I viaggi di G(r)ulliver

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08/04/2020, ore 08:58

A lungo fu considerato un romanzo per ragazzi, perchè Swift si serve dell’allegoria per veicolare la sua satira, cioè crea un mondo fittizio, fantastico e immaginifico dietro al quale si celano i bersagli della sua critica. I critici non sono riusciti a trovare un corrispondente storico a molti degli episodi narrati, cioè non si instaura una perfetta corrispondenza tra le avventure di Gulliver (che costituiscono il piano letterale) e i fatti reali (livello allegorico). In aggiunta “I viaggi di Gulliver” non criticano soltanto la corruzione della politica inglese del ‘700, il progressismo oltranzista dei whigs, la figura di Robert Walpole o i vaneggiamenti della Royal Society, ma dipingono un’umanità degeneratanella quale non avremo difficoltà a riconoscere il nostro mondo, anche a trecento anni di distanza.

I Viaggi di G(r)ulliver è uscito per Gammarò Edizione (con la traduzione e la cura di Vincenzo Gueglio) nel 2019. Il titolo è insolito e spiritoso, Viaggi di Grulliver, è un gioco di parole su “grullo”, “credulone”, simile a quello che Swift intendeva per il suo eroe; Grulliver, dunque, non per capriccio, ma per necessità: per cercare di aderire alle intenzioni dell’autore e allo spirito dell’opera. La sua prosa è fluente, così come le note esplicative estese e dettagliate a pie’ di pagina, renderà confortevole al lettore affrontare l’avventura dei Viaggi di Grulliver, e lo aiuterà a penetrarne alcuni segreti e godere il terribile fascino dell’arte ineguagliabile di Swift.

Ma andiamo per gradi. Come scrive nell’introduzione Gueglio, I viaggi di Grulliver sono un libro che si fonda e si nutre di altri libri, un thesaurus della letteratura che però è letteratura essa stessa. Mi limito a nominare i principali diciamo in primo luogo la Storia vera di Luciano; poi l’Utopia di Tommaso Moro; la Storia di Sindibàd il marinaio; le Lettere persiane; i Voyages aux États de la Lune et aux États du Soleil di Cyrano de Bergerac; Gargantua e Pantagruele; don Chisciotte.

Il libro si presentava come uno dei tanti diari di viaggio che avevano fortuna all’epoca: un’epoca, non dimentichiamo, nella quale ancora molte parti del mondo (la costa nord-occidentale dell’America, ad esempio, l’Australia, ecc.) erano poco note o del tutto inesplorate. A tacer d’altro la California era considerata un’isola e assolutamente vaghe e fantasiose erano le notizie su quello che noi oggi chiamiamo “Stretto di Bering” e che allora era chiamato “Stretto di Anian“. E’ ai margini di queste ampie aree inesplorate che Grulliver approda nei suoi Viaggi ed è di quelle terre e dei popoli che le abitano che ci fornisce ampi resoconti “scientifici”… Per questo (e perché nel testo Grulliver fa ripetutamente riferimento ad altri viaggiatori e alle mappe che derivano dalle loro informazioni) l’autore ha ritenuto indispensabile riportare alcune carte geografiche del tempo.

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