Finis terrae: un ottimo spaccato della realtà con potenza espressiva

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15/10/2016, ore 17:30

di Nevio Galeati

Ci sono romanzi che sono la somma di molte storie, mescolate in modo talmente fluido e sapiente da perdonare all'autore la... sfrontatezza di averle spese tutte insieme, anziché regalarle ai lettori una alla volta. Romanzi che sono davvero uno specchio della realtà; perché quest'ultima non ha solo un percorso, ma cresce prendendo vigore a ogni angolo di vita, intrecciando un filo dopo l'altro. Finis terrae di Gian Luca Campagna (Oltre Edizioni, 470 pagine 19 euro) ha questa caratteristica: un fiume di vicende che mette di fronte alla complessità e al disordine del mondo. Senza voler raggiungere un traguardo rassicurante perché, oggi più che mai, non c'è alcuna divinità in grado di scendere dal cielo a togliere dai guai gli eroi finiti in intrighi irrisolvibili. Capita così di trovarsi a Villareale, città di provincia del Lazio, fra paludi, bonifiche, laghi salmastri e mare; Latina e il Circeo sono diventati la metafora di tutte le piccole città d'Italia, fra speculazioni edilizie ed ecomafie, centrali nucleari e rifiuti; dove non possono mancare i delitti, da quelli di sangue (un parroco incaprettato in canonica, un bimbo straziato sette anni prima, una ballerina da night che svanisce); a quelli incruenti, ma non meno devastanti: partite di calcio truccate, spaccio di droga, papponi. Fino ai killer a pagamento e all'incrocio dei tradimenti...

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