratta di un rapimento ad opera degli alieni? Terrorismo biologico? L’Apocalisse ha prescelto i Latinos ? O forse sono solo scappati perché stanchi di essere considerati invisibili? I pregiudizi etnici sono identici ovunque. California in un giorno qualunque. Ma non proprio qualunque. Perché, all’improvviso, una nebbia fitta avvolge i confini dello Stato e le comunicazioni con l’esterno si interrompono. Ma non è questa la cosa più importante perché, al contempo, scompaiono tutti i messicani. La moglie americana di un musicista non lo trova più e con lui il loro figlio maschio (la femmina è invece in casa..). Il conduttore delle seguitissime previsioni meteo televisive non c’è più.. Insomma una parte fondamentale della popolazione californiana è scomparsa causando tracolli che vanno dalla sfera privata a quella socioeconomica.. Sergio Arau, figlio del più famoso Alfonso, colpisce al centro con questo divertente e intelligente film a tesi che si svolge in California ma potrebbe essere ambientato ovunque esista un’immigrazione rilevante. Grazie a una nebbia carpenteriana che isola lo Stato, Arau costruisce un film in cui la scomparsa dei messicani fa emergere tutte le contraddizioni di una società che ha ormai un bisogno ineludibile degli immigrati anche se poi, in alcune sue manifestazioni, li ritiene solo presenze dannose e parassitarie. Chi siamo: Fabrizio Benente
Guida e voce narrante del format è archeologo e docente di Archeologia presso l’Università di Genova. Nel 2010/2011 gli è stata assegnata la Getty Research Exchange Fellowship da parte del Council of American Overseas Research Centers. Svolge attività di ricerca presso l’Albright Institute di Gerusalemme. E’ autore o curatore di libri e di numerosi articoli su riviste italiane e straniere. Ha partecipato a missioni archeologiche in Corsica, Grecia, Tunisia, Libano, Mongolia interna (Cina), Crimea (Ucraina), Israele. Cura produzioni multimediali e documentari televisivi. Vive in Val Graveglia, vicino a Chiavari, dove dedica tempo alla cura degli ulivi, della vigna e alla conoscenza del bosco.
Centro Culturale Thesis www.oltre.it/thesis - http://edizioni.oltre.it
Circolo del Cinema Lamaca Gioconda www.cimameriche.it
TriomalAcorda http://www.youtube.com/watch?v=tkTVK2wqQWg
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