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Mala morte, un 'cold case' del Medioevo
la Repubblica di gioved 5 dicembre 2019
Indagine archeologica dal finale sorprendente nel volume firmato da Benente e Dentone

di Massimo Minella
Prendete un archeologo che ovviamente sa scavare, ma ha anche una passione sfrenata per le storie dimenticate e mettetegli a fianco uno degli scrittori più apprezzati in tema di letteratura di mare, che è anche saggista e narratore. Ne uscirà un libro che parla di storie passate, ma che ha continui rimandi con un presente in cui i misteri, troppo spesso, sovrastano la realtà. Ecco "Mala Morte", libro firmato da Fabrizio Benente e Mario Dentone (Oltre Edizioni, 19 euro), il primo docente di Archeologia del Mediterraneo all'ateneo genovese, il secondo scrittore appassionato ed eclettico, in grado di passare dalle storie di mare alla narrazione di luoghi e personaggi della sua amata Liguria.
Insieme, lo studioso che ama indossare i panni dello scrittore e lo scrittore che non disdegna di entrare nel cuore delle vicende umane e farsi investigatore ricostruiscono, ognuno con la propria sensibilità, una storia che arriva da lontano, dal Medioevo, e che riguarda un omicidio irrisolto. Un "cold Case” che Benente e Dentone restituiscono con freschezza narrativa al lettore, marciando ognuno per proprio conto e con i rispettivi strumenti del mestiere. Questo omicidio medievale diventa così nella prima parte un'indagine archeologica e nella seconda un racconto. Da anni Benente indirizza i suoi scavi nelle aree del Mediterraneo, arrivando fino in Israele, senza però mai dimenticare la Liguria e le sue mille storie medievali che prendono vita da un reperto, un'iscrizione, una manciata di pietre che paiono quasi gettate a caso fra i monti. Insieme ai suoi studenti scava e annota e, quando il tempo glielo consente, fra una gara di atletica (è pure campione italiano di mezzofondo - nella sua categoria) e la cura dei suoi campi, si dedica alla narrativa. Non a caso, questa storia emerge dal passato grazie agli scavi condotti per anni al vecchio ospedale "di passo" di San Nicolao di Pietra Còlice, alle spalle di Sestri Levante, snodo viario degli scambi commerciali dell'epoca medioevale. Sulle riviste specializzate, i risultati di questi scavi sono cosa nota. Ma su uno non si è ancora riusciti a dare una spiegazione (o, meglio, non si era ancora riusciti): il ritrovamento di uno scheletro di un uomo trafitto da 19 colpi di arma da taglio.
Chi lo ha ucciso e perché? Che cosa aveva di tanto importante da spingere qualcun altro a depredarlo? Oppure si tratta di una storia differente che parla di potere e lotte? Leggete l'indagine archeologica con le tesi sviluppate da Benente e poi lasciatevi trasportare dalle pagine di Dentone, che utilizza l'arma della fantasia per immergersi nel Medioevo ligure.
Un libro per appassionati di archeologia, certo, ma anche pei amanti del giallo. Una commistione che ha per sfondo una Liguria misteriosa, che alterna le bellezze selvagge della natura alle bramosie umane. Una storia lontana che in fondo tanto lontana proprio non è. Con due finali tutti da scoprire.


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Prendete un archeologo che ovviamente sa scavare, ma ha anche una passione sfrenata per le storie dimenticate e mettetegli a fianco uno degli scrittori più apprezzati in tema di letteratura di mare, che è anche saggista e narratore. Ne uscirà un libro che parla di storie passate, ma che ha continui rimandi con un presente in cui i misteri, troppo spesso, sovrastano la realtà. Ecco "Mala Morte", libro firmato da Fabrizio Benente e Mario Dentone (Oltre Edizioni, 19 euro), il primo docente di Archeologia del Mediterraneo all'ateneo genovese, il secondo scrittore appassionato ed eclettico, in grado di passare dalle storie di mare alla narrazione di luoghi e personaggi della sua amata Liguria.
Insieme, lo studioso che ama indossare i panni dello scrittore e lo scrittore che non disdegna di entrare nel cuore delle vicende umane e farsi investigatore ricostruiscono, ognuno con la propria sensibilità, una storia che arriva da lontano, dal Medioevo, e che riguarda un omicidio irrisolto. Un "cold Case” che Benente e Dentone restituiscono con freschezza narrativa al lettore, marciando ognuno per proprio conto e con i rispettivi strumenti del mestiere. Questo omicidio medievale diventa così nella prima parte un'indagine archeologica e nella seconda un racconto. Da anni Benente indirizza i suoi scavi nelle aree del Mediterraneo, arrivando fino in Israele, senza però mai dimenticare la Liguria e le sue mille storie medievali che prendono vita da un reperto, un'iscrizione, una manciata di pietre che paiono quasi gettate a caso fra i monti. Insieme ai suoi studenti scava e annota e, quando il tempo glielo consente, fra una gara di atletica (è pure campione italiano di mezzofondo - nella sua categoria) e la cura dei suoi campi, si dedica alla narrativa. Non a caso, questa storia emerge dal passato grazie agli scavi condotti per anni al vecchio ospedale "di passo" di San Nicolao di Pietra Còlice, alle spalle di Sestri Levante, snodo viario degli scambi commerciali dell'epoca medioevale. Sulle riviste specializzate, i risultati di questi scavi sono cosa nota. Ma su uno non si è ancora riusciti a dare una spiegazione (o, meglio, non si era ancora riusciti): il ritrovamento di uno scheletro di un uomo trafitto da 19 colpi di arma da taglio.
Chi lo ha ucciso e perché? Che cosa aveva di tanto importante da spingere qualcun altro a depredarlo? Oppure si tratta di una storia differente che parla di potere e lotte? Leggete l'indagine archeologica con le tesi sviluppate da Benente e poi lasciatevi trasportare dalle pagine di Dentone, che utilizza l'arma della fantasia per immergersi nel Medioevo ligure.
Un libro per appassionati di archeologia, certo, ma anche pei amanti del giallo. Una commistione che ha per sfondo una Liguria misteriosa, che alterna le bellezze selvagge della natura alle bramosie umane. Una storia lontana che in fondo tanto lontana proprio non è. Con due finali tutti da scoprire.


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