Di Pierrot Le Fou ed altro ancora |
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28/02/2021, ore 07:14
| Per uno nato all'Asmara sembrerebbe naturale parlar di "mal d'Africa", quello di Bruno Lauzi (1937-2006) fu viceversa prima di ogni altro sentimento "mal di Genova e di Liguria", benché - seguendo la famiglia in Lombardia - non ci abbia vissuto più di tanto, seppur in anni formativi. Conservava malgrado tutto un tipico accento ed aveva buona la conoscenza del dialetto. Lo storico e critico della letteratura Francesco De Nicola - che ha radunato per le edizioni Oltre di Sestri Levante (cittadina rivierasca alla quale Lauzi era particolarmente legato) le raccolte di poesia che il "cantautore" andò pubblicando a partire dal 1992 (I Mari interni, Riapprodi, Esercizi di Sguardo, Agli immobili Cieli, I Solitari) - ha puntualmente osservato che "sebbene la permanenza di Lauzi in Liguria non si sia protratta per più di quindi anni, rimane... questa regione - definita perentoriamente "la mia Liguria ... - la più presente nei suoi versi" (senza nulla togliere, ovviamente alle suggestive poesie dedicate ad altri luoghi).
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