Come si può passare da una famiglia tradizionale a una kumpània rom nel giro di pochi giorni e sentirsi sempre a casa?
Rinunciare all’ordine ormai infranto della propria vita può davvero servire per ritrovare se stessi?
Senza tenere sempre bene in mente questi interrogativi forse non si riuscirebbe a comprendere fino in fondo la portata di un libro come L’ordine infranto di Maria Teresa casella.
Un libro che non racconta semplicemente una storia, narra della vita.
La vita di chi è un reietto, all’interno della propria famiglia o della società. Paria per scelta o per destino. Invisibili che vivono ai margini di una società che sembra accorgersi di loro solo quando accadono tragici eventi.
Una società che non ammette diversi e, per coloro che cercano di ricrearsi una nuova vita fuori dall’ordine infranto, riserva solo la strada e l’emarginazione.
Come accaduto alla protagonista del libro di Casella, una giovane donna, di famiglia benestante, studentessa di medicina e con un promettente futuro che all’improvviso si perde nel dolore dell’inganno e fugge.
Da senzatetto a nomade, quasi inspiegabilmente, il passo sarà breve. E verrà accolta nella comunità rom, pur con qualche reticenza, che diventerà la sua nuova e unica casa. Una comunità da sempre vista come uno scherzo della natura, ingestibile e incomprensibile, per le sue non-regole che le impediscono di standardizzarsi ai rigidi canoni della società globale che la “ospita”. Eppure Casella insegna al lettore che mai le cose sono appaiono e che il fango e l’immondizia, a volte, sono più oneste e limpide di un’animo tormentato.
I rom in Italia sono all’incirca 170mila e Maria Teresa Casella ha simbolicamente scelto di “dare voce” alla numerosa comunità che abita il più grande campo abusivo della capitale. I personaggi narrati dall’autrice sono, naturalmente, frutto della sua fantasia, ma le storie, quelle potrebbero essere vere davvero. E forse lo sono. Lo strazio di bambini che crescono tra immondizia e sostanze pericolose, che giocano con il fuoco e la varechina, si feriscono, si lacerano, bruciano. Ragazze poco più che bambine e giovani adulti dediti all’accattonaggio e al furto. Anziani che gelosamente custodiscono i tesori, anche notevoli, accumulati tra lamiere e stracci.
Un incomprensibile modo di vivere che attrae la protagonista e che sembra risucchiarla in questo vortice intenso di odori e sapori così diversi, nei quali però riconosce, o meglio trova l’amore e altri sentimenti di cui nutriva un immenso bisogno.
Si apprezza, durante la lettura de L’ordine infranto, la capacità dell’autrice di non cadere mai nella banalità o nel pregiudizio. Da entrambe le parti della barricata. Casella racconta i fatti, gli eventi della storia senza nascondere al lettore le verità oggettive della kumpània, come anche della società che la ospita, la nostra.
L’ordine infranto di Maria Teresa Casella è un libro struggente e, al contempo, illuminante, nella capacità dimostrata dall’autrice di indagare i sentimenti e le emozioni delle persone, prese nel loro vivere quotidiano.
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