93 anni, non solo non dimostrarli ma nemmeno sentirseli sul “groppone”. Ci riferiamo al grande regista, scrittore e scopritore di talenti che ha trascorso la sua vita sul palcoscenico, dietro la macchina da presa ed in televisione; in quella televisione, come scrivemmo tempo fa, che ancora molti rimpiangono, perché allegra, spiritosa, gioiosa dove approdavano i maggiori artisti del varietà e la cultura era alla portata di tutti.
Oggi, un po’ più pantofolaio, ma con uno spirito sempre forte e con la voglia di scrivere racconti di ogni genere, Vito Molinari, presenta i suoi ultimi romanzi: da Vite maledette, Tutto Govi a La mia Rai e Le indagini del commissario Guido Ballarini. Questi ultimi due usciti nel marzo e settembre del 2022.
Nella sua lunga vita ha incontrato un numero infinito di persone di cui ha colto tutte le sfumature caratteriali positive e meno positive. Individui che ha cominciato a farli diventare personaggi nei suoi libri, tratteggiando figure interessanti per ogni lettore.
Nelle sue cinque autobiografie apocrife di artisti maledetti è riuscito a dare uno spessore diverso alla loro storia, perché tutti, geni della musica o della pittura, depressi per il peso di quell’arte che probabilmente non riuscivano a gestire tanto da divenire folli, assassini o essere a loro volta assassinati. Non avevano il dono/competenza del saper vivere e di godere della bellezza del creato.
Così la storia di Gesualdo da Venosa dove l’omicidio della moglie Maria d’Avalose e dell’amante lo porta a chiudersi in un isolamento claustrale, o la vita di Caravaggio che si spegne, nonostante i suoi colori nascessero da un fascio di luce immensa, proprio perché non capace di sopportare il dolore. E la vita del geniale compositore barocco Alessandro Stradella , particolarmente vivace sia negli amori che nelle scorribande “d’azzardo”, che (si pensa, ma non fu mai provato) per ordine del nobile Gian Battista Lomellini, vide terminare la sua esistenza sulle scale della chiesa di San Pietro in Bianchi di Genova,”reo” (anche qui non ci sono prove) di avere intrecciato una relazione con Maria Caterina Lomellini, sorella di Gian Battista.
C’è poi Amedeo Modigliani incapace di vincere quella malinconia quotidiana che lo portava a dipingere e scolpire figure femminili che amava in modo ossessivo e a convivere con una rabbia mai repressa.
L’ultimo artista non poteva che essere Antonio Ligabue, un “matto”, così considerato, ma che forse non lo era, che ha vissuto la sua intera esistenza, uscendo ed entrando dai manicomi, perché aveva paura di fantasmi che lo perseguitavano e non riusciva a liberarsene, se non con il pennello in mano e dipingendo il più delle volte i suoi sogni.
La passione che lo ha sempre caratterizzato traspare in ogni sua parola e commento: “Scrivere Tutto Govi con Mauro Manciotti, è stato portare il lettore in un mondo che non c’è e non ci sarà mai più, ma è talmente bello leggere i tratti di quella vita che vale la pena di scoprire tra le righe la nostalgia dell’attore che tutti, nonostante il dialetto genovese fosse difficile, capivano perché bastava uno sguardo o un silenzio della sua recitazione che il senso delle parole arrivavano subito all’orecchio”.
Dulcis in fundo, La mia Rai, un libro di cui molti lettori e potenziali lettori ne sono testimoni, attraverso il lavoro di Molinari “televisivo“, regista di un prezioso ventaglio di programmi , con i grandi artisti comici che mettevano a disposizione la loro arte, mentre i nuovi acquistavano notorietà.
Una produzione letteraria completa con tanto di libro giallo. Ecco, infatti, Le indagini del commissario Guido Ballarini, alle prese con casi molto complicati ma che alla fine risolverà per la sua particolare umanità accompagnata da qualche visione un po’ ‘mistica’.
Buon compleanno a Vito Molinari
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