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Libri introvabili e a caro prezzo. Torna in libreria una perla di Ugo Moretti
affaritaliani.it di lunedì 23 dicembre 2019
Ugo Moretti è uno di quegli scrittori di razza ingiustamente dimenticati dei quali è quasi impossibile reperire libri in commercio se non nei mercati delle rarità on line e spesso a caro prezzo

di Patrizio J. Macci
Oltre Edizioni ha pensato di restituire a nuova vita un gioiellino scritto da Moretti in una collana diretta da Diego Zandel che è stato amico dell’autore e al quale va il merito di questa riscoperta, “Doppia morte al Governo Vecchio” pubblicato per la prima volta nel 1960 con la prefazione di un giovane giornalista ai più sconosciuto: Maurizio Costanzo. Di Moretti è difficile reperire anche fotografie che lo ritraggono in sintonia con la sua esistenza rimasta sempre nell’ombra. Il motivo è noto a pochissimi e occorre ricordarlo. Moretti conduceva un’esistenza decisamente bohemienne e arrivò a dover scrivere “a cottimo” per vivere dopo un’esordio con il botto nel 1949 (Vento Caldo), tradotto in otto lingue.
Il Governo Vecchio del titolo è la strada incastonata nel cuore della Capitale dove si muovono un poliziotto che traffica con corpi di reato, ladri, prostitute, nobili rinsecchiti. Moretti oltre a costruire una trama giallesca di ottimo livello è contaminato dalla lingua di Gadda, crea neologismi o usa parole poi cadute in disuso senza rinunciare a un’ironia acre che getta una luce sinistra sulla realtà.Una polifonia di personaggi scolpiti con pochi tratti ma in maniera magistrale. Basta farsi un giro con il libro in mano nelle strade raccontate da Moretti per vedere che negozi a parte nulla è cambiato, le mura che hanno conosciuto quei personaggi sono identiche a quelle del libro e i marmi sono lucidi per il calpestio del popolino.
Il vero Giallo italiano che non ha nulla da invidiare agli investigatori celebrati con decine di film e che meriterebbe di essere portato sullo schermo. La sceneggiatura è già pronta. Ciak si giri.


leggi l'articolo integrale su affaritaliani.it
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Ugo Moretti è uno di quegli scrittori di razza ingiustamente dimenticati dei quali è quasi impossibile reperire libri in commercio se non nei mercati delle rarità on line e spesso a caro prezzo

di Patrizio J. Macci
Oltre Edizioni ha pensato di restituire a nuova vita un gioiellino scritto da Moretti in una collana diretta da Diego Zandel che è stato amico dell’autore e al quale va il merito di questa riscoperta, “Doppia morte al Governo Vecchio” pubblicato per la prima volta nel 1960 con la prefazione di un giovane giornalista ai più sconosciuto: Maurizio Costanzo. Di Moretti è difficile reperire anche fotografie che lo ritraggono in sintonia con la sua esistenza rimasta sempre nell’ombra. Il motivo è noto a pochissimi e occorre ricordarlo. Moretti conduceva un’esistenza decisamente bohemienne e arrivò a dover scrivere “a cottimo” per vivere dopo un’esordio con il botto nel 1949 (Vento Caldo), tradotto in otto lingue.
Il Governo Vecchio del titolo è la strada incastonata nel cuore della Capitale dove si muovono un poliziotto che traffica con corpi di reato, ladri, prostitute, nobili rinsecchiti. Moretti oltre a costruire una trama giallesca di ottimo livello è contaminato dalla lingua di Gadda, crea neologismi o usa parole poi cadute in disuso senza rinunciare a un’ironia acre che getta una luce sinistra sulla realtà.Una polifonia di personaggi scolpiti con pochi tratti ma in maniera magistrale. Basta farsi un giro con il libro in mano nelle strade raccontate da Moretti per vedere che negozi a parte nulla è cambiato, le mura che hanno conosciuto quei personaggi sono identiche a quelle del libro e i marmi sono lucidi per il calpestio del popolino.
Il vero Giallo italiano che non ha nulla da invidiare agli investigatori celebrati con decine di film e che meriterebbe di essere portato sullo schermo. La sceneggiatura è già pronta. Ciak si giri.


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