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Giorgio Federico Siboni  Giorgio Federico Siboni
Il confine orientale
Da Campoformio all'approdo europeo

Il confine orientale può essere considerato come uno spazio in cui per secoli si sono intrecciate e sovrapposte molteplici frontiere, di natura politica, culturale, religiosa e infine nazionale. Un luogo non solo fisico, in quanto parte dell'Adriatico e in sostanza limine fra la penisola italiana e quella balcanica, ma anche cesura tra l'Europa occidentale e quella orientale in senso generico. Proprio in quanto superficie di rottura, il confine orientale rimane certamente un nodo caratteristico nella storia d'Italia. Collocato geograficamente dalle sponde del fiume Isonzo alla displuviale alpina orientale, racchiude il Carso (triestino e goriziano) e la penisola istriana sino a Fiume e al litorale dalmata con i suoi arcipelaghi di isole fino a Cattaro.
In esatta sintonia con i numerosi contrasti confinari avvenuti in Europa fra la seconda metà del XIX secolo e la prima del XX, la storia del confine orientale italiano perdura come tentativo emblematico di fissare all'interno di una regione multiforme ed eterogenea per vicende e popoli una frontiera egemonica. Limite mutevole perché sempre fissato su termini ideologici e proprio per questo di perpetua ardua demarcazione.
Nel più generale panorama storiografico sulla questione, il volume intende porsi quale strumento accessibile anche a un pubblico non specialistico interessato alle tematiche istriano-dalmate. Dalla pace di Campoformio ai fermenti irredentisti di fine Ottocento, dalle rivendicazioni seguite alla Grande guerra sino alla politica fascista e all'esodo giuliano, il saggio approfondisce lo scenario diplomatico internazionale con le sue implicazioni - prima e dopo - la Seconda guerra mondiale per seguire (grazie a una ricca messe di riferimenti bibliografici italiani e stranieri) l'evolversi delle contese per la definizione confinaria. L'autore considera i molti aspetti endogeni ed esogeni in costante azione nell'area considerata, giungendo all'epoca più recente, dopo la crisi della Jugoslavia, ed esaminando i rapporti con l'Unione europea, la cooperazione interstatale e la politica culturale in atto fra Italia, Slovenia e Croazia.

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Ufficio Stampa
Rassegna Stampa
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Marchio editoriale
Oltre edizioni
Pubblicato il 01/02/2012
formato: eBook
dimensioni file: ePub=251Kb, PDF=921Kb, mobi=608Kb
collana: PASSATO PROSSIMO
genere: Storia moderna e contemporanea
tag: storia
ISBN: 9788897264088

Prezzo di Copertina € 9.99
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Il confine orientale può essere considerato come uno spazio in cui per secoli si sono intrecciate e sovrapposte molteplici frontiere, di natura politica, culturale, religiosa e infine nazionale. Un luogo non solo fisico, in quanto parte dell'Adriatico e in sostanza limine fra la penisola italiana e quella balcanica, ma anche cesura tra l'Europa occidentale e quella orientale in senso generico. Proprio in quanto superficie di rottura, il confine orientale rimane certamente un nodo caratteristico nella storia d'Italia. Collocato geograficamente dalle sponde del fiume Isonzo alla displuviale alpina orientale, racchiude il Carso (triestino e goriziano) e la penisola istriana sino a Fiume e al litorale dalmata con i suoi arcipelaghi di isole fino a Cattaro.
In esatta sintonia con i numerosi contrasti confinari avvenuti in Europa fra la seconda metà del XIX secolo e la prima del XX, la storia del confine orientale italiano perdura come tentativo emblematico di fissare all'interno di una regione multiforme ed eterogenea per vicende e popoli una frontiera egemonica. Limite mutevole perché sempre fissato su termini ideologici e proprio per questo di perpetua ardua demarcazione.
Nel più generale panorama storiografico sulla questione, il volume intende porsi quale strumento accessibile anche a un pubblico non specialistico interessato alle tematiche istriano-dalmate. Dalla pace di Campoformio ai fermenti irredentisti di fine Ottocento, dalle rivendicazioni seguite alla Grande guerra sino alla politica fascista e all'esodo giuliano, il saggio approfondisce lo scenario diplomatico internazionale con le sue implicazioni - prima e dopo - la Seconda guerra mondiale per seguire (grazie a una ricca messe di riferimenti bibliografici italiani e stranieri) l'evolversi delle contese per la definizione confinaria. L'autore considera i molti aspetti endogeni ed esogeni in costante azione nell'area considerata, giungendo all'epoca più recente, dopo la crisi della Jugoslavia, ed esaminando i rapporti con l'Unione europea, la cooperazione interstatale e la politica culturale in atto fra Italia, Slovenia e Croazia.

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L'AUTORE
Giorgio Federico Siboni
. Laureato cum laude in Storia dell'Et dell'illuminismo, European Master's Degree e Ttulo de Estudios Avanzados in Storia delle istituzioni giuridiche e politiche, Dottore di ricerca in Societ europea e Archivista-paleografo diplomato. Senior editor del trimestrale "Coordinamento Adriatico", Vice-presidente dell' "Associazione Magna Carta Verona - Scipione Maffei" e Socio ordinario della Societ Storica Lombarda, collabora con l'Universit degli Studi di Milano (Cattedra di Archivistica) e come estensore del periodico "Societ e Storia". Coordinatore di LiMes Club Verona (area storica), dal 2007 ha ricoperto il ruolo di Commissario scientifico (sezione storico-politica) per il progetto nazionale Rapporti economici e mutamenti istituzionali nell'Alto Adriatico in Et moderna e contemporanea. Autore di una monografia e di diversi saggi pubblicati anche su riviste scientifiche straniere, ha partecipato con relazioni e comunicazioni a numerosi convegni, sia italiani che internazionali. Le sue ricerche vertono in prevalenza sul XVIII secolo, le Et rivoluzionaria e napoleonica e le vicende dei territori del Confine orientale italiano.

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Pubblicato il 01/02/2012
formato: eBook
dimensioni file: ePub=251Kb, PDF=921Kb, mobi=608Kb
collana: PASSATO PROSSIMO
genere: Storia moderna e contemporanea
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