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D'antan: *La sacra Aninu, le tavole delle leggi e dei ricordi*
Corriere della Sera di mercoledì 4 ottobre 2023
La storia rievoca i fasti della della fine del XVII secolo a. C., prima della terribile eruzione del vulcano di SantoriniMiti Il volume segue la trilogia drammatica «Armagheddon» ed «Escaton», premio speciale della giuria a Stresa nel 1998

di Ghigini Franco
Nella preistoria era Strongyle, poi divenne Kallisti. Isola dell'Egeo nell'arcipelago delle Cicladi, oggi è Santorini, Thira per i greci. E proprio dell'antica Kallisti racconta Oliviero Arzuffi nel romanzo storico «Aninu», pubblicato recentemente da «Oltre Edizioni». Bergamasco, docente di letteratura italiana con una viva passione per l'archeologia, l'autore dispone luoghi, accadimenti e personaggi in un ordito di indubbia suggestione.Elementi fantastici eppure, come abituale in questo tipo di letteratura, assolutamente verosimili s'intrecciano con puntuali dettagli storici e costanti richiami a una remota toponomastica, dal Peloponneso all'altopiano anatolico, oggi considerata solo nelle mappe archeologiche. Le vicende vanno datate alla fine del XVII secolo a. C., precisamente gli anni prima della distruttiva eruzione del vulcano di Santorini: il cataclisma, dalle straordinarie proporzioni, segnò il declino della civiltà minoica, fiorente a Creta e in tutto l'Egeo per un millennio. Nelle oltre duecentocinquanta pagine del volume vengono evocati i fasti e le rovinose cadute di Kallisti, la vita nelle città anatoliche di Catal Hoyuk e Hacilar, la potenza della lontana Tarsis alle foci del Guadalquivir, l'imporsi della supermazia cretese e i difficili rapporti con le terre sottomesse, il profilarsi di Argo e Micene. La descrizione di piazze e porti animati da moltitudini operose si alterna allo svelamento di intrighi in palazzi e templi, di accordi fra Consorterie e Collegi, di alleanze repentinamente risolte con sanguinose battaglie navali. In una narrazione dai tratti corali cui partecipano re, sacerdoti, capi di esercito, mercanti, marinai e pastori, spicca la figura di Aninu, prostituta sacra nella città di Therassos, oggi l'importante sito archeologico di Akrotiri.Sua è la coraggiosa missione di conservare e tramandare l'antica saggezza impressa nelle tavole «delle leggi e della memoria». A nascondere e dileggiare colpevolmente i principi sapienziali di quei misteriosi documenti è la sacerdotessa Tirasia che, con spietati riti sacrificali, tiene soggiogato il popolo nel terrore. Il tormentato viaggio delle tavole di rifugio in rifugio, di mano in mano, si offre come efficace metafora del faticoso percorso evolutivo dell'uomo, dall'ignoranza alla conoscenza. Nel sovrapporre, inscritti in un preciso scenario storico, piani narrativi che affrontano sia contrasti personali che temi sociali, l'opera peraltro consegna spunti e riflessioni applicabili, mutatis mutandis, alle temperie odierne: le ragioni spesso inconciliabili dell'etica, della politica e dell'economia; l'incongruenza fra superstizione, fede e razionalità; la guerra, male necessario o ingiustificabile affronto alla vita. Oliviero Arzuffi giunge con «Aninu» a un maturo traguardo letterario, successivo alla trilogia drammatica «Armagheddon» e ad «Escaton», premio speciale della giuria a Stresa nel 1998. Con un linguaggio denso, nondimeno conciso e lineare, «Aninu» si propone come lettura interessante e avvincente, certamente raccomandata.


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Corriere della Sera - mercoledì 4 ottobre 2023
La storia rievoca i fasti della della fine del XVII secolo a. C., prima della terribile eruzione del vulcano di SantoriniMiti Il volume segue la trilogia drammatica «Armagheddon» ed «Escaton», premio speciale della giuria a Stresa nel 1998

di Ghigini Franco
Nella preistoria era Strongyle, poi divenne Kallisti. Isola dell'Egeo nell'arcipelago delle Cicladi, oggi è Santorini, Thira per i greci. E proprio dell'antica Kallisti racconta Oliviero Arzuffi nel romanzo storico «Aninu», pubblicato recentemente da «Oltre Edizioni». Bergamasco, docente di letteratura italiana con una viva passione per l'archeologia, l'autore dispone luoghi, accadimenti e personaggi in un ordito di indubbia suggestione.Elementi fantastici eppure, come abituale in questo tipo di letteratura, assolutamente verosimili s'intrecciano con puntuali dettagli storici e costanti richiami a una remota toponomastica, dal Peloponneso all'altopiano anatolico, oggi considerata solo nelle mappe archeologiche. Le vicende vanno datate alla fine del XVII secolo a. C., precisamente gli anni prima della distruttiva eruzione del vulcano di Santorini: il cataclisma, dalle straordinarie proporzioni, segnò il declino della civiltà minoica, fiorente a Creta e in tutto l'Egeo per un millennio. Nelle oltre duecentocinquanta pagine del volume vengono evocati i fasti e le rovinose cadute di Kallisti, la vita nelle città anatoliche di Catal Hoyuk e Hacilar, la potenza della lontana Tarsis alle foci del Guadalquivir, l'imporsi della supermazia cretese e i difficili rapporti con le terre sottomesse, il profilarsi di Argo e Micene. La descrizione di piazze e porti animati da moltitudini operose si alterna allo svelamento di intrighi in palazzi e templi, di accordi fra Consorterie e Collegi, di alleanze repentinamente risolte con sanguinose battaglie navali. In una narrazione dai tratti corali cui partecipano re, sacerdoti, capi di esercito, mercanti, marinai e pastori, spicca la figura di Aninu, prostituta sacra nella città di Therassos, oggi l'importante sito archeologico di Akrotiri.Sua è la coraggiosa missione di conservare e tramandare l'antica saggezza impressa nelle tavole «delle leggi e della memoria». A nascondere e dileggiare colpevolmente i principi sapienziali di quei misteriosi documenti è la sacerdotessa Tirasia che, con spietati riti sacrificali, tiene soggiogato il popolo nel terrore. Il tormentato viaggio delle tavole di rifugio in rifugio, di mano in mano, si offre come efficace metafora del faticoso percorso evolutivo dell'uomo, dall'ignoranza alla conoscenza. Nel sovrapporre, inscritti in un preciso scenario storico, piani narrativi che affrontano sia contrasti personali che temi sociali, l'opera peraltro consegna spunti e riflessioni applicabili, mutatis mutandis, alle temperie odierne: le ragioni spesso inconciliabili dell'etica, della politica e dell'economia; l'incongruenza fra superstizione, fede e razionalità; la guerra, male necessario o ingiustificabile affronto alla vita. Oliviero Arzuffi giunge con «Aninu» a un maturo traguardo letterario, successivo alla trilogia drammatica «Armagheddon» e ad «Escaton», premio speciale della giuria a Stresa nel 1998. Con un linguaggio denso, nondimeno conciso e lineare, «Aninu» si propone come lettura interessante e avvincente, certamente raccomandata.


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