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«La signorina “Volentieri”» di Angelo Gaccione
CONVENZIONALI di martedģ 5 gennaio 2016


Se una parte della tua vita è appartenuta per lungo tempo a qualcuno, anche l’altra metà finisce per non essere più tua, per non appartenerti più.

La signorina “Volentieri”, Angelo Gaccione, Oltre edizioni.
Il tempo è fluido. Erode. Come il vento. Come l’acqua. Cambia, muta, divora. Rende tutto nuovo, diverso. A sua immagine e somiglianza. L’immagine di una continua e inafferrabile alterità. Ciò che un attimo prima sembra imprescindibile un attimo dopo pare non rivestire più alcun ruolo, nessuna importanza, né per la propria vita né per nessuna di quelle altrui. Tutto si modifica, e tutto però resta sempre uguale. Coerente con sé, acquista nuova forma. Perché se ci sono cose che volano ve ne esistono anche alcune che restano, parafrasando una splendida elegia, e paradossalmente più sono immateriali più restano. I sentimenti. L’amore. Il dolore. Il bisogno. La devozione. La frustrazione, la malattia. La solidarietà. Oggetti astratti fondamentali, a cui però riserviamo meno attenzione che a quelli effimeri e concreti, le mode che non ci lasciano niente. Questo sembra essere uno dei problemi, forse il principale della nostra società. Lo slittamento delle priorità. Un errore di calcolo che fa fallire tutta la somma. Una prospettiva che non ha ragion d’esistere. Di questo racconta Gaccione, della vita e di noi, di illusioni e disillusioni, speranze, tradimenti, mezogne e scomode verità, con uno stile pittorico, brillante, scarno, senza inutili fronzoli, che fa di questo suo libro una raccolta di istantanee. Attimi, di grande presenza. Da leggere.

Gabriele Ottaviani

[leggi l'articolo originale su Convenzionali]


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CONVENZIONALI - martedģ 5 gennaio 2016


Se una parte della tua vita è appartenuta per lungo tempo a qualcuno, anche l’altra metà finisce per non essere più tua, per non appartenerti più.

La signorina “Volentieri”, Angelo Gaccione, Oltre edizioni.
Il tempo è fluido. Erode. Come il vento. Come l’acqua. Cambia, muta, divora. Rende tutto nuovo, diverso. A sua immagine e somiglianza. L’immagine di una continua e inafferrabile alterità. Ciò che un attimo prima sembra imprescindibile un attimo dopo pare non rivestire più alcun ruolo, nessuna importanza, né per la propria vita né per nessuna di quelle altrui. Tutto si modifica, e tutto però resta sempre uguale. Coerente con sé, acquista nuova forma. Perché se ci sono cose che volano ve ne esistono anche alcune che restano, parafrasando una splendida elegia, e paradossalmente più sono immateriali più restano. I sentimenti. L’amore. Il dolore. Il bisogno. La devozione. La frustrazione, la malattia. La solidarietà. Oggetti astratti fondamentali, a cui però riserviamo meno attenzione che a quelli effimeri e concreti, le mode che non ci lasciano niente. Questo sembra essere uno dei problemi, forse il principale della nostra società. Lo slittamento delle priorità. Un errore di calcolo che fa fallire tutta la somma. Una prospettiva che non ha ragion d’esistere. Di questo racconta Gaccione, della vita e di noi, di illusioni e disillusioni, speranze, tradimenti, mezogne e scomode verità, con uno stile pittorico, brillante, scarno, senza inutili fronzoli, che fa di questo suo libro una raccolta di istantanee. Attimi, di grande presenza. Da leggere.

Gabriele Ottaviani

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oggi
31/10/2024

Diego Zandel, L’isola di Kos

L’isola greca di Kos, Dodecaneso (la terza più grande, dopo Rodi e Scarpantos). 1969-2012-2024 (come noto già isola carcere e possedimento italiano 1912-1947). Circa 287,2 chilometri quadrati, oltre 30 mila abitanti (molti di più in estate), al massimo 843 metri s.l.m.

Il bravo scrittore italiano Diego Zandel (campo di profughi fiumani di Servigliano, 1948) frequenta L’isola di Kos da 54 anni, perlopiù insieme alla prima moglie Anna (e ai loro figli), la cui mamma era nata lì e che è morta nel 2012.

Scrisse una sorta di guida (mappa, storia, foto, poesie, suggerimenti di visita) quando rimase vedovo (un male mortale scoperto nel gennaio 2010), come dolce ricordo (in parte diario). La ripropone oggi con alcuni aggiornamenti per quanto riguarda locali e ristoranti, taverne e psarotaverne (osterie di pesce), nuove infrastrutture e percorsi.

Migliaia di italiani e italiane ci vanno ogni anno, altri vi stanno forse programmando un viaggio, ciascuno potrà scoprire un informato avvincente turismo lento.

Guglielmo Marconi e la Marina italiana di Silvano Benedetti

"Scritto letto detto", la rubrica di #RaiStoria in onda domenica #6ottobre alle 8.50 e alle 20.20. Giovanni Paolo Fontana intervista scrittori, giornalisti e testimoni. Lo storico Silvano Benedetti ricostruisce il profondo legame tra Guglielmo Marconi e la Marina italiana.
Si rivede su #Raiplay




Silvano Benedetti parla del suo libro


La trasmissione è andata in onda il 6 ottobre
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