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Nicola Sapio e Valerio Evangelista
Km 21

Dove le ciliegie tacevano

La genesi di questo libro affonda le sue radici in una notte intorno agli anni duemila, dopo la visione di un documentario trasmesso in tv: l'immagine di un camion militare serbo, carico di prigionieri bosniaci, e di un adolescente terrorizzato hanno acceso il desiderio di svelare quella storia.
Una ricerca durata anni, in un intricato labirinto di indizi frammentari e testimonianze lacunose. Con i pochi dettagli identificati sono stati ricavati alcuni punti fermi, tentando così di seguire le orme del camion attraverso i villaggi della Bosnia nordoccidentale; ed ecco così le voci di coloro che hanno vissuto sulla propria pelle gli orrori dei campi di concentramento e delle pulizie etniche.
Insieme a loro, si è cercato di ricomporre i frammenti di un puzzle complesso e straziante. E lentamente, con tenacia e dedizione, sono affiorati i contorni di questa storia, accaduta nell’estate del 1992 nelle comunità rurali attorno a Prijedor.
Al protagonista è stato dato il nome di Adem, variante turco-araba e balcanica dell’uomo primordiale di tradizione biblica.
Le testimonianze rielaborate in queste pagine sono un timido, ma dovuto, tentativo di restituire una goccia di memoria alle storie che ancora rimangono senza nome né volto, soppresse dalla follia suprematista resa possibile dall’indifferenza.

All'interno del volume, 20 fotografie di Nicolino Sapio scattate nei luoghi dove si è svolta l'azione narrata.



Ufficio Stampa
Rassegna Stampa
Marchio editoriale
Töpffer edizioni
Pubblicato il 01/02/2024
pagine: 126
formato: cm. 15 x 22,5
copertina: softback con alette — brossura
collana: FOTOGRAFIA E PAROLA
genere: Narrativa italiana
tag: Bosnia Serbia massacro strage
ISBN: 9788888151403

Prezzo di copertina € 16.00
Prezzo promozionale € 15.20
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La genesi di questo libro affonda le sue radici in una notte intorno agli anni duemila, dopo la visione di un documentario trasmesso in tv: l'immagine di un camion militare serbo, carico di prigionieri bosniaci, e di un adolescente terrorizzato hanno acceso il desiderio di svelare quella storia.
Una ricerca durata anni, in un intricato labirinto di indizi frammentari e testimonianze lacunose. Con i pochi dettagli identificati sono stati ricavati alcuni punti fermi, tentando così di seguire le orme del camion attraverso i villaggi della Bosnia nordoccidentale; ed ecco così le voci di coloro che hanno vissuto sulla propria pelle gli orrori dei campi di concentramento e delle pulizie etniche.
Insieme a loro, si è cercato di ricomporre i frammenti di un puzzle complesso e straziante. E lentamente, con tenacia e dedizione, sono affiorati i contorni di questa storia, accaduta nell’estate del 1992 nelle comunità rurali attorno a Prijedor.
Al protagonista è stato dato il nome di Adem, variante turco-araba e balcanica dell’uomo primordiale di tradizione biblica.
Le testimonianze rielaborate in queste pagine sono un timido, ma dovuto, tentativo di restituire una goccia di memoria alle storie che ancora rimangono senza nome né volto, soppresse dalla follia suprematista resa possibile dall’indifferenza.

All'interno del volume, 20 fotografie di Nicolino Sapio scattate nei luoghi dove si è svolta l'azione narrata.



GLI AUTORI
Nicolino Sapio un fotoreporter italiano naturalizzato svizzero. Si formato presso laccademia John Kaverdash di Milano, e per oltre dieci anni ha lenito la propria sete di umanit affiancando Ong e associazioni come fotografo negli slum tailandesi, negli orfanotrofi in India, nei villaggi ruandesi. Maturata lesigenza di un approccio narrativo che raccontasse senza imporre, ha virato la propria carriera verso le sponde del fotogiornalismo, studiando come allievo di Massimo Mastrorillo. Ha pubblicato, tra gli altri, sulla celebre rivista tedesca Stern Crime, stato selezionato nella shortlist del Nannen Preis 2019.

Valerio Evangelista uno scrittore abruzzese trapiantato in Bulgaria. Gi cofondatore e redattore della rivista Frontiere, si occupa dal 2011 di religioni, diritti umani e intercultura. Per numerose testate, tra cui Nuovo Paese Sera, Panorama, Aleteia, BTA, Valigia Blu, Gariwo e La Stampa, ha raccontato le traversate di sabbia e mare dei rifugiati subsahariani, le confessioni di guerriglieri e oppositori dogni risma e bandiera, le sfide delle comunit migranti negli spazi urbani italiani, le contraddizioni delle spinte identitarie in Europa. Oltre a fungere da base logistica per le ripetute scorribande nellarea balcanica, la "sua" Sofia anche sede di una bottega di servizi editoriali che gestisce con cura dal 2017.

Töpffer edizioni
Pubblicato il 01/02/2024
pagine: 126
formato: cm. 15 x 22,5
copertina: softback con alette — brossura
collana: FOTOGRAFIA E PAROLA
genere: Narrativa italiana
tag: Bosnia Serbia massacro strage
ISBN: 9788888151403

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Pulizia etnica in Serbia 1992-95 libro-documento di una verit sconcertante Fuori i musulmani! Arrendetevi, sarete tutti al sicuro!. Non c' da fidarsi dei Lupi di Vucjak, ma dopo trentasette ore di bombe c' poco da resistere per gli abitanti del villaggio bosniaco circondato, con le loro armi raccogliticce. La pi efficiente una vecchia machinepistol tedesca del 1942, che s'inceppa ogni sette colpi. L'episodio ricostruito, come tutti gli altri raccontati, ma assolutamente vicino alla spaventosa realt della pulizia etnica attuata in Bosnia dai miliziani serbi ortodossi, alla fine del Novecento. Quindi verosimile quanto viene drammaticamente descritto in questo libro dal vero, documento di una autenticit sconcertante, nel racconto di un fotoreporter, Sapio e di un militante per i diritti umani giramondo, Evangelista. Il progetto nato una notte del Duemila e qualcosa, da un documentario sul piccolo schermo nel quale era ripreso il volto terrorizzato di un adolescente bosniaco, sopra un camion militare stipato di prigionieri. Lo sguardo perso si impresso nelle menti degli autori e li ha ha perseguitati, spingendoli a recuperare la storia, con una ricerca durata anni, tra indizi frammentari e testimonianze lacunose. Soffermandosi su pochi dettagli certi, hanno ricavato dei punti fermi, seppure sfocati, cercando di seguire il camion attraverso i villaggi della Bosnia nordoccidentale. Dai racconti dei sopravvissuti nei campi di concentramento, hanno identificato i luoghi in cui si sono verificati alcuni degli atti pi efferati. Ognuna delle testimonianze ha permesso di ricucire una realt complessa e dolorosa, intricata e straziante. Lentamente, sono comparsi i contorni della storia narrata, accaduta nel 1992 nelle comunit rurali attorno alla citt di Prijedor. Hanno chiamato Adem il quindicenne protagonista, variante turco-araba e balcanica del primo uomo. Il suo sguardo guida la narrazione, apre la prospettiva sull'ordinariet dell'oppressione e dona alla fragile umanit di ogni latitudine ed epoca un filo sul quale danzare. Ogni personaggio nelle pagine di questo racconto si ispira a individui reali, costretti a lottare per la propria sopravvivenza, talvolta ottenendola. Sono cittadini comuni che di fronte all'orrore sono diventati testimoni della Storia ed hanno aiutato Sapio ed Evangelista a realizzare un timido, ma dovuto tentativo di preservare la memoria di storie che ancora rimangono senza nome n volto, soppresse dalla follia suprematista resa possibile dall'indifferenza. L'area di Prijedor, nella Bosnia nordoccidentale, stata teatro di una delle pi brutali campagne di pulizia etnica nella guerra in Bosnia del 1992-95. Prima, vivevano in citt 112mila persone, bosniaci musulmani (44%), serbi ortodossi (31%), croati cattolici (17%) e altri gruppi etnici (8%). Scoppiato il conflitto, i serbi hanno voluto rendere la regione etnicamente omogenea. Nell'estate 1992, nel campo di concentramento di Omarska furono imprigionati e torturati migliaia di civili bosniaci. L'Associazione delle madri di Srebrenica ha stimato 5mila musulmani uccisi in zona. Circa 3.100 vittime sono state identificate dall'Osce e sono state scoperte 293 fosse comuni in Bosnia ed Erzegovina, con circa 9mila corpi. I prigionieri di Omarska e altri campi furono costretti a lavorare come schiavi, in condizioni disumane. Molte musulmane violentate dai serbi e costrette ad abortire. La pulizia etnica nella zona di Prijedor stata riconosciuta come un crimine di guerra e contro l'umanit dal Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia. I responsabili delle atrocit sono stati perseguiti e processati, ma molti restano ancora impuniti. Raccogliere testimonianze di sopravvissuti e parenti delle vittime essenziale per preservare la memoria storica e impedire il ripetersi di simili atrocit. All'interno, venti fotografie di Nicolino Sapio mostrano i luoghi in cui si svolta l'azione narrata. (Anobii)

Effe Elle, 21/07/2024



Riccardo [via facebook], 05/04/2024

 

 
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