La trama
Laneghè. Isola del Mar tenebroso. Così, infatti, gli antichi
viaggiatori chiamavano l’Oceano Atlantico a causa delle sue acque
profonde e pericolose. Per conquiste e conquistatori. L’Isola torna a
parlare e a far parlare di sé attraverso il ritrovamento di importanti
documenti risalenti al 1200 redatti e scritti con minuziosa attenzione
dal cartografo Angiolo del Golfo di Venere in cui si racconta
dell’avventura marinara dei fratelli Vivaldi. Tali manoscritti, così,
dimostrerebbero che Cristoforo Colombo non fu il primo a *buscar el
levante por el ponente* ovvero a voler andare in Oriente navigando
verso Ponente. I documenti ci raccontano con dovizia di particolari,
disegni e immagini dell’Isola Laneghè, della sua completa armonia con
la Natura, della sua struttura sociale, della flora e dell’incredibile
fauna che la caratterizzano… dando un volto e un nome a questo mondo
così a lungo taciuto e ormai perduto.
Sul libro
Nel marzo 2021 la Casa Editrice Töpffer pubblica nella Collana
“Prototypìa” il libro Laneghè. Isola del Mar tenebroso dello
scrittore ligure Beppe Mecconi. Si tratta di un gradevolissimo libro
illustrato per ragazzi e anche per adulti, perfettamente curato e
impaginato.
Il volume è un prezioso libro che sin dal titolo riporta un poco alla
mente l’*Isola che non c’è* abitata dai Bimbi Sperduti e da Peter
Pan, il personaggio creato dalla fantasia di James Matthew Barrie nel 1902. Anche in questo caso una favola per i più piccoli ma anche
una bella morale per gli adulti. Infatti, nel dialetto del levante
ligure (che è quello parlato da Angiolo del Golfo di Venere) *Laneghè* significa “Non c’è”. E questo aspetto è molto significativo per la
comprensione profonda del testo e della storia narrata. Quest’ultima,
inoltre, è una nuova versione, colma di nuovi dettagli, de Il
manoscritto di Laneghè che lo stesso Beppe Mecconi ha pubblicato e
illustrato alla fine degli anni Novanta.
L’Autore ha realizzato un testo davvero singolare sia perché è rivolto
ai Lettori di tutte le età senza distinzione alcuna sia perché,
come accaduto alla sottoscritta, si entra così da vicino nella storia e
all’interno di questi documenti ritrovati che sembra si tratti di una
storia vera. *Realmente accaduta.* In fondo, chi può dire di fronte alla
Fantasia che tutto ciò che si racconta in Laneghè. Isola del Mar
tenebroso non sia veramente accaduto?
Ed è proprio questa la magica potenza di questo libro: la realtà e la
fantasia non si distinguono più, sono l’una parte dell’altra e si sogna
prima o poi di far visita a quest’Isola e alla sua popolazione così
progredita, serena, educata e di stampo matriarcale. Un altro mondo
proprio. Un mondo taciuto per oltre sette secoli e che Beppe Mecconi
ci racconta con estrema generosità regalandoci questa perla immersa e
ormai sommersa nel temuto Mar Tenebroso oggi noto come Oceano Atlantico.
Del volume sono particolarmente degne di nota le illustrazioni
relative alla Natura che abita Laneghè, soprattutto gli animali. Così
fantasiosi, colorati, di ogni forma e grandezza, capaci di tanta
dolcezza e dell’aggressività più feroce. Una galleria di animali che
sembrano rappresentare, ciascuno a suo modo, vizi e virtù, pregi e
difetti dell’essere umano. Come non ricordare il Dentocrinì, l’Oamicì,
il Checoà, il Nanaval, il Torang, il terribile Oimarò?
A tal proposito scrive David Bellatalla nella sua nota Tre livelli
di lettura che introduce la vicenda narrata:
"Sotto le parvenze di un breve racconto fantastico, l’Isola di
Laneghè, ci offre una rinnovata metafisica dell’avventura della vita.
Ma allo stesso tempo diviene anche un itinerario esistenziale minuzioso
(…). L’isola, invece, non è né simbolo né metafora, è pura armonia
fatta di letizia e silenzio, di luce e di vento, di fatiche e di
ricompense, di storie e di racconti, che ci rimandano al percorso di
liberazione dalle tensioni e dalle paure dell’essere umano, sempre alla
ricerca di una pace interiore, che mai si compiace. Ed ecco che nelle
descrizioni e nei racconti, prende forma questo Paradiso, che nasce
dalla conoscenza e dalla consapevolezza di sé, del rapporto con gli
altri e col mondo."
Tutto questo è racchiuso in questa storia fantastica spingendosi ben
oltre la “sola” esperienza di lettura. Attraverso Laneghè. Isola del
Mar tenebroso, infatti, al Lettore di qualsiasi età e quindi più o
meno consapevolmente viene offerta una meravigliosa possibilità: quella
di incontrare, scoprire e conoscere un vero e proprio Paradiso
terrestre. Che importa se reale o fantastico? È stato studiato,
approfondito, creato, pensato, disegnato, illustrato… quindi anche
“solo” con l’idea e il pensiero possibile. E già il fatto di riuscire a
immaginarlo, di entrarne a far parte e persino di perdere la bussola
della realtà tra una pagina e l’altra, tra un disegno e l’altro e un
immenso regalo che l’Autore ci fa. Inestimabile quanto il valore del
manoscritto di *Angiolo del Golfo di Venere* del 1200 e ritrovato circa
settecento anni dopo. Questa è la Fantasia… e non c’è mare più calmo,
più periglioso, più appassionante, più sconvolgente di questo. E che il
viaggio e la scoperta abbiano inizio…
Dopotutto è stato proprio *Cristoforo Colombo* ad affermare che
"Non si può mai attraversare l’oceano se non si ha il coraggio di
perdere di vista la riva."
Incontro con l’Autore
Come è avvenuto il suo incontro con la scrittura?
Tardi, ho sempre disegnato e dipinto ma – benché fossi fin da bambino
un lettore vorace – non avevo mai scritto, neanche le classiche poesie
adolescenziali. Poi, verso i trent’anni, ho provato a scrivere la mia
prima fiaba (ne avevo già disegnate alcune per altri autori). Volevo
vedere se ne ero capace. Ebbe fortuna e a quella ne seguirono una
ventina, tutte illustrate da me. Poi seguirono vari racconti e infine un
paio di romanzi.
Come è nato il progetto editoriale di*/*Laneghè. Isola del Mar
Tenebroso?
In quel periodo, quello nel quale scrivevo fiabe, nacque mio figlio e
insieme ci divertivamo a inventare animali fantastici. Quando furono
molti pensai a dove avrebbero potuto aver vissuto, unica soluzione era
un’isola misteriosa. Ma poi nacquero le domande: come avevano fatto quei
disegni ad arrivare a noi, chi li aveva fatti, quando, perché? Da lì
prese forma Laneghè, e per renderla credibile mi documentai a lungo
per far sì che tutto potesse apparire verosimile. A lavoro finito lo
proposi alle case editrici con le quali collaboravo all’epoca, i
direttori artistici si entusiasmavano ma quelli editoriali non sapevano
a quale pubblico indirizzarlo; così è rimasto fermo fino all’altr’anno,
quando ho deciso di rimetterci mano e riproporlo, e questa volta si vede
che i tempi erano pronti* per accoglierlo.
Una domanda che certamente si porranno tutti i suoi lettori compresa la
sottoscritta: il misterioso anziano che le ha consegnato quelle carte…
esiste davvero?
Infatti, lo chiedono in molti (ride). Ma, no, non è mai esistito. È un
artificio letterario che ho creato, e aggiunto alla versione originale
di 25 anni fa, per dare ulteriore veridicità alla storia.
La società che ha descritto nel suo libro è paradisiaca: un mondo
equilibrato, senza sprechi, rispettoso di ogni essere vivente e di ogni
diversità. Cosa o chi le ha dato tale ispirazione?
È venuto spontaneo immaginare una civiltà così, un ideale, un sogno.
Una speranza forse.
Questo mondo così ben strutturato ha una matrice matriarcale in cui le
donne assumono ruoli e compiti molto importanti. A cosa è dovuta questa
sua scelta?
Io letteralmente adoro l’eterno femminino, e sono convinto che una
società migliore, se non perfetta, *ha bisogno di una guida
matriarcale, come del resto era agli inizi dell’evoluzione umana. La
donna genera e accudisce la vita, è logico che ne abbia maggior
rispetto, in qualsiasi forma la vita stessa si presenti. L’Età dell’oro
mediterranea, tempo mitico di prosperità e abbondanza, fu quello in cui
le donne avevano il potere, prima quello spirituale e conseguentemente
gli altri. Poi il maschio pretese quello religioso, quello politico, e
da lì iniziarono i problemi per l’umanità, con conseguente
“demonizzazione” della Donna, da Lilith, ad Eva, a Medusa, le
Amazzoni, le streghe e così via, fino ad oggi.
Quegli animali fantastici riportati, descritti e disegnati nel libro
come sono nati? E qual è il suo preferito?
Per gioco, guardando documentari e libri naturalistici col mio bambino.
Il mio preferito è decisamente il Muccodonte, il primo nato, il più
stravagante, nelle sue quattro specie.
Quale vuole essere la morale o il messaggio che vorrebbe trasmettere
attraverso il suo racconto?
Laneghè non è nato con l’intento di trasmettere morali ma, come anche
nelle mie fiabe, il messaggio c’è, e come sempre lo hanno trovato i
lettori; e, magari in *un mix di malinconia, gioia, speranza*, è quello
che l’aspettativa, il desiderio, la voglia di una società perfetta, o
almeno migliore, esiste, DEVE esistere.
Ha mai pensato alla possibilità di trasformare Laneghè. Isola del Mar
tenebroso in un cartone animato per bambini (e non solo)?
Non ci ho mai pensato – mentre invece l’idea di trasformare la mia
fiaba più nota Il polpo campanaro in film mi è venuta più volte –,
ma in effetti può essere una buona idea, magari inizio ad elaborare
una bozza di sceneggiatura…
Nella stesura di questo libro per ragazzi – ma anche per adulti – qual
è stato il rapporto di complicità e di libertà che ha stretto con il
mondo della "sua" Fantasia?
Ha detto bene, non è un libro solo per ragazzi, non è un libro solo per
adulti. Credo sia per tutti coloro che hanno ancora voglia di
stupirsi, di sognare, di immaginare la propria Isola che non c’è. Il
rapporto con la mia fantasia e questo libro, sia nel testo che nei
disegni, è totale. Inventando questa storia, e calandola all’interno
di fatti realmente accaduti e accuratamente documentati, non ho fatto
altro che mettere automaticamente in pratica il mio modo di raccontare,
mescolando cioè in maniera quasi inscindibile realtà e fantasia,
provocando così uno scarto nel livello di incredulità del lettore.
Oggi, con la tecnologia che tocca ogni campo della comunicazione,
quanto è importante preservare e alimentare la Fantasia?
Moltissimo! Per fortuna è ancora una meravigliosa magia vedere i bambini piccoli giocare con lo stesso impegno con i più moderni apparati tecnologici ma anche con la sabbia, matite colorate e un foglio, una scatola di catone. Il problema si pone dopo, quando iniziano a crescere. A quel punto è fondamentale la presenza di genitori attenti e
della scuola, che benché devastata in questi ultimi decenni, possiede
ancora degli straordinari insegnanti , di nuovo quasi totalmente donne!
Lei è regista, illustratore, scrittore anche di libri per ragazzi,
attore, direttore editoriale, pittore, fondatore di associazioni
culturali, organizzatore di eventi, mostre… In quale “ruolo” si trova
più a suo agio? E perché?
Onestamente mi trovo a mio agio in ognuno di questi ambiti. Purché un
lavoro, una mansione, abbia a che fare con la creatività e con la
cultura do tutto me stesso e, anzi, più sono eterogenei più sono felice.
Questo suo essere “operatore culturale” quanto ispira e influenza la
sua scrittura?
Non so; penso che tutto ciò che facciamo, che abbiamo fatto, che
comunque in qualche modo ci coinvolge, lasci qualcosa in noi e poi,
anche inconsapevolmente, viene fuori quando ci cimentiamo in un evento
creativo, sia esso un libro, un dipinto, una performance teatrale…
Nel 1994 il dott. Farina, allora Presidente dell’UNICEF, le consegna il
diploma ufficiale del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia “Per
l’impegno dimostrato per garantire il diritto all’avvenire delle giovani
generazioni”. Ecco: nella sua carriera quanto è stato ed è importante il
suo rapporto e il suo legame con i più piccoli? E cosa ha significato
per lei ottenere un riconoscimento così prestigioso?
Ho avuto la fortuna di lavorare per 24 anni con i bambini realizzando
laboratori di linguaggi creativi, c’erano volte in cui incontravo anche
500 bambini alla settimana, ed ogni volta era una gioia, e sempre
imparavo qualcosa. Ancora oggi amo lavorare con i piccoli, soprattutto
il primo ciclo delle "elementari”, per fortuna non è raro che mi
chiamino in qualche classe o nelle biblioteche a raccontare le mie
favole. Il dottor Farina mi consegnò quel diploma al termine di un
concorso teatrale nel quale, per la terza volta consecutiva, vincemmo
il primo premio con un allestimento scritto insieme ai bambini e da
loro recitato. Ne fui davvero felice anche perché arrivò del tutto
inaspettato.
Quali sono gli Autori e le opere che hanno formato il suo “essere
lettore” ed “essere scrittore”?
Da bambino, alle elementari nel mio paese, San Terenzo, al centro del
Golfo dei Poeti, ebbi la fortuna di avere un ottimo maestro, Nino
Rolla si chiamava. Ci faceva leggere in classe libri importanti e ci
invitava, chi ne aveva voglia, a rifornirsi nella sua vasta biblioteca.
Lì conobbi Hemingway, Steinbeck, London… Ecco direi quelli hanno
formato il mio essere lettore. Poi Melville, García Márquez, per
citare due autori che venero, ma tutto quello che omnivoramente ho letto
e leggo credo abbia formato il mio essere scrittore.
Quali sono i suoi prossimi impegni e progetti professionali ed editoriali?
A breve spero si possa rimettere in scena il recital "Orfeo e Euridice", allestito con magnifici collaboratori e musicato da splendidi musicisti. Per la parte editoriale, sempre con il gruppo *Oltre edizioni*, sto curando la pubblicazione di alcuni libri illustrati, per adulti, per ragazzi e per bambini; per uno di questi ultimi, un bellissimo racconto scritto da una giovane mamma per il suo bambino speciale realizzerò, con immenso piacere, le illustrazioni.
|