Fabrizio BenenteSan Nicolao di Pietra ColiceIndagine archeologica su un caso di omicidio
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Il caso di omicidio che è al centro di questo libro è destinato a rimanere irrisolto, come accade nei “cold case” delle serie televisive più seguite. Tuttavia, l’archeologia e le scienze applicate hanno permesso di comporre un identikit completo dell’individuo assassinato, grazie allo studio della sepoltura che è stata rinvenuta nel corso degli scavi dell’ospitale “di passo” di San Nicolao di Pietra Colice (GE). È, quindi, possibile ricostruire parzialmente la sequenza di azioni che hanno portato al decesso e al seppellimento. Si è trattato di un omicidio cruento, perpetrato in una zona isolata ed impervia, adatta ad un agguato. Ha le caratteristiche di un delitto d’impeto, come può accadere nel caso di una vendetta, di una faida, di un omicidio passionale, o di una rapina. Gli episodi di morte violenta e i decessi avvenuti in prossimità di “luoghi di strada” della Liguria medievale non sono rari. Guerra, brigantaggio, ma anche malattia e morte accidentale colpivano chi si trovava in viaggio lungo le aspre vie montane e in prossimità dei valichi transappenninici. Condurre un’indagine archeologica su un caso di morte violenta è una preziosa opportunità per prendere nuovamente in esame i dati dello scavo di San Nicolao di Pietra Colice e intraprendere nuovi percorsi di ricerca, attraverso le fonti documentarie e altre testimonianze materiali. L’indagine archeologica, per sua natura e per metodo, non è diversa da un’attività investigativa: parte dall’analisi del contesto, dalla lettura e dalla raccolta delle tracce/indizi e dei reperti, fa ampio utilizzo di risorse informatiche e di esami di laboratorio, elabora interpretazioni e ricostruzioni, utilizzando le doti di intuizione e deduzione del ricercatore/detective. Trattandosi di un’investigazione basata su reperti e tracce, l’indagine archeologica si impegna nel tentativo di ricostruire un contesto originale, la sequenza temporale delle attività/azioni, operando approssimazioni ricostruttive che devono essere il più possibile oggettive e compatibili con i dati disponibili. Come nelle investigazioni poliziesche, a cui un poco si è ispirata la struttura di questo libro, non è solo l’assassino a tornare sul luogo del delitto. Si tratta di un percorso adatto anche al passo dell’investigatore e, spesso, riserva nuovi dati e intuizioni inattese.
Testi di Fabrizio Benente, con contributi di Monica Baldassarri, Antonio Fornaciari e Andrea Pollastro. L'AUTORE
Fabrizio Benente è professore associato di Archeologia cristiana e medievale presso l'Università di Genova. Si è formato e ha svolto attività di ricerca presso le Università di Pisa, Roma, Siena, Genova e presso l"Albright Institute" di Gerusalemme. Nel 2010 e nel 2012 gli è stata assegnata la Getty Research Exchange Fellowship da parte del Council of American Overseas Research Centers, per svolgere attività di ricerca in Israele e in Turchia. Ha diretto scavi archeologici in Italia e in Israele. Ha partecipato a missioni archeologiche in Corsica, Grecia, Tunisia, Libano, Mongolia interna (Cina), Crimea (Ucraina). Ha diretto il Museo archeologico di Sestri Levante (MuSel) e il Polo archeominerario di Castiglione Chioavarese (MuCast). Ha curato produzioni multimediali e documentari televisivi. Sposato con Daniela, vive a Nascio in Val Graveglia, vicino a Chiavari, dove dedica tempo al suo cane Filippo e alla cura del vigneto. È appassionato collezionista di fumetti e (nel poco tempo che rimane) pratica la corsa su strada e l’atletica leggera master.
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