IN “FUGA DALL’APOCALISSE” LA FANTASCIENZA INCONTRA IL GIALLO

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08/02/2020, ore 09:44

Sono libero studioso di fisica, astronomia e di storia della scienza.  Sono un romanziere fortunato, perché mai nella storia l’uomo ha potuto lanciare il suo sguardo nell’universo visibile ed invisibile¼ come negli ultimi decenni. Erano anni che seguivo le scoperte che riguardavano il bosone di Higgs, l’inafferrabile “primula rossa” delle particelle. E le ricerche avvenivano lì, sotto il lago di Ginevra, nell’acceleratore più grande del mondo. Un luogo molto simile al mio posto di lavoro (un piccolo bunker a protezione atomica) che mi ha facilitato l’ambientazione del romanzo. Un giorno apparve in cielo Apophis, un gigantesco asteroide che avrebbe potuto cadere sulla Terra cancellando ogni forma di vita. Lo studioso Adriano Petta si recò a Pisa al centro dove si studiano le traiettorie degli asteroidi¼ mentre il romanziere Adriano Petta parallelamente aveva cominciato a tessere una trama che avrebbe dovuto precedere gli avvenimenti reali, ma la realtà astronomica era più veloce di quella romanzesca. In questa rincorsa frenetica contro il tempo, il bosone di Higgs cominciò timidamente a bussare alla porta del mio romanzo¼

 

Tu hai una ampia produzione letteraria, quasi tutta segnata da tre elementi: l’amore per la scienza, una particolare attenzione alla figura della donna nella Storia, il tutto sottoposto a una sorta di denuncia dell’oscurantismo in generale. Il tuo capolavoro “Ipazia”, edito da La Lepre, racchiude questi tre elementi, così come questo romanzo “Fuga dall’Apocalisse”, due case editrici i cui libri possono essere tranquillamente acquistati su questo sito. Ecco, da quale vicende esistenziali e letture si nutrono questi elementi che ho sottolineato?

 Anche “Fuga dall’apocalisse” ha la sua eroina: tutti i miei romanzi sono testimonianze di vita di grandi donne che sono state estromesse dalla storia dal maschio della nostra specie, per paura che potessero frenare la sua fame di guerre e di sterminio¼ 

Molti anni fa lessi un piccolo trattato sulle donne filosofe e scoprii ch’era vissuta, nell’anno quattrocento, una scienziata donna, astronoma, matematica e filosofa: Ipazia d’Alessandria. Man mano che studiavo, mi rendevo conto che mi ero imbattuto nel caso di occultamento più grosso della storia umana. Ipazia la conoscevano solo le élite culturali! Mentre nelle scuole e nelle università, di Ipazia non se ne sapeva nulla. Da tenace studioso di storia della scienza cominciai a scavare¼ e la figura di questa grande donna e scienziata cominciò a parlarmi, a chiedere alla mia penna di raccontare la sua storia, la sua vita, la storia della sua biblioteca¼ la prima al mondo aperta a tutti, anche alla povera gente ignorante. Ipazia fu anche la madre della scienza sperimentale.

Raccontai la sua vita, ne fecero anche un film, oggi in tutto il mondo si conosce la storia di Ipazia, ancora non si studia a scuola perché non è stata trovata la risposta da dare agli alunni: “Signora maestra, perché per milleseicento anni nessuno ci ha mai raccontato questa storia?”

Sono alcuni anni che i tuoi tanti lettori e fans aspettavano un tuo nuovo libro. Con “Fuga dall’apocalisse” segni un ritorno alla grande. Possiamo promettere ai lettori che non dovranno passare altri tanti anni per leggere un tuo nuovo libro?

Negli ultimi due anni ho scritto giorno e notte dando alla luce quattro romanzi: due thriller storici e due thriller fantasy, già sottoposti all’attenzione della Oltre Edizioni. Spero di aver scritto romanzi dominati da quello che scuote la mia vita in ogni frangente: la passione, la passione per un ideale politico, per un grande amore. Quando prendo una penna in mano, sogno di trasformare il fango in oro, e questo mi permette di bussare al migliore dei mondi impossibili, quello del romanzo.


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