«In queste pagine di don Canessa, apparentemente di cronaca, vi è la storia, vi sono i contenuti storici della resistenza. Vi sono i soldati, gli operai, le donne, gli intellettuali, gli alleati e, ovviamente, i nazisti ed i fascisti anche con i loro risvolti umani. Vi sono soprattutto i contadini, ossia la testimonianza di uno dei più rilevanti eventi della nostra storia: con la Resistenza per la prima volta entrano nella vita politica con funzione attiva e spesso determinante anche i contadini. E vi è la provincia italiana, resa segregata e subalterna dal potere accentratore e dall'urbanesimo, che diventa la base dell'insurrezione delle grandi città. E vi sono i problemi dei rapporti con gli alleati, le posizioni che vennero più chiaramente alla luce del sole con implicazioni politiche fondamentali, subito dopo la liberazione. E vi è l'unità, l'unità della Resistenza che nei nomi, nei principi costituisce il filo conduttore di tutto il racconto di don Luigi. [...] Egli intitolò il suo libro La strada era tortuosa come per ricordarci sempre che la strada della libertà e della paceè tortuosa. Un ammonimento che sale oggi dalla crisi soprattutto morale, oltre che politica, che stiamo vivendo, sfruttata cinicamente e sanguinosamente dal nemico di sempre della libertà e del progresso.»
Gelasio Adamoli
L'AUTORE
Don Luigi Canessa era nato a Rapallo (Ge) nel 1912.
Operaio tipografo, a vent’anni entrò nel seminario di Chiavari. Appena ordinato sacerdote venne mandato parroco a Cassego, vicino Varese Ligure. Nei mesi che seguirono l’armistizio dell’8 settembre 1943, cooperò con don Bobbio e altri parroci della zona all’assistenza dei giovani sbandati su quei monti e poi, con G.B. Canepa «Marzo», Giovanni Serbandini «Bini», Severino Bianchini «Dente», i fratelli Guglielmo e Gino Cacchioli «i Beretta», collaborò all'organizzazione dei primi gruppi partigiani che operarono nelle vallate del Vara e del Taro. Capellano capo della Divisione Centocroci, svolse il suo ministero prima nella IV Zona Operativa in Liguria e poi nella Zona Parmense dell'Est Cisa fino alla liberazione. Terminata la guerra, decorato con la Medaglia d'Argento al V.M., tornò a fare il parroco a Santa Margherita Ligure. Fu consigliere nazionale dell'ANPI fino alla morte avvenuta nel 1983.>br> Di lui sono rimasti altri scritti: "I pasrroci della Resistenza" e "Don Bobbio" sulla figura eroica del parroco di Valletti e Cappellano della Divisione Coduri.
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