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«Vernice Fresca» di Luca Rondolini
CONVENZIONALI di martedģ 5 gennaio 2016


Un posto che Luca aveva scovato andando a correre era diventato speciale. L’avevano chiamato il Posto Segreto: in fondo a un sentiero che deviava da una strada isolata c’era una roulotte scalcinata e vicino un cavallo attaccato a una corda. L’animale sbuffava e scuoteva la criniera, incuriosito da due figure umane, una in piedi e un’altra in ginocchio, che sempre più spesso lo venivano a trovare di notte. Quella in ginocchio si aggrappava con le mani ai fianchi di quella in piedi per paura che volasse via. Per lungo tempo le loro ombre si intrecciavano e si confondevano, dopo gli venivano a dare un ciuffo d’erba e gli dicevano “Bello, bello cavallone, amico nostro”.

Vernice fresca, Luca Rondolini, Oltre edizioni.
Undici racconti. Schietti, freschi, crudi, brutali, lirici e insieme carnali, fatti di un eros il più delle volte dirompente, precipitoso, impacciato, nostalgici, ironici, umani, delicati, onirici e terreni, concreti, passionali, che compiutamente ritraggono le sfumature della vita, tutte, l’alto e il basso, il bello e il brutto, il volgare e il sublime. Luca Rondolini, laureato in Lettere, addottoratosi con una tesi non a caso su Federigo Tozzi, attore del CUT di Perugia e del Teatro Stabile dell’Umbria (ha collaborato anche con Filippo Timi, che sarebbe semplicemente l’interprete ideale per molti suoi personaggi), ha uno stile brillante e uno sguardo originale, che rivolge al mondo che narra, a brandelli di quotidianità irregolari come gli orli di una federa strappata, attraverso il filtro di una lingua che è talmente immediata da farsi persino dialettale, rappresentazione tangibile, iniziatica, simbolo e spiegazione di un percorso di formazione di tanti protagonisti, liquidi ma niente affatto evanescenti, irrisolti o non caratterizzati, anzi caleidoscopici, facce plausibili di un unico grande Io. Straniante, conquista.

Gabriele Ottaviani

[leggi l'articolo originale su Convenzionali]


leggi l'articolo integrale su CONVENZIONALI
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CONVENZIONALI - martedģ 5 gennaio 2016


Un posto che Luca aveva scovato andando a correre era diventato speciale. L’avevano chiamato il Posto Segreto: in fondo a un sentiero che deviava da una strada isolata c’era una roulotte scalcinata e vicino un cavallo attaccato a una corda. L’animale sbuffava e scuoteva la criniera, incuriosito da due figure umane, una in piedi e un’altra in ginocchio, che sempre più spesso lo venivano a trovare di notte. Quella in ginocchio si aggrappava con le mani ai fianchi di quella in piedi per paura che volasse via. Per lungo tempo le loro ombre si intrecciavano e si confondevano, dopo gli venivano a dare un ciuffo d’erba e gli dicevano “Bello, bello cavallone, amico nostro”.

Vernice fresca, Luca Rondolini, Oltre edizioni.
Undici racconti. Schietti, freschi, crudi, brutali, lirici e insieme carnali, fatti di un eros il più delle volte dirompente, precipitoso, impacciato, nostalgici, ironici, umani, delicati, onirici e terreni, concreti, passionali, che compiutamente ritraggono le sfumature della vita, tutte, l’alto e il basso, il bello e il brutto, il volgare e il sublime. Luca Rondolini, laureato in Lettere, addottoratosi con una tesi non a caso su Federigo Tozzi, attore del CUT di Perugia e del Teatro Stabile dell’Umbria (ha collaborato anche con Filippo Timi, che sarebbe semplicemente l’interprete ideale per molti suoi personaggi), ha uno stile brillante e uno sguardo originale, che rivolge al mondo che narra, a brandelli di quotidianità irregolari come gli orli di una federa strappata, attraverso il filtro di una lingua che è talmente immediata da farsi persino dialettale, rappresentazione tangibile, iniziatica, simbolo e spiegazione di un percorso di formazione di tanti protagonisti, liquidi ma niente affatto evanescenti, irrisolti o non caratterizzati, anzi caleidoscopici, facce plausibili di un unico grande Io. Straniante, conquista.

Gabriele Ottaviani

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31/10/2024

Diego Zandel, L’isola di Kos

L’isola greca di Kos, Dodecaneso (la terza più grande, dopo Rodi e Scarpantos). 1969-2012-2024 (come noto già isola carcere e possedimento italiano 1912-1947). Circa 287,2 chilometri quadrati, oltre 30 mila abitanti (molti di più in estate), al massimo 843 metri s.l.m.

Il bravo scrittore italiano Diego Zandel (campo di profughi fiumani di Servigliano, 1948) frequenta L’isola di Kos da 54 anni, perlopiù insieme alla prima moglie Anna (e ai loro figli), la cui mamma era nata lì e che è morta nel 2012.

Scrisse una sorta di guida (mappa, storia, foto, poesie, suggerimenti di visita) quando rimase vedovo (un male mortale scoperto nel gennaio 2010), come dolce ricordo (in parte diario). La ripropone oggi con alcuni aggiornamenti per quanto riguarda locali e ristoranti, taverne e psarotaverne (osterie di pesce), nuove infrastrutture e percorsi.

Migliaia di italiani e italiane ci vanno ogni anno, altri vi stanno forse programmando un viaggio, ciascuno potrà scoprire un informato avvincente turismo lento.

Guglielmo Marconi e la Marina italiana di Silvano Benedetti

"Scritto letto detto", la rubrica di #RaiStoria in onda domenica #6ottobre alle 8.50 e alle 20.20. Giovanni Paolo Fontana intervista scrittori, giornalisti e testimoni. Lo storico Silvano Benedetti ricostruisce il profondo legame tra Guglielmo Marconi e la Marina italiana.
Si rivede su #Raiplay




Silvano Benedetti parla del suo libro


La trasmissione è andata in onda il 6 ottobre
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