Ungaretti artista |
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10/05/2022, ore 07:03
| La poesia è un viaggio, percorso che conduce alla scoperta della vita nel cuore dell’uomo; percorso di dolore, ma di infinita luce e di accadimento spirituale. E solo chi compie quel viaggio sa come riconoscere la bellezza fra le cose mortali. Il viaggio di Giuseppe Ungaretti fu travagliato, sofferto, esposto al sangue della guerra, all’esperienza visiva della tragedia e della morte; ma, alla fine, vi fu la luce per il poeta nato ad Alessandria d’Egitto. I suoi occhi si illuminano. Il senso della vita prevale e costituisce rinascita. M’illumino d’immenso è la sua nuova vita, la purificazione del suo cuore straiato. Carla Boroni, professore associato di Letteratura Italiana Contemporanea nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica di Brescia, ci consegna un saggio sorprendente ed emozionante: Lo sguardo di Ungaretti, alla ricerca dell’anima dispersa fra i versi. Intimità e religiosità del poeta nascoste dentro contrasti di luci e di ombre, come in un’opera pittorica, in un gioco di frammenti abissali e manifesti. Come scrive Boroni, è necessario affrontare, in primo luogo, il tema della contaminazione, che in ogni artista rappresenta il campo di nascita creativa; in Ungaretti le arti visive e plastiche, la scultura, la pittura e l’architettura significano proprio quella strada contaminata da percorrere, affinché nasca poesia; significano un ponte fra la realtà e la materia poetica. L’autrice racconta gli interessi di Ungaretti per le arti, in particolare per Michelangelo, Bernini, Borromini, ma anche Masaccio, Piero della Francesca; e degli incontri che il poeta ebbe con vari importanti esponenti del periodo parigino, come Picasso, Modigliani e De Chirico. Sia l’arte del passato sia l’arte contemporanea non furono per Ungaretti isole passeggere di studio e di approfondimenti, bensì «Ragioni d’una poesia», fondamenti dell’esistere come poeta e come uomo del suo tempo, altri occhi per vedere e per vedere oltre... in quell’oltre dove solo un poeta può guardare. Ecco, la vista di Ungaretti, l’esplorazione della vista (arti visive per scovare la luce). Ed è inesauribile il segreto che resta nelle mani del poeta che ha «visto». Dalla visione si giunge all’assenza della vita. Leggere Ungaretti con attenzione è certamente anche una piena e folgorante esperienza visiva: il poeta vuole rendere viva la sua parola, pregna di colori e di immagini, come l’opera di un pittore o di uno scultore, con i sentimenti di un uomo che attraversa le pieghe del tempo e trova sempre la porta per un «altrove», un presente altro, un universo celato – perché la poesia porta con sé un segreto. Carla Boroni segue il percorso ungarettiano fino all’illuminazione religiosa del poeta. «Vedo ora chiaro nella notte triste». Il cuore disperso di Ungaretti ritrova sé stesso nella certezza di un nuovo cammino, nella chiarissima primavera dopo il buio.
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