Sognando i valori: “Il manoscritto di Laneghè” di Beppe Mecconi

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13/07/2020, ore 10:08

Avete mai testato la vostra capacità di sognare? Se non lo avete mai fatto o se volete sperimentare nuovi confini, “Il manoscritto di Laneghè” di Beppe Mecconi sarà il vostro supporto onirico che – fin dalla copertina – vi donerà una freschezza che ben si marita con la stagione dell’anno che stiamo vivendo.
La sua salsedine spazza la fuliggine cittadina, il suo moto ondoso prende posto dietro l’iride e nella narrazione trasformando il lettore in spettatore e traghettatore, sospingendo le parole in baie emotive da scoprire e riscoprire.
La noia non sarà mai compagna di lettura poiché avrà come nemici uno stile linguistico plasmato per ogni occorrenza e un’altalena di memorie creata con la corda della meravigliosa ed evocativa semplicità della vita quotidiana. Degna di attenzione è la circolarità delle vicende che vivono in questo caleidoscopio di carta: esse si rincorrono, pur andando a braccetto, si ritrovano, si riprendono, si abbracciano, viaggiano nel tempo passando dalla bontà fanciullesca alla saggezza esperienziale adulta, seminando insegnamenti da conservare per comprendere il presente.
Ogni capitolo del libro è un cofanetto che si apre dischiudendo un altro cofanetto che a sua volta ne dischiude un altro, in un gioco di storie nelle storie che riempie di significato e declina in ogni sfumatura possibile la parola ‘amore’.
Ebbene, percorriamo questo sentiero emozionale tendendo la mano all’autore e facendoci guidare tra le rievocazioni, la poesia, il Sentimento che talora non riesce a fiorire, ma accompagna alla vita e talaltra si esaspera superando il limite che divide l’immaginario dal patologico.
Abbandoniamo il tempo e accogliamo ogni forma di affetto che ci apre agli animali, all’incantesimo, al sogno, al ruolo che ognuno di noi ha nella propria realtà e nel contesto ambientale in cui si trova facendo perno sulle proprie origini e radici.
Lasciamo spazio al bene, alla bontà, alla gratitudine, all’amicizia, alla solidarietà. Affrontiamo la nostra spinta verso il denaro e la ricchezza puntellandoci alla Provvidenza e avallando in maniera benevola le credenze.
Inchiniamoci al cospetto della lotta per la sopravvivenza, lasciamo scorrere tra le dita gli intrecci di Storia e storie di vita in un ricamo di “lettere” e vocaboli che tratteggiano un percorso dove la morte è solo il corollario conclusivo. Non smettiamo mai di assaporare il profumo della libertà, del rispetto e del libero arbitrio e associamolo senza timore al sapore della focaccia, del mare, dell’estate che sa di una giovinezza fuori tempo, ma nutrita dalla tradizione, dalla compagnia, dall’avventura giudiziosa.
Celebriamo la vittoria dell’esistenza in un contesto belligerante che continua a sottolineare sia l’importanza di trascorrere del tempo di qualità sia l’amore innato dell’uomo per l’uomo. Perché ogni età ha la sua fase amorosa: l’infanzia la declina nel rapporto con i nonni, l’adolescenza nell’amicizia con i coetanei, l’età adulta nella relazione di coppia e nel rapporto filiale, la vecchiaia in un impulso puro e incondizionato che chiude il cerchio.
E allora amiamo le narrazioni di Beppe (e in particolare quelle argute, divertenti e colorate da una leggerezza profonda dei proverbi), facciamo nostri la speranza nel prossimo e in un futuro che impari dal passato, nonché il riconoscimento, l’accoglienza e la dedizione a valori che tendono all’universalità, ma che nella nostra contemporaneità appaiono un po’ sbiaditi e forse poco attuali.
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