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Dossier, spie, censure - Così l'ammiratore Stalin 'internò' Bulgakov
Il Giornale di mercoledì 8 giugno 2016


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ARTE E POTERE Le rivelazioni di Vitalij Sentalinskij Dossier, spie, censure Così l'ammiratore Stalin «internò» Bulgakov Luigi Mascheroni osa sìa la Lubjanka è noto: il palazzo, nella omonima piazza di Mosca, sede dei servizi segreti sovietici, dalla Ceka al GPU al NKVD fino al KGB e, oggi, FFSB. Cosa accadde lì dentro è altrettanto noto: interrogatori, torture e prigionia dei dissidenti del potere russo e sovietico, fin dal 1918, e in particolare nel periodo staliniano. Così come è noto che da lì passò anche il fior fiore della letteratura russa: Babel, Florensldj, il poeta Kljuev..., ognuno lasciandoci un segreto quale fu la fine di Mandel'stam? Quale fu la vera posizione di Gorldj verso Stalin una confessione, un manoscritto, un diario (come quello sequestrato a Bulgakov...). Già meno noto, invece, è che sul finire dell'era Gorbaciov, sull'onda della Perestrojka, uno scrittore e viaggiatore russo, Vitalij Sentalinskij, riuscì dopo inenarrabili difficoltà a costituire una Commissione per indagare sugli intellettuali che avevano subito la repressione staliniana, arrivando a mettere le mani sugli imponenti archivi con i dossier sugli scrittori e i poeti passati dalla Lubjanka. E cosa ci fosse dentro quei dossier testi di interrogatori, delazioni, deposizioni, registrazioni di autentici processi sommari, persino testi autografi degli autori incriminati e brani inediti delle loro opere lo abbiamo saputo solo quando Sentalinsldj ha iniziato la pubblicazione di una trilogia sulla sua epopea alla Lubjanka (da noi è uscito solo I manoscritti non bruciano, ne11994 da Garzanti). Offrendo all'occidente due cose: moltissime notizie inedite sulla storia della letteratura russa del '900 e una drammatica testimonianza sui rapporti tra l'arte e il potere. Ciò che invece fino a oggi era del tutto ignoto al lettore italiano, è il contenuto di uno dei dossier più corposi conservati alla Lubjanka, quello relativo a Michail Bulgakov, e che copre un ventennio: da poco dopo il suo arrivo a Mosca, nel 1921, fino a pochi mesi prima della morte, nel '40: anni di scrittura, di riunioni con amici letterati, di teatro, di delusioni, di pedinamenti da parte della polizia segreta, di soprusi, di minacce... Il tutto è raccontato da Luciana Vagge Saccorotti, studiosa di cultura russa e amica personale di Sentalinskij (che sarà a settembre in Italia, a Pordenonelegge), nel saggio Il Maestro svelato. Bulgakov esce dalla Lubjanka (Gammarò Edizioni, pagg. 174, euro 18). Ed eccoli, i segreti svelati. Innanzitutto si scopre che l'OGPu, la Direzione politica di Stato, inizia a sorvegliare Bulgakov, considerato scrittore «indipendente», cioè non allineato, oppure apertamente controrivoluzionario già nel '21, dopo un trafiletto su di lui apparso su una rivista critico-bibliografica: è l'apertura del dossier. Presto iniziano i pedinamenti. Poi le perquisizioni in casa (gli vengono sequestrati tre quaderni del diario, che gli saranno restituiti solo tre anni e mezzo dopo, e Sentalinskij trova alla Lubjanka una copia fatta per sicurezza dai servizi segreti!), viene chiusa la rivista su cui doveva uscire il romanzo La guardia bianca (considerato antisovietico), si passa agli interrogatori (il dossier contiene una breve biografia dettata sotto interrogatorio da Bulgakov nel '26), i suoi lavori teatrali iniziano a incontrare sempre più difficoltà quando è il momento di andare in scena, le opere letterarie vengono bloccate, le riunioni con gli amici scrittori spiate, i permessi di viaggio all'estero sempre negati... (Sentalinskij sembra pensare che gli anni vissuti in povertà e le censure sono tutte concause della morte prematura dello scrittore). Soprattutto, il materiale ritrovato lette- re intercettate, appunti dei sorveglianti, relazioni sui suoi discorsi nel teatro in cui lavora la luce sul rapporto ambiguo tr Bulgakov e Stalin. Il primo scrive in manie ra accorata e decisa direttamente al secondo. E il secondo, pur seguendo da vicino e apprezzando sopratutto i lavori teatrali dello scrittore, gioca con il primo come il gatto col topo: piccole aperture e poi divieti, avvertimenti e complimenti, improvvisi spazi di libertà e severe censure. Come tutti i poteri hanno fatto, sempre, con tutti i grandi artisti. Come scrive Sentalinskij: «L'opposizione al potere_ inumano e il dialogo con Stalin continuarono fino alla morte, e persino dopo, con la voce dei suoi eroi. Quando una volta Elena Sergeevna disse, a proposito di qualche manoscritto: "Di nuovo su Stalin?", il marito rispose: "Lo inserirò in ogni piéce"». .*il brano «Io, ridotto a un funzionario a cui pagano lo stipendio» Adesso, io sono un funzionario al quale hanno accordato un salario mensile e finché non mi cacciano mi devo accontentare. Scrivo il libretto di due opere, una storica e una sulla guerra civile. Se l'opera risulterà buona, la vieteranno segretamente, se sarà brutta, la vieteranno apertamente. Mi parlano tutti dei miei errori, ma nessuno parla del più importante: già dal 1929 al 1930 ho dovuto smettere di scrivere. Sembro un uomo che sale su un albero della cuccagna unicamente perché possano prenderlo per i pantaloni e tirarlo giù, per il divertimento di un pubblico ragguardevole. Mi si perseguita come nessuno è mai stato perseguitato: e dall'alto e dal basso e di lato. Ufficialmente non hanno mai vietato una sola delle mie pièce, ma arriva sempre in teatro qualcuno che improvvisamente consiglia di togliere dal repertorio la pièce, e subito la tolgono. E per dare a tutto ciò un carattere di obiettività, mi aizzano contro degli uomini di paglia. Pubblichiamo una dichiarazione di Bulgakov riportata da un delatore contenuta nel libro di Luciana Vagge Saccorotti Il Maestro svelato. Bulgakov esce dalla Lubjanka (Gammarò Edizioni). Nella storia del mio Molière una di queste persone era °lega che ha scritto sulla rivista del Teatro dell'Arte una condanna. Oleàa, che si trova in una situazione di marasma letterario, scrive tutto ciò che gli pare, a condizione che lo si consideri uno scrittore sovietico, che gli diano da bere e da mangiare e la possibilità di nascondere la sua vacuità artistica per un anno supplementare. Adesso non c'è nessun evento che mi interessi o mi agiti HAL fatto è che io non sono un cittadino con tutti i diritti e quindi non posso esprimere il mio giudizio. Io sono un sorvegliato che ha soltanto guardie di scorta. Qualunque cosa succeda nel Paese, il risultato di tutto ciò sarà la continuazione della mia vessazione. Sugli eventi spagnoli ho letto in tutto tre o quattro volte. Prenderanno Madrid e sarà una strage. E di nuovo se io trovassi ispirazione da questo tema e pensassi di scrivere qualcosa, non me lo permetterebbero comunque. Sulla Spagna può scrivere soltanto Afinogenov [noto drammaturgo, autore della pièce Salve, Spagna!, ndr], qualsiasi raffazzonatura del quale sarà celebrata. In essa troveranno altezze ideologiche. Ma se io scrivessi sulla Spagna, intorno griderebbero: ah! Bulgakov è felice che i fascisti abbiano vinto! Se qualcuno mi dicesse apertamente: Bulgakov, non scrivere più niente, ma occupati d'altre cose. Ricordati della tua professione di medico e cura la gente, e noi ti lasceremo tranquillo, io gli sarei grato. Ma forse io sono un idiota. Questo me lo avranno già detto e io non ho capito. «INVESITGATORE» Vita lij Sentalinskij Dal 1921 fino alla morte, nel '40, lo scrittore subì le attenzioni del dittatore sovietico, In «Il Maestro svelato» tutta la storia di una persecuzione VITTIMA Micha i I Afanas'evi Bulgakov, (Kiev, 15 maggio 1891 Mosca, 10 marzo 1940)

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ARTE E POTERE Le rivelazioni di Vitalij Sentalinskij Dossier, spie, censure Così l'ammiratore Stalin «internò» Bulgakov Luigi Mascheroni osa sìa la Lubjanka è noto: il palazzo, nella omonima piazza di Mosca, sede dei servizi segreti sovietici, dalla Ceka al GPU al NKVD fino al KGB e, oggi, FFSB. Cosa accadde lì dentro è altrettanto noto: interrogatori, torture e prigionia dei dissidenti del potere russo e sovietico, fin dal 1918, e in particolare nel periodo staliniano. Così come è noto che da lì passò anche il fior fiore della letteratura russa: Babel, Florensldj, il poeta Kljuev..., ognuno lasciandoci un segreto quale fu la fine di Mandel'stam? Quale fu la vera posizione di Gorldj verso Stalin una confessione, un manoscritto, un diario (come quello sequestrato a Bulgakov...). Già meno noto, invece, è che sul finire dell'era Gorbaciov, sull'onda della Perestrojka, uno scrittore e viaggiatore russo, Vitalij Sentalinskij, riuscì dopo inenarrabili difficoltà a costituire una Commissione per indagare sugli intellettuali che avevano subito la repressione staliniana, arrivando a mettere le mani sugli imponenti archivi con i dossier sugli scrittori e i poeti passati dalla Lubjanka. E cosa ci fosse dentro quei dossier testi di interrogatori, delazioni, deposizioni, registrazioni di autentici processi sommari, persino testi autografi degli autori incriminati e brani inediti delle loro opere lo abbiamo saputo solo quando Sentalinsldj ha iniziato la pubblicazione di una trilogia sulla sua epopea alla Lubjanka (da noi è uscito solo I manoscritti non bruciano, ne11994 da Garzanti). Offrendo all'occidente due cose: moltissime notizie inedite sulla storia della letteratura russa del '900 e una drammatica testimonianza sui rapporti tra l'arte e il potere. Ciò che invece fino a oggi era del tutto ignoto al lettore italiano, è il contenuto di uno dei dossier più corposi conservati alla Lubjanka, quello relativo a Michail Bulgakov, e che copre un ventennio: da poco dopo il suo arrivo a Mosca, nel 1921, fino a pochi mesi prima della morte, nel '40: anni di scrittura, di riunioni con amici letterati, di teatro, di delusioni, di pedinamenti da parte della polizia segreta, di soprusi, di minacce... Il tutto è raccontato da Luciana Vagge Saccorotti, studiosa di cultura russa e amica personale di Sentalinskij (che sarà a settembre in Italia, a Pordenonelegge), nel saggio Il Maestro svelato. Bulgakov esce dalla Lubjanka (Gammarò Edizioni, pagg. 174, euro 18). Ed eccoli, i segreti svelati. Innanzitutto si scopre che l'OGPu, la Direzione politica di Stato, inizia a sorvegliare Bulgakov, considerato scrittore «indipendente», cioè non allineato, oppure apertamente controrivoluzionario già nel '21, dopo un trafiletto su di lui apparso su una rivista critico-bibliografica: è l'apertura del dossier. Presto iniziano i pedinamenti. Poi le perquisizioni in casa (gli vengono sequestrati tre quaderni del diario, che gli saranno restituiti solo tre anni e mezzo dopo, e Sentalinskij trova alla Lubjanka una copia fatta per sicurezza dai servizi segreti!), viene chiusa la rivista su cui doveva uscire il romanzo La guardia bianca (considerato antisovietico), si passa agli interrogatori (il dossier contiene una breve biografia dettata sotto interrogatorio da Bulgakov nel '26), i suoi lavori teatrali iniziano a incontrare sempre più difficoltà quando è il momento di andare in scena, le opere letterarie vengono bloccate, le riunioni con gli amici scrittori spiate, i permessi di viaggio all'estero sempre negati... (Sentalinskij sembra pensare che gli anni vissuti in povertà e le censure sono tutte concause della morte prematura dello scrittore). Soprattutto, il materiale ritrovato lette- re intercettate, appunti dei sorveglianti, relazioni sui suoi discorsi nel teatro in cui lavora la luce sul rapporto ambiguo tr Bulgakov e Stalin. Il primo scrive in manie ra accorata e decisa direttamente al secondo. E il secondo, pur seguendo da vicino e apprezzando sopratutto i lavori teatrali dello scrittore, gioca con il primo come il gatto col topo: piccole aperture e poi divieti, avvertimenti e complimenti, improvvisi spazi di libertà e severe censure. Come tutti i poteri hanno fatto, sempre, con tutti i grandi artisti. Come scrive Sentalinskij: «L'opposizione al potere_ inumano e il dialogo con Stalin continuarono fino alla morte, e persino dopo, con la voce dei suoi eroi. Quando una volta Elena Sergeevna disse, a proposito di qualche manoscritto: "Di nuovo su Stalin?", il marito rispose: "Lo inserirò in ogni piéce"». .*il brano «Io, ridotto a un funzionario a cui pagano lo stipendio» Adesso, io sono un funzionario al quale hanno accordato un salario mensile e finché non mi cacciano mi devo accontentare. Scrivo il libretto di due opere, una storica e una sulla guerra civile. Se l'opera risulterà buona, la vieteranno segretamente, se sarà brutta, la vieteranno apertamente. Mi parlano tutti dei miei errori, ma nessuno parla del più importante: già dal 1929 al 1930 ho dovuto smettere di scrivere. Sembro un uomo che sale su un albero della cuccagna unicamente perché possano prenderlo per i pantaloni e tirarlo giù, per il divertimento di un pubblico ragguardevole. Mi si perseguita come nessuno è mai stato perseguitato: e dall'alto e dal basso e di lato. Ufficialmente non hanno mai vietato una sola delle mie pièce, ma arriva sempre in teatro qualcuno che improvvisamente consiglia di togliere dal repertorio la pièce, e subito la tolgono. E per dare a tutto ciò un carattere di obiettività, mi aizzano contro degli uomini di paglia. Pubblichiamo una dichiarazione di Bulgakov riportata da un delatore contenuta nel libro di Luciana Vagge Saccorotti Il Maestro svelato. Bulgakov esce dalla Lubjanka (Gammarò Edizioni). Nella storia del mio Molière una di queste persone era °lega che ha scritto sulla rivista del Teatro dell'Arte una condanna. Oleàa, che si trova in una situazione di marasma letterario, scrive tutto ciò che gli pare, a condizione che lo si consideri uno scrittore sovietico, che gli diano da bere e da mangiare e la possibilità di nascondere la sua vacuità artistica per un anno supplementare. Adesso non c'è nessun evento che mi interessi o mi agiti HAL fatto è che io non sono un cittadino con tutti i diritti e quindi non posso esprimere il mio giudizio. Io sono un sorvegliato che ha soltanto guardie di scorta. Qualunque cosa succeda nel Paese, il risultato di tutto ciò sarà la continuazione della mia vessazione. Sugli eventi spagnoli ho letto in tutto tre o quattro volte. Prenderanno Madrid e sarà una strage. E di nuovo se io trovassi ispirazione da questo tema e pensassi di scrivere qualcosa, non me lo permetterebbero comunque. Sulla Spagna può scrivere soltanto Afinogenov [noto drammaturgo, autore della pièce Salve, Spagna!, ndr], qualsiasi raffazzonatura del quale sarà celebrata. In essa troveranno altezze ideologiche. Ma se io scrivessi sulla Spagna, intorno griderebbero: ah! Bulgakov è felice che i fascisti abbiano vinto! Se qualcuno mi dicesse apertamente: Bulgakov, non scrivere più niente, ma occupati d'altre cose. Ricordati della tua professione di medico e cura la gente, e noi ti lasceremo tranquillo, io gli sarei grato. Ma forse io sono un idiota. Questo me lo avranno già detto e io non ho capito. «INVESITGATORE» Vita lij Sentalinskij Dal 1921 fino alla morte, nel '40, lo scrittore subì le attenzioni del dittatore sovietico, In «Il Maestro svelato» tutta la storia di una persecuzione VITTIMA Micha i I Afanas'evi Bulgakov, (Kiev, 15 maggio 1891 Mosca, 10 marzo 1940)

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