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venerdì 17 novembre 2017  – ORE  18:00
Milano, Bookcity. Scuola interpreti e traduttori Altiero Spinelli

Ilaria Guidantoni, che ha curato la traduzione di Ritratto incompiuto del padre – per finire con l’infanzia, insiema ad Angelo Gaccione, presenta
 
Jean Sénac, il Pasolini algerino
Il sogno infranto di una società aperta

“La patria è il luogo dove si sta bene. Il luogo dove il tuo corpo s’incastra al meglio.
Dove i pori respirano. Dove le tue parole si aprono. Dove le tue bugie, perfino loro, non hanno paura. Sono nato algerino. Ho avuto bisogno di girare in tutti i secoli per ridiventare algerino e non aver più da rendere conto a coloro che mi parlano di altri cieli.”
Nelle sue contraddizioni la testimonianza di un conflitto che dura ancor oggi: scrittore inedito in Italia, lacerato tra due sponde mediterranee, Francia e Algeria; mondo arabo e berbero, passione rivoluzionaria e cultura francofona; religione cristiana di matrice andalusa, popolare e bigotta e la scoperta dei 'popoli di bellezza'; la poesia come impegno e l'arte come ponte rivoluzionario oltre il realismo sovietico. Sullo sfondo la lunga corrispondenza e amicizia con l'altro francese d'Algeria, Albert Camus, poi interrotta bruscamente. L'idea della traduzione nasce dalla voglia di riscoprire un autore importante e dimenticato che racconta la lacerazione di vivere tra le due sponde del Mediterraneo, dalla parte degli ultimi. Una vicenda e una poetica analoga a quella pasoliniana e una visione del mare bianco di mezzo e del potere della lingua - la poesia come rivoluzione pura - di grande attualità. Il poeta "bastardo" che ha scritto un solo romanzo, schizzo incompiuto di una sorta di Recherche: la contraddizione fil rouge della vita di Sénac, mai sanata.

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Jean Sénac, il Pasolini algerino
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Jean Sénac, il Pasolini algerino
Il sogno infranto di una società aperta

“La patria è il luogo dove si sta bene. Il luogo dove il tuo corpo s’incastra al meglio.
Dove i pori respirano. Dove le tue parole si aprono. Dove le tue bugie, perfino loro, non hanno paura. Sono nato algerino. Ho avuto bisogno di girare in tutti i secoli per ridiventare algerino e non aver più da rendere conto a coloro che mi parlano di altri cieli.”
Nelle sue contraddizioni la testimonianza di un conflitto che dura ancor oggi: scrittore inedito in Italia, lacerato tra due sponde mediterranee, Francia e Algeria; mondo arabo e berbero, passione rivoluzionaria e cultura francofona; religione cristiana di matrice andalusa, popolare e bigotta e la scoperta dei 'popoli di bellezza'; la poesia come impegno e l'arte come ponte rivoluzionario oltre il realismo sovietico. Sullo sfondo la lunga corrispondenza e amicizia con l'altro francese d'Algeria, Albert Camus, poi interrotta bruscamente. L'idea della traduzione nasce dalla voglia di riscoprire un autore importante e dimenticato che racconta la lacerazione di vivere tra le due sponde del Mediterraneo, dalla parte degli ultimi. Una vicenda e una poetica analoga a quella pasoliniana e una visione del mare bianco di mezzo e del potere della lingua - la poesia come rivoluzione pura - di grande attualità. Il poeta "bastardo" che ha scritto un solo romanzo, schizzo incompiuto di una sorta di Recherche: la contraddizione fil rouge della vita di Sénac, mai sanata.

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