Silvio Ciappi lungo le rotte dei narcos |
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07/10/2016, ore 19:30
| Intervista a Silvio Ciappi E quindi questo è un libro che parla della coca. Che, prima di essere foglia, è stata una dea – i campesinos continuano a crederlo ancora – la dea della coca, diosa koka, ma anche la dea prostituta, la diosa puta, una prostituta ‘divina’. Perché una dea prostituta? Perché è questo ciò che mi ha detto un campesinos con le sue rughe da indio in Bolivia, parlando del destino delle sue foglie di coca. In quel volto cotto dal sole e segnato dal duro lavoro, ho visto le tracce di secoli, della sua gente, che ha poco a che vedere con le facce spavalde dei narcos. Basta guardarli in faccia e ti accorgi che si tratta di due mondi separati: da una parte il mondo dei cocaleros, dei piccoli produttori di coca, dall’altro il mondo occidentale, con i suoi riti convulsi, con l’ossessione del denaro, del traffico, della morte...
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