Il paesaggio è quanto può cambiare il nostro modo di percepire e vivere. Nel libro Il Paesaggio tra fotografia e parola edito da Topffer per la collana Prototypia a cura di Roberto Besana con sue fotografie e introduzione di Melina Scalise si sviscerano alcuni aspetti interessanti del “paesaggio” contemporaneo. ” …il paesaggioè la scena su cui cade il nostro sguardo oltre la nostra dimensione più prossima, che sia il nostro corpo, la nostra stanza, la nostra casa (…) e non si identifica con l’ambiente, la Natura, ma è una sua rappresentazione ed elaborazione. E’ nello spazio del paesaggio che si consuma l’interazione tra l’Uomo e la Natura, in quella visione dicotomica che spesso viviamo erroneamente come contrapposizione, ma che è solo necessaria alla nostra semplificazione della complessità. …Oggi più che mai abbiamo bisogno di ripensare a questo territorio che chiamiamo “paesaggio” perchè dietro quell’apparire c’è tutta la nostra voglia di starci e di esserci in questo paesaggio”. (fotografie di Roberto Besana)
Ebbene, nel libro appena uscito nelle librerie, parlano del paesaggio ben 67 autori tra giornalisti, fotografi, ricercatori scientifici, scrittori, sociologi, matematici. Ognuno sviscera un aspetto del tema stimolato dalle visioni fotografiche di Roberto Besana che avrebbe dovuto realizzare il libro con Pietro Grego, giornalista scientifico, venuto a mancare lo scorso anno, a cui la pubblicazione rende omaggio.
ph Roberto Besana ph Roberto Besana
Il paesaggio è argomentato per capitoli in cui ad ogni foto di Besana corrisponde un testo.
Troverete Forme e geometrie “Quando abbiamo imparato a leggere il paesaggio attraverso i numeri abbiamo misurato distanze, inventato architetture, apprezzato proporzioni, scoperto prospettive. In quel linguaggio così elementare eppure infinito ci sono i misteri del mondo, forse la stessa verità“ (scrive Melina Scalise nell’introduzione a questo capitolo). Qui possiamo trovare la dimensione del viaggio vista da Luca Carra “La strada è essa stessa paesaggio” scrive. Mentre Piero Angela ci invita a riflettere sull’acqua e l’evoluzione del paesaggio “un’immensa distesa d’acqua, una coperta liquida per millenni ha nascosto un mondo sconosciuto, un secondo pianeta invisibile. …è qui che tutto è avvenuto: l’origine stessa della vita …è qui che è nata la sessualità e con la sessualità la morte” .
Nel capitolo Inseguendo la luce guardo potrete trovare le riflessioni su Dio nella Natura di Nello Rossi, le suggestioni sui punti di fuga di Beppe Mecconi, la poesia visiva di Tiziano Fratus tanto quanto la riflessione sulle nuvole di Piergiorgio Odifreddi: “il movimento delle nuvole è ..un tipo esempio di caos deterministico e ricorda che dietro la variegata bellezza della Natura…non c’è affatto la mano di un Disegnatore intelligente. Piuttosto, come aveva già intuito Darwin nella sua Autobiografia ” Un piano che regoli la variabilità degli essere viventi e l’azione della selezione naturale non è più evidente di un disegno che predisponga la direzione del vento“.
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Nella sezione Sconfinamenti emergono ricordi di altri periodi storici dominati dall’agricoltura e dai racconti dei nonni (Michele Fina e Chiara Valerio), ma anche l’invito a riflettere su quanto disse il premio Nobel della chimica Paul Crutzer che coniò il termine “antropocene” “il termine indica che le cause principali delle modifiche che riguardano il territorio, le specie viventi il Clima della terra sono dovute alle attività dell’essere umano. L’uomo dunque è il principale fattore di cambiamento delle biosfera” scrive Cristiana Pulcinelli che si completa con l’osservazione di Daniela Palma “Il paesaggio può mostrarci i nostri errori e indicarci il senso di uno sviluppo più equo e sostenibile”.
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Nel capitolo Tracce e linguaggi introdotto da questa riflessione “Credevamo di essere il centro del mondo prima di scoprire di essere solo una parte del tutto e questo, nonostante tutto, ci parli di noi (Melina Scalise)” emerge quanto siano cambiati i modi di comunicare e connetterci al tutto. Ne parla per esempio Piero Bianucci “Ci sono reti fisiche che distribuiscono elettricità, acqua, gas. e reti immateriali dove viaggiano immagini, voci, valanghe di dati..le reti sono un capitolo della geometria essenziali per capire la società, la comunicazione e la politica. ….Le reti ci sono ancora, ma da quando esiste internet devono competere con reti che non hanno centro...”. Ma se il paesaggio è comunicazione è interessante anche la riflessione di Rossella Panarese “Noi Homo sapiens raccontiamo storie, ne abbiamo bisogno e forse questa attitudine ci salva dall’essere preda costante dello spavento della morte. Raccontiamo storie anche quando guardiamo pezzi di mondo intorno a noi….Guardo ciottoli affiorare dall’acqua, colti nell’attimo in cui si disvelano. Ma cosa siamo noi tutti interi non lo sappiamo (ancora)….Sconfiniamo. E dimentichiamo noi stessi per dedicarci a conoscere altro”.
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E’ un libro che si può leggere dall’inizio alla fine, in modo tradizionale, ma anche “navigando” per paesaggi e o per capitoli non perdendo mai il suo senso, ma assecondando il “sentire” del lettore che può scegliere di entrare in un paesaggio innevato, di salire sulla cima di una montagna, di bagnarsi i piedi in un lago, di guardare il cielo e sognare. Comunque lo si guardi o lo si legga è un libro che ci invita a godere del nostro sguardo sul mondo e di averne maggiore consapevolezza. Per questo lo consiglio nella biblioteca de Il bello di Casa.