Il secondo Novecento a Fiume

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01/12/2021, ore 16:36

Il volume che s’intitola “Un tetto di radici. Lettere italiane: il secondo Novecento a Fiume” (Sestri Levante, Gammarò edizioni, collana Le bitte, 2021), delle autrici Gianna Mazzieri-Sanković e Corinna Gerbaz Giuliano, appena uscito nelle librerie italiane, è un’opera dal contenuto inedito nel panorama degli studi dedicati alla letteratura italiana e alla sua storia.

Il testo presenta un’importantissima raccolta di testimonianze, analisi, riflessioni, commenti, interpretazioni inerenti alla produzione letteraria in lingua italiana nei territori che, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, sono passati sotto il dominio della Jugoslavia prima e della Croazia poi.

Con l’entrata delle truppe del maresciallo Tito a Fiume la Storia della città volta pagina.

Ne risentiranno l’anima stessa della città che si vedrà abbandonata da gran parte dei suoi cittadini che preferiranno la strada dell’esilio. Di quegli abitanti, sostituiti da genti provenienti da altri siti, anche lontani, dell’ex Jugoslavia, è rimasta una minoranza, nel tempo divenuta sempre più sparuta, ma che, nonostante tutto, ha saputo coraggiosamente resistere con le sole armi della lingua e della cultura alla forzata colonizzazione.
È cresciuta così una letteratura fiumana autoctona, originale, che le due autrici hanno saputo brillantemente raccogliere, analizzare, sviluppare, mettendo a fuoco e connettendo tra loro gli autori e le opere che di quel grande, violento iato avvenuto al termine della Seconda guerra mondiale sono la testimonianza, tra quanti di lingua italiana, nati a Fiume prima della guerra (Enrico Morovich, Franco Vegliani, Paolo Santarcangeli) sono poi stati costretti all’esilio, tenendo sempre ferme le loro origini e la loro formazione, così come quelli che sono rimasti (Osvaldo Ramous, Ezio Mestrovich); oppure sono arrivati o nati e cresciuti a Fiume dopo la guerra (Mario Schiavato, Giacomo Scotti, Alessandro Damiani, Nirvana Ferletta, Laura Marchig e altri) mantenendo viva la lingua italiana, che, nel contesto multilinguistico, era poi la lingua franca storica di tutti i fiumani, qualsiasi fosse la loro etnia. Ma il libro prende in esame anche quegli autori di origine fiumana vissuti lontani dalla loro città, nati in esilio o in prossimità di esso, ma sentimentalmente e letterariamente legati ad essa (Marisa Madieri, Valentino Zeichen, Diego Bastianutti, Diego Zandel). Il tutto preceduto da un’ampia e approfondita sintesi che offre al lettore il quadro storico d’insieme della letteratura fiumana, nelle sue diverse fasi, dal Medioevo a oggi. Il risultato è un’opera unica, sicuramente la prima e la più completa, che le autrici, docenti al Dipartimento di Italianistica della Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume, offrono agli studiosi, prima di tutto, e più in generale a quanti sono interessati all’universo articolato, complesso, vivo, ricco di influssi, che si cela dentro il microcosmo di una città di frontiera.

Il volume è uno strumento indispensabile per ogni futura ricerca che voglia addentrarsi nello studio dei testi letterari e della storia degli italiani della zona istro-quarnerina, oltre a costituire un capitolo imprescindibile della storia della letteratura italiana contemporanea. L’offerta di nuovi titoli soddisferà dunque anche i lettori più esigenti.


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