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Tel, 0381 938256 / 937244 - Email assarcheolom@libero.it

Andrea De Pascale, è archeologo, Conservatore del Museo Archeologico del Finale, museo civico a Finale Ligure Borgo (SV) in gestione all’Istituto Internazionale di Studi Liguri. Laureato in Conservazione dei Beni Culturali, indirizzo archeologico (110/110 e lode), presso l’Università degli Studi di Genova, ha conseguito nello stesso Ateneo un Dottorato di Ricerca in Scienze Storiche (indirizzo Geografia Storica per la Valorizzazione del Patrimonio Storico Ambientale).
È membro del Centro Studi Sotterranei di Genova, della Commissione Nazionale Cavità Artificiali della Società Speleologica Italiana e rappresentante delegato dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri presso l’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria. Dal 2010 è Consigliere del Direttivo del Coordinamento Regione Liguria dell’ICOM - International Council of Museums, carica che ricopre tuttora.
Si occupa di archeologia preistorica, in particolare di studi sul Neolitico e il Calcolitico, e di Storia della Paletnologia italiana. Opera in progetti di archeologia ambientale e di archeologia delle cavità artificiali, in Italia e in Turchia, con particolare attenzione allo studio dell’interazione Uomo - Ambiente e alla produzione ed uso di risorse e materie prime.
Autore di circa duecento articoli scientifici in monografie, atti di convegni e pubblicazioni di settore, italiane ed estere, pone particolare attenzione alla divulgazione scientifica. In tale ambito cura dal 2006 alcuni eventi per il Festival della Scienza di Genova e ha realizzato diversi articoli per le riviste Medioevo, Il Giornale dell’Arte ed Archeo. Per quest’ultima cura pure una rubrica mensile dal titolo “L’ordine rovesciato delle cose”.
Con Decreto Ministeriale 28 luglio 2011 è stato nominato, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ispettore Onorario per i Beni Archeologici (territorio di competenza: Finale Ligure - SV).
In data 04.02.2014 ha conseguito l’idoneità a Professore Universitario Associato (II Fascia), settore 10/A1 - Archeologia (ASN Abilitazione Scientifica Nazionale MIUR - Bando 2012 - DD n. 222/2012).
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Andrea De Pascale, è archeologo, Conservatore del Museo Archeologico del Finale, museo civico a Finale Ligure Borgo (SV) in gestione all’Istituto Internazionale di Studi Liguri. Laureato in Conservazione dei Beni Culturali, indirizzo archeologico (110/110 e lode), presso l’Università degli Studi di Genova, ha conseguito nello stesso Ateneo un Dottorato di Ricerca in Scienze Storiche (indirizzo Geografia Storica per la Valorizzazione del Patrimonio Storico Ambientale).
È membro del Centro Studi Sotterranei di Genova, della Commissione Nazionale Cavità Artificiali della Società Speleologica Italiana e rappresentante delegato dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri presso l’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria. Dal 2010 è Consigliere del Direttivo del Coordinamento Regione Liguria dell’ICOM - International Council of Museums, carica che ricopre tuttora.
Si occupa di archeologia preistorica, in particolare di studi sul Neolitico e il Calcolitico, e di Storia della Paletnologia italiana. Opera in progetti di archeologia ambientale e di archeologia delle cavità artificiali, in Italia e in Turchia, con particolare attenzione allo studio dell’interazione Uomo - Ambiente e alla produzione ed uso di risorse e materie prime.
Autore di circa duecento articoli scientifici in monografie, atti di convegni e pubblicazioni di settore, italiane ed estere, pone particolare attenzione alla divulgazione scientifica. In tale ambito cura dal 2006 alcuni eventi per il Festival della Scienza di Genova e ha realizzato diversi articoli per le riviste Medioevo, Il Giornale dell’Arte ed Archeo. Per quest’ultima cura pure una rubrica mensile dal titolo “L’ordine rovesciato delle cose”.
Con Decreto Ministeriale 28 luglio 2011 è stato nominato, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ispettore Onorario per i Beni Archeologici (territorio di competenza: Finale Ligure - SV).
In data 04.02.2014 ha conseguito l’idoneità a Professore Universitario Associato (II Fascia), settore 10/A1 - Archeologia (ASN Abilitazione Scientifica Nazionale MIUR - Bando 2012 - DD n. 222/2012).
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oggi
27/09/2024

Cronache del Diana

46
 

Di pornografia talvolta si parla, spesso con malizia o volgarità. Questo libro vuole dare uno spaccato nuovo, non a caso è scritto da “anonimo antropologo dilettante”. Ambientato in un cinema a luci rosse di una città di provincia, La Spezia, ma solo per caso, perché riguarda una realtà italiana viva fino a non molto tempo fa.

L’autore narra la sua esperienza di frequentatore di cinema porno, intima e intimistica, cercando soprattutto una chiave di lettura, senza necessariamente cercare risposte a domande, ma sempre con spirito criticamente curioso. Da antropologo, appunto. Un libro che è un po’ un’autobiografia e un po’ un saggio, senza essere autocelebrativo come molte autobiografie e senza essere noioso come quasi tutti i saggi.

Vedere un film porno al cinema significava, anche, socializzare perché, che piaccia o meno, il sesso è anche socializzazione. Oggi, che la pornografia è fruibile comodamente a casa propria, si è inevitabilmente persa anche questa dimensione. Il libro ci riporta anche a quei tempi, che sembrano lontani anni luce da oggi, oggi che un clic ci consente di avvicinarci a qualunque realtà, allontanandoci però sempre di più dalla vita. Quella vera. Questo libro profuma di vita vera.

Dall’introduzione: «C’è stato un tempo in cui il porno non veniva consumato alla stregua di un “solitario”, facendo clic su un personal computer nella nostra abitazione, ma compiendo lo sforzo di uscire di casa, raggiungendo il cinema, varcando l’ingresso, pagando un biglietto e calandosi con un po’ di circospezione in un ambiente che a suo modo costituiva parte integrante dell’antropologia urbana. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, nel quadro della complessiva crisi del cinema, e in linea con un’inesorabile tendenza nazionale, anche alla Spezia diverse sale si specializzarono nell’hard-core: il Cozzani, il Marconi, l’Odeon, l’Astra, frequentato fino a poco tempo prima da persone benestanti. Ricordo il titolare di una di quelle sale affermare sconsolato: «Se non proietti un film porno non puoi lavorare». Le volte che poteva, proponeva cartoni animati e sua moglie, tornata alla cassa, vedendo arrivare un cliente che accompagnava un bambino, si apriva a un sorriso. E il Diana, il locale di via Sapri, già cinema-teatro durante il fascismo, che nel dopoguerra, acquisita la nuova denominazione, aveva continuato a perseguire un target di livello medio-alto – fascia sociale abbastanza discriminante per lo studentello squattrinato che io ero nei primi anni Settanta – non sfuggiva a queste regole».


ANONIMO

A cura di Beppe Mecconi e Vanessa Isoppo

CRONACHE DEL DIANA

Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse

Pagine 144, prezzo 16 euro, in libreria dal 24 settembre

OLTRE EDIZIONI

I Curatori

Questo libro, di autore anonimo, è stato curato con grande delicatezza e affetto da Vanessa Isoppo e da Beppe Mecconi.

Vanessa Isoppo è psicologa-psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia dell’approccio centrato sulla persona. Già docente di Psicologia Generale all’Università di Genova, è specializzata inoltre in Problemi e Patologie Alcol-correlate e Scienze Criminologico-Forensi. Nata a Sarzana (SP), vive e lavora a Roma.

Beppe Mecconi è nato e vive nel Golfo dei Poeti. Pittore, scrittore, illustratore di libri per l’infanzia, sceneggiatore, autore e direttore di film-documentari, regista di teatro e recital musicali. Per 12 anni Presidente e Responsabile culturale del Museo paleontologico nel Castello di Lerici. Ha ricevuto dall’UNICEF il diploma ufficiale del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia. Recentemente è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana per meriti culturali e artistici.

Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse

Dal 24 settembre sarà in libreria "CRONACHE DEL DIANA - Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse" a cura di Beppe Mecconi e Vanessa Isoppo (Oltre edizioni). 

Di pornografia talvolta si parla, spesso con malizia o volgarità. Questo libro vuole dare uno spaccato nuovo, non a caso è scritto da "anonimo antropologo dilettante". Ambientato in un cinema a luci rosse di una città di provincia, La Spezia, ma solo per caso, perché riguarda una realtà italiana viva fino a non molto tempo fa. L'autore narra la sua esperienza di frequentatore di cinema porno, intima e intimistica, cercando soprattutto una chiave di lettura, senza necessariamente cercare risposte a domande, ma sempre con spirito criticamente curioso. Da antropologo, appunto. Un libro che è un po' un'autobiografia e un po' un saggio, senza essere autocelebrativo come molte autobiografie e senza essere noioso come quasi tutti i saggi. Vedere un film porno al cinema significava, anche, socializzare perché, che piaccia o meno, il sesso è anche socializzazione. Oggi, che la pornografia è fruibile comodamente a casa propria, si è inevitabilmente persa anche questa dimensione. Il libro ci riporta anche a quei tempi, che sembrano lontani anni luce da oggi, oggi che un clic ci consente di avvicinarci a qualunque realtà, allontanandoci però sempre di più dalla vita. Quella vera. Questo libro profuma di vita vera.

 

I CURATORI

Questo libro, di autore anonimo, è stato curato con grande delicatezza e affetto da Vanessa Isoppo e da Beppe Mecconi.

Vanessa Isoppo è psicologa-psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia dell'approccio centrato sulla persona. Già docente di Psicologia Generale all'Università di Genova, è specializzata inoltre in Problemi e Patologie Alcol-correlate e Scienze Criminologico-Forensi. Nata a Sarzana (SP), vive e lavora a Roma.

Beppe Mecconi è nato e vive nel Golfo dei Poeti. Pittore, scrittore, illustratore di libri per l'infanzia, sceneggiatore, autore e direttore di film-documentari, regista di teatro e recital musicali. Per 12 anni Presidente e Responsabile culturale del Museo paleontologico nel Castello di Lerici. Ha ricevuto dall'UNICEF il diploma ufficiale del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia. Recentemente è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana per meriti culturali e artistici.

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