A Roma, novembre |
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27/12/2020, ore 09:16
| Roma. Novembre-dicembre 1998. C’è una strana nebbia in città, spetta all’attempato scattante commissario Gigi Marè decifrare l’omicidio di un economista, l’amico e Maestro professor Nicola Cusano, corpo senza vita riverso nella poltrona dietro la scrivania, camicia bianca lordata di sangue, testa reclinata sul petto, profilo sconciato da un colpo d’arma tirato a bruciapelo. Il sor Bruno, portiere della palazzina in via Annia Faustina, ha avvisato la polizia; l’ispettore napoletano Gennaro Zocchi si è precipitato a chiamarlo in Questura; è accorso, nel dolore. L’esordio della bella serie del grande Mario Quattrucci (Velletri, 1936) uscì poco più di venti anni fa, viene ora ripubblicato con una prefazione aggiornata dell’autore che ricostruisce la spinta a scrivere fiction quando rinunciò a tutti gli incarichi ed onori istituzionali all’inizio dei Novanta, la genesi del personaggio, il genere, la lingua, i nomi, Marè in onore del poeta Mauro, Giggetto in onore del nonno. Godibile.
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