Su "Carne e sangue” di Nicola Manicardi

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03/08/2023, ore 10:27

Nicola Manicardi è un poeta maleducato, che rende essenziale la parola per ricondurla nell’alveo dell’inespresso, dell’emozione che non ha bisogno del suono, ma che incarna quella sensualità nostalgica e feroce insieme, che si chiama poesia.

In “Carne e sangue” Nicola riesce a creare l’alchimia di rendere dinamitarda la parola gentile, nella quale riecheggiano le visioni della sua Modena, città in cui la nobiltà contadina è germana della fierezza e della forza della sua gente.

Nessun orpello di maniera stempera la sanguinosa testimonianza di una vita che va vissuta comunque, del non arrendersi di fronte alle piccole tragedie, sempre uguali ma sempre diverse, che diventano parte del vissuto e pietre da mettere in valigia e da custodire comunque, nonostante il tempo.

Modena diventa la “piccola città”, il “bastardo posto” amato e odiato, tanto caro a Guccini, del quale, a tratti, si colgono le atmosfere e le passioni contrastanti che respirano tra le cosce spalancate dei viali.

Questo libro è un viaggio dentro e fuori di ognuno di noi, una scarnificante riverginazione che ci prende per mano e ci accompagna a raccogliere i cocci dell’amore che credevamo perduto, il latte versato dall’anfora andata in pezzi.

Soprattutto questo libro io l’ho visto nei suoi occhi in un pomeriggio di quasi fine estate, nella sua Modena, nei suoi viali quando, tra un calice di prosecco ed un altro, ripercorsi nelle sue parole la struggente nostalgia, il restare ancorato ai ricordi, all’amore dato e ricevuto che sopravvive a dispetto di tutto.

Rividi il Nicola bambino, i suoi sandali con gli occhielli consumati tra l’erba dei viali, mi parve di sentire le voci dei suoi cari, mi immedesimai nel suo amore innocente di allora, comparandolo ai suoi occhi di adulto, certo diversi, ma comunque ancora capaci di immaginare.

“Carne e sangue” c’era già, amici miei, l’inchiostro stava già trasformandosi in sangue, i viali stavano già diventando i capillari di un poeta che vive la poesia crocifiggendola alla realtà.

Raramente un libro mi ha dato emozioni più intense, raramente ho desiderato non giungere mai all’ultima pagina, al compimento di un viaggio che avrei voluto non avesse fine.

Vero, intenso, cruento, appassionato, Nicola è stato tutto questo con la naturalezza del poeta vero che non si nasconde, ma che nel sangue che gronda dalle sue righe fa strage di se stesso, ma anche di ognuno di noi.


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