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Giovanni Descalzo
Tutti i giorni

a cura di Francesco De Nicola  

In Tutti i giorni, che è certo uno dei pochi romanzi di fabbrica della nostra narrativa, Descalzo parla della propria esperienza in termini addirittura lirici: metallica poesia di guaiti, rullii [...]; una anestesia ignota ai liberi, fatta di sforzi e di ricerche, di fatiche e di costanti vittorie quotidiane.
Tuttavia, nonostante tale coinvolgimento emotivo per la vita in fabbrica, il suo mondo più profondamente gratficante era al di fuori dei capannoni e in Tutti i giorni viene minutamente raccontata, conservando ben forte il tono di una profonda passione, la conquista della scrittura, in verso come in prosa, con tutto un corollario di amate figure umane solo appena mascherate dietro nomi che non bastano a renderle irriconoscibili: lo scrittore olandese Nyman adombra la figura di Arthur Van Schendel che, ospite estivo di Sestri Levante, incoraggiò Descalzo alla scrittura; il professor Paoli è la controfigura di Piero Operti; il Maestro è palesemente Umberto Fracchia, il quale “lo aveva esortato a narrare di sé, a non staccarsi nei racconti dalla sua vita, a trarre solo dai ricordi e dalle esperienze le pagine che avrebbe scritte”. E Tutti i giorni è la risposta migliore, più compiuta e matura, che Descalzo potesse dare al suggerimento di Fracchia.
Il romanzo fu seguito da un grande successo di critica [...] e il corollario della buona accoglienza riservata a Tutti i giorni fu la sua inclusione nella rosa dei finalisti del premio Bagutta del 1951, dove giunse addirittura al ballottaggio con un libro, Pantheon minore, del quale era autore un suo sincero estimatore ma di lui ben più noto e potente: Indro Montanelli. E sui rotocalchi comparvero numerose fotografie che presentavano Descalzo nella notte del 23 marzo alla premiazione attorno ai tavoli della trattoria di Milano che dava nome al premio: l’autodidatta operaio era dunque entrato a far parte a pieno titolo del mondo letterario italiano; ma solo pochi mesi più tardi, il 13 settembre 1951, si concludeva all'improvviso la vita di questo scrittore che ha saputo raccontare, in pagine ancora oggi coinvolgenti, le emozioni profonde di un uomo che credeva nella bellezza della parola scritta come riscatto dalle ingiustizie e dalla umiliazioni che pure avevano segnato se non tutti i suoi giorni  certo gran parte di essi.
(dal Saggio introduttivo di Francesco De Nicola)



Ufficio Stampa
Rassegna Stampa
Marchio editoriale
Gammarò edizioni
Pubblicato il 01/06/2015
pagine: 284
formato: cm. 13 x 20
copertina: softback — brossura
collana: I CLASSICI
genere: Narrativa
tag: #libri #books #lettura #letteratura Liguria
ISBN: 9788896647417

Prezzo di copertina € 15.00
Prezzo promozionale € 14.25
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In Tutti i giorni, che è certo uno dei pochi romanzi di fabbrica della nostra narrativa, Descalzo parla della propria esperienza in termini addirittura lirici: metallica poesia di guaiti, rullii [...]; una anestesia ignota ai liberi, fatta di sforzi e di ricerche, di fatiche e di costanti vittorie quotidiane.
Tuttavia, nonostante tale coinvolgimento emotivo per la vita in fabbrica, il suo mondo più profondamente gratficante era al di fuori dei capannoni e in Tutti i giorni viene minutamente raccontata, conservando ben forte il tono di una profonda passione, la conquista della scrittura, in verso come in prosa, con tutto un corollario di amate figure umane solo appena mascherate dietro nomi che non bastano a renderle irriconoscibili: lo scrittore olandese Nyman adombra la figura di Arthur Van Schendel che, ospite estivo di Sestri Levante, incoraggiò Descalzo alla scrittura; il professor Paoli è la controfigura di Piero Operti; il Maestro è palesemente Umberto Fracchia, il quale “lo aveva esortato a narrare di sé, a non staccarsi nei racconti dalla sua vita, a trarre solo dai ricordi e dalle esperienze le pagine che avrebbe scritte”. E Tutti i giorni è la risposta migliore, più compiuta e matura, che Descalzo potesse dare al suggerimento di Fracchia.
Il romanzo fu seguito da un grande successo di critica [...] e il corollario della buona accoglienza riservata a Tutti i giorni fu la sua inclusione nella rosa dei finalisti del premio Bagutta del 1951, dove giunse addirittura al ballottaggio con un libro, Pantheon minore, del quale era autore un suo sincero estimatore ma di lui ben più noto e potente: Indro Montanelli. E sui rotocalchi comparvero numerose fotografie che presentavano Descalzo nella notte del 23 marzo alla premiazione attorno ai tavoli della trattoria di Milano che dava nome al premio: l’autodidatta operaio era dunque entrato a far parte a pieno titolo del mondo letterario italiano; ma solo pochi mesi più tardi, il 13 settembre 1951, si concludeva all'improvviso la vita di questo scrittore che ha saputo raccontare, in pagine ancora oggi coinvolgenti, le emozioni profonde di un uomo che credeva nella bellezza della parola scritta come riscatto dalle ingiustizie e dalla umiliazioni che pure avevano segnato se non tutti i suoi giorni  certo gran parte di essi.
(dal Saggio introduttivo di Francesco De Nicola)



L'AUTORE
Nei due decenni compresi tra il 1930 e il 1950 Giovanni Descalzo (Sestri Levante, 1902-1951) fu uno tra gli scrittori pi attivi e pi apprezzati nella societ letteraria e giornalistica italiana. I suoi libri di poesia - Uligine (1929), Risacca (1933), Paese e mito (1938) e Variazioni (1946) - furono ampiamente segnalati e recensiti dai maggiori critici e studiosi, tra i quali Montale; i suoi due romanzi - Esclusi (1937) e Tutti i giorni (1950) - furono entrambi finalisti a uno dei pi importanti premi letterari italiani, il Bagutta.
Egli inoltre pubblic due raffinati libri di prose liriche - Interpretazioni (1934) e A volto di fiore (1948) - alcuni libri di viaggi e di navigazione - Sotto coperta (1933), La terra dei fossili viventi (1938), Scogliere (1940) e Ai quattro venti (1943) - nonch una serie di romanzi per ragazzi - Al lungo corso (1943), In coperta (1944), Bciga il mozzo (1946), Su due oceani (1948) e Buba Scala, il nemico dei negrieri (1951).

Gammarò edizioni
Pubblicato il 01/06/2015
pagine: 284
formato: cm. 13 x 20
copertina: softback — brossura
collana: I CLASSICI
genere: Narrativa
tag: #libri #books #lettura #letteratura Liguria
ISBN: 9788896647417

Prezzo di copertina € 15.00
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27/09/2024

Cronache del Diana

46
 

Di pornografia talvolta si parla, spesso con malizia o volgarità. Questo libro vuole dare uno spaccato nuovo, non a caso è scritto da “anonimo antropologo dilettante”. Ambientato in un cinema a luci rosse di una città di provincia, La Spezia, ma solo per caso, perché riguarda una realtà italiana viva fino a non molto tempo fa.

L’autore narra la sua esperienza di frequentatore di cinema porno, intima e intimistica, cercando soprattutto una chiave di lettura, senza necessariamente cercare risposte a domande, ma sempre con spirito criticamente curioso. Da antropologo, appunto. Un libro che è un po’ un’autobiografia e un po’ un saggio, senza essere autocelebrativo come molte autobiografie e senza essere noioso come quasi tutti i saggi.

Vedere un film porno al cinema significava, anche, socializzare perché, che piaccia o meno, il sesso è anche socializzazione. Oggi, che la pornografia è fruibile comodamente a casa propria, si è inevitabilmente persa anche questa dimensione. Il libro ci riporta anche a quei tempi, che sembrano lontani anni luce da oggi, oggi che un clic ci consente di avvicinarci a qualunque realtà, allontanandoci però sempre di più dalla vita. Quella vera. Questo libro profuma di vita vera.

Dall’introduzione: «C’è stato un tempo in cui il porno non veniva consumato alla stregua di un “solitario”, facendo clic su un personal computer nella nostra abitazione, ma compiendo lo sforzo di uscire di casa, raggiungendo il cinema, varcando l’ingresso, pagando un biglietto e calandosi con un po’ di circospezione in un ambiente che a suo modo costituiva parte integrante dell’antropologia urbana. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, nel quadro della complessiva crisi del cinema, e in linea con un’inesorabile tendenza nazionale, anche alla Spezia diverse sale si specializzarono nell’hard-core: il Cozzani, il Marconi, l’Odeon, l’Astra, frequentato fino a poco tempo prima da persone benestanti. Ricordo il titolare di una di quelle sale affermare sconsolato: «Se non proietti un film porno non puoi lavorare». Le volte che poteva, proponeva cartoni animati e sua moglie, tornata alla cassa, vedendo arrivare un cliente che accompagnava un bambino, si apriva a un sorriso. E il Diana, il locale di via Sapri, già cinema-teatro durante il fascismo, che nel dopoguerra, acquisita la nuova denominazione, aveva continuato a perseguire un target di livello medio-alto – fascia sociale abbastanza discriminante per lo studentello squattrinato che io ero nei primi anni Settanta – non sfuggiva a queste regole».


ANONIMO

A cura di Beppe Mecconi e Vanessa Isoppo

CRONACHE DEL DIANA

Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse

Pagine 144, prezzo 16 euro, in libreria dal 24 settembre

OLTRE EDIZIONI

I Curatori

Questo libro, di autore anonimo, è stato curato con grande delicatezza e affetto da Vanessa Isoppo e da Beppe Mecconi.

Vanessa Isoppo è psicologa-psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia dell’approccio centrato sulla persona. Già docente di Psicologia Generale all’Università di Genova, è specializzata inoltre in Problemi e Patologie Alcol-correlate e Scienze Criminologico-Forensi. Nata a Sarzana (SP), vive e lavora a Roma.

Beppe Mecconi è nato e vive nel Golfo dei Poeti. Pittore, scrittore, illustratore di libri per l’infanzia, sceneggiatore, autore e direttore di film-documentari, regista di teatro e recital musicali. Per 12 anni Presidente e Responsabile culturale del Museo paleontologico nel Castello di Lerici. Ha ricevuto dall’UNICEF il diploma ufficiale del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia. Recentemente è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana per meriti culturali e artistici.

Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse

Dal 24 settembre sarà in libreria "CRONACHE DEL DIANA - Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse" a cura di Beppe Mecconi e Vanessa Isoppo (Oltre edizioni). 

Di pornografia talvolta si parla, spesso con malizia o volgarità. Questo libro vuole dare uno spaccato nuovo, non a caso è scritto da "anonimo antropologo dilettante". Ambientato in un cinema a luci rosse di una città di provincia, La Spezia, ma solo per caso, perché riguarda una realtà italiana viva fino a non molto tempo fa. L'autore narra la sua esperienza di frequentatore di cinema porno, intima e intimistica, cercando soprattutto una chiave di lettura, senza necessariamente cercare risposte a domande, ma sempre con spirito criticamente curioso. Da antropologo, appunto. Un libro che è un po' un'autobiografia e un po' un saggio, senza essere autocelebrativo come molte autobiografie e senza essere noioso come quasi tutti i saggi. Vedere un film porno al cinema significava, anche, socializzare perché, che piaccia o meno, il sesso è anche socializzazione. Oggi, che la pornografia è fruibile comodamente a casa propria, si è inevitabilmente persa anche questa dimensione. Il libro ci riporta anche a quei tempi, che sembrano lontani anni luce da oggi, oggi che un clic ci consente di avvicinarci a qualunque realtà, allontanandoci però sempre di più dalla vita. Quella vera. Questo libro profuma di vita vera.

 

I CURATORI

Questo libro, di autore anonimo, è stato curato con grande delicatezza e affetto da Vanessa Isoppo e da Beppe Mecconi.

Vanessa Isoppo è psicologa-psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia dell'approccio centrato sulla persona. Già docente di Psicologia Generale all'Università di Genova, è specializzata inoltre in Problemi e Patologie Alcol-correlate e Scienze Criminologico-Forensi. Nata a Sarzana (SP), vive e lavora a Roma.

Beppe Mecconi è nato e vive nel Golfo dei Poeti. Pittore, scrittore, illustratore di libri per l'infanzia, sceneggiatore, autore e direttore di film-documentari, regista di teatro e recital musicali. Per 12 anni Presidente e Responsabile culturale del Museo paleontologico nel Castello di Lerici. Ha ricevuto dall'UNICEF il diploma ufficiale del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia. Recentemente è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana per meriti culturali e artistici.

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