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Armando Gaione
Il mio diario di guerra
(31 marzo - 17 novembre 1915)

a cura di Eugenio Parodi  

Ciò che caratterizza Il mio diario di guerra, oltre al fatto di essere uno dei pochissimi diari che, pubblicato quasi un secolo dopo la sua avventurosa stesura, descriva i primi mesi di guerra, è anche la sua chiarezza e concisione: in poche, ma densissime pagine, Gaione offre un sunto esemplare del conflitto, descrivendo con pochi tratti la partenza per il fronte, i balli e le cene organizzate per tenere alto il morale dei soldati, le massacranti marce forzate, l'incontro con i profughi, la vita in trincea e negli accampamenti, la fame, il freddo, il fango, il colera, le urla di dolore dei feriti, i resti dei soldati sparsi sul terreno, l'odore insopportabile dei cadaveri e, in un crescendo drammatico, «l'orribile bellezza» di un'intera montagna che sotto le bombe incendiarie prende fuoco, mentre, tra le fiamme e il fumo denso, le granate e gli schrapnel «squarciano, dilaniano, mandando a brandelli i soldati colpiti». Giovano all'efficacia del testo la notevole capacità di Gaione di suscitare immagini fortemente suggestive («Restiamo fermi addossati ad un muro, con un sole che ci brucia» ha un'incisività quasi montaliana), la sua maestria nel narrare le azioni di guerra come in 'presa diretta', con un taglio e un montaggio quasi cinematografici e uno stile che, privo di ogni artificio retorico o ampollosità tardo-romantica, risulta sorprendentemente attuale e moderno.
(Dalla Prefazione di Eugenio Parodi)


Ufficio Stampa
Rassegna Stampa
Marchio editoriale
Gammarò edizioni
Pubblicato il 01/10/2014
pagine: 90
formato: cm. 13 x 20
copertina: s — brossura
collana: L'OROLOGIO DI MNEMOSINE
genere: Biografie e autobiografie
tag: #libri #books #lettura #letteratura Liguria
ISBN: 9788896647943

Prezzo di Copertina € 12.00
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Ciò che caratterizza Il mio diario di guerra, oltre al fatto di essere uno dei pochissimi diari che, pubblicato quasi un secolo dopo la sua avventurosa stesura, descriva i primi mesi di guerra, è anche la sua chiarezza e concisione: in poche, ma densissime pagine, Gaione offre un sunto esemplare del conflitto, descrivendo con pochi tratti la partenza per il fronte, i balli e le cene organizzate per tenere alto il morale dei soldati, le massacranti marce forzate, l'incontro con i profughi, la vita in trincea e negli accampamenti, la fame, il freddo, il fango, il colera, le urla di dolore dei feriti, i resti dei soldati sparsi sul terreno, l'odore insopportabile dei cadaveri e, in un crescendo drammatico, «l'orribile bellezza» di un'intera montagna che sotto le bombe incendiarie prende fuoco, mentre, tra le fiamme e il fumo denso, le granate e gli schrapnel «squarciano, dilaniano, mandando a brandelli i soldati colpiti». Giovano all'efficacia del testo la notevole capacità di Gaione di suscitare immagini fortemente suggestive («Restiamo fermi addossati ad un muro, con un sole che ci brucia» ha un'incisività quasi montaliana), la sua maestria nel narrare le azioni di guerra come in 'presa diretta', con un taglio e un montaggio quasi cinematografici e uno stile che, privo di ogni artificio retorico o ampollosità tardo-romantica, risulta sorprendentemente attuale e moderno.
(Dalla Prefazione di Eugenio Parodi)



L'AUTORE
Armando Gaione
nacque a Ovada (Al) il 19 giugno 1892 da Paolo e Annetta Odone. Terminati gli studi, inizi subito a lavorare nel panificio diretto dal padre e nel 1912 entr nel 90 Fanteria a Genova per compiervi un anno di volontariato. Congedato nel 1913 con il grado di caporale maggiore, riprese nuovamente la sua attivit presso l'azienda paterna sino al 4 gennaio 1915, quando fu richiamato alle armi. Inviato al fronte nella zona del Collio, fu subito impegnato nei primi durissimi scontri, durante i quali, per il suo altruismo, fu proposto per la medaglia al valore e ricevette in seguito l'encomio solenne. Promosso Sottotenente, prese parte alla Terza e alla Quarta battaglia dell'Isonzo; mor in combattimento il 19 novembre 1915 durante l'assalto ad Oslavia (Go).

Gammarò edizioni
Pubblicato il 01/10/2014
pagine: 90
formato: cm. 13 x 20
copertina: s — brossura
collana: L'OROLOGIO DI MNEMOSINE
genere: Biografie e autobiografie
tag: #libri #books #lettura #letteratura Liguria
ISBN: 9788896647943

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27/09/2024

Cronache del Diana

46
 

Di pornografia talvolta si parla, spesso con malizia o volgarità. Questo libro vuole dare uno spaccato nuovo, non a caso è scritto da “anonimo antropologo dilettante”. Ambientato in un cinema a luci rosse di una città di provincia, La Spezia, ma solo per caso, perché riguarda una realtà italiana viva fino a non molto tempo fa.

L’autore narra la sua esperienza di frequentatore di cinema porno, intima e intimistica, cercando soprattutto una chiave di lettura, senza necessariamente cercare risposte a domande, ma sempre con spirito criticamente curioso. Da antropologo, appunto. Un libro che è un po’ un’autobiografia e un po’ un saggio, senza essere autocelebrativo come molte autobiografie e senza essere noioso come quasi tutti i saggi.

Vedere un film porno al cinema significava, anche, socializzare perché, che piaccia o meno, il sesso è anche socializzazione. Oggi, che la pornografia è fruibile comodamente a casa propria, si è inevitabilmente persa anche questa dimensione. Il libro ci riporta anche a quei tempi, che sembrano lontani anni luce da oggi, oggi che un clic ci consente di avvicinarci a qualunque realtà, allontanandoci però sempre di più dalla vita. Quella vera. Questo libro profuma di vita vera.

Dall’introduzione: «C’è stato un tempo in cui il porno non veniva consumato alla stregua di un “solitario”, facendo clic su un personal computer nella nostra abitazione, ma compiendo lo sforzo di uscire di casa, raggiungendo il cinema, varcando l’ingresso, pagando un biglietto e calandosi con un po’ di circospezione in un ambiente che a suo modo costituiva parte integrante dell’antropologia urbana. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, nel quadro della complessiva crisi del cinema, e in linea con un’inesorabile tendenza nazionale, anche alla Spezia diverse sale si specializzarono nell’hard-core: il Cozzani, il Marconi, l’Odeon, l’Astra, frequentato fino a poco tempo prima da persone benestanti. Ricordo il titolare di una di quelle sale affermare sconsolato: «Se non proietti un film porno non puoi lavorare». Le volte che poteva, proponeva cartoni animati e sua moglie, tornata alla cassa, vedendo arrivare un cliente che accompagnava un bambino, si apriva a un sorriso. E il Diana, il locale di via Sapri, già cinema-teatro durante il fascismo, che nel dopoguerra, acquisita la nuova denominazione, aveva continuato a perseguire un target di livello medio-alto – fascia sociale abbastanza discriminante per lo studentello squattrinato che io ero nei primi anni Settanta – non sfuggiva a queste regole».


ANONIMO

A cura di Beppe Mecconi e Vanessa Isoppo

CRONACHE DEL DIANA

Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse

Pagine 144, prezzo 16 euro, in libreria dal 24 settembre

OLTRE EDIZIONI

I Curatori

Questo libro, di autore anonimo, è stato curato con grande delicatezza e affetto da Vanessa Isoppo e da Beppe Mecconi.

Vanessa Isoppo è psicologa-psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia dell’approccio centrato sulla persona. Già docente di Psicologia Generale all’Università di Genova, è specializzata inoltre in Problemi e Patologie Alcol-correlate e Scienze Criminologico-Forensi. Nata a Sarzana (SP), vive e lavora a Roma.

Beppe Mecconi è nato e vive nel Golfo dei Poeti. Pittore, scrittore, illustratore di libri per l’infanzia, sceneggiatore, autore e direttore di film-documentari, regista di teatro e recital musicali. Per 12 anni Presidente e Responsabile culturale del Museo paleontologico nel Castello di Lerici. Ha ricevuto dall’UNICEF il diploma ufficiale del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia. Recentemente è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana per meriti culturali e artistici.

Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse

Dal 24 settembre sarà in libreria "CRONACHE DEL DIANA - Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse" a cura di Beppe Mecconi e Vanessa Isoppo (Oltre edizioni). 

Di pornografia talvolta si parla, spesso con malizia o volgarità. Questo libro vuole dare uno spaccato nuovo, non a caso è scritto da "anonimo antropologo dilettante". Ambientato in un cinema a luci rosse di una città di provincia, La Spezia, ma solo per caso, perché riguarda una realtà italiana viva fino a non molto tempo fa. L'autore narra la sua esperienza di frequentatore di cinema porno, intima e intimistica, cercando soprattutto una chiave di lettura, senza necessariamente cercare risposte a domande, ma sempre con spirito criticamente curioso. Da antropologo, appunto. Un libro che è un po' un'autobiografia e un po' un saggio, senza essere autocelebrativo come molte autobiografie e senza essere noioso come quasi tutti i saggi. Vedere un film porno al cinema significava, anche, socializzare perché, che piaccia o meno, il sesso è anche socializzazione. Oggi, che la pornografia è fruibile comodamente a casa propria, si è inevitabilmente persa anche questa dimensione. Il libro ci riporta anche a quei tempi, che sembrano lontani anni luce da oggi, oggi che un clic ci consente di avvicinarci a qualunque realtà, allontanandoci però sempre di più dalla vita. Quella vera. Questo libro profuma di vita vera.

 

I CURATORI

Questo libro, di autore anonimo, è stato curato con grande delicatezza e affetto da Vanessa Isoppo e da Beppe Mecconi.

Vanessa Isoppo è psicologa-psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia dell'approccio centrato sulla persona. Già docente di Psicologia Generale all'Università di Genova, è specializzata inoltre in Problemi e Patologie Alcol-correlate e Scienze Criminologico-Forensi. Nata a Sarzana (SP), vive e lavora a Roma.

Beppe Mecconi è nato e vive nel Golfo dei Poeti. Pittore, scrittore, illustratore di libri per l'infanzia, sceneggiatore, autore e direttore di film-documentari, regista di teatro e recital musicali. Per 12 anni Presidente e Responsabile culturale del Museo paleontologico nel Castello di Lerici. Ha ricevuto dall'UNICEF il diploma ufficiale del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia. Recentemente è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana per meriti culturali e artistici.

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