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venerdģ 10 giugno 2022  – ORE  19:00
Venerdģ 10 giugno alle ore 19 in radiovisione grande puntata di Stile italiano. Interverranno il regista Vito Molinari, l’attore Enrico Beruschi e, da Brusimpiano, le figlie di Liliana Feldmann con Marco Viale

di Massimo Emanuelli

Con Vito Molinari parleremo del suo libro La mia Rai, edito da Gammarò nel quale racconta la sua attività di regista. Come scrive Aldo Grasso nella prefazione del volume: “Vito Molinari è il regista che ha diretto la trasmissione inaugurale della televisione italiana, il 3 gennaio del 1954. Basterebbe questo per fare di lui uno dei padri fondatori della nostra televisione, per avere cambiato quel fatidico giorno, la nostra vita quotidiana, i nostri destini […]

Con il suo alto artigianato – che significa saper fare bene le cose, impegnarsi con coscienza professionale, dimostrare sempre uno spiccato senso del gusto –, Molinari ha vissuto l’intera evoluzione della regia televisiva, dalle fasi pionieristiche alle sperimentazioni seriali. E la sua qualità la si apprezza maggiormente oggi in un frangente storico in cui la regia televisiva è praticamente sparita, soffocata dalle rigide regole dei format e dalla sciatteria formale che attraversa quasi tutte le trasmissioni”

Vito Molinari è nato nel 1929 a Sestri Levante, in provincia di Genova. Nel 1953 partecipa al periodo sperimentale della televisione: il 3 gennaio 1954 dirige la trasmissione inaugurale della TV. Da allora è stato regista e spesso coautore di oltre 2000 trasmissioni tv di generi vari. Oltre che in televisione e in radio Molinari è stato attivo in teatro: ha diretto una sessantina di operette, spettacoli di prosa e di rivista in molte città italiane. È stato condirettore con Maner Lualdi del Teatro Sant’Erasmo a Milano. Ha diretto trecento Cinebox e cinquecento Caroselli (Carosello d’oro per Orologi Longines). Ha diretto collane di dischi di operette per Meazzi (1960); ha realizzato una storia discografica dell’operetta; ha ideato, scritto e diretto la serie di 60 dispense e i CD di Operette, Commedie musicali e Musicals per Fratelli Fabbri; 40 dispense e dvd sui Caroselli per il “Corriere della sera” e “Gazzetta dello sport”. Ha ottenuto i maggiori premi del settore. Ha scritto La vita è una barzelletta per Enrico Beruschi.

Enrico Beruschi è nato a Milano il 5 settembre 1941, consegue il diploma in ragioneria presso l’Istituto Cattaneo (lo stesso dove hanno studiato Giorgio Gaber, Cochi Ponzoni, Renato Pozzetto ed altri), quindi lavora per la Galbusera. Nel 1972 debutta al Derby Club di Milano grazie a Walter Valdi che lo convince ad esibirsi. Dopo quattro anni divisi fra il lavoro di vicedirettore commerciale della Galbusera e il cabaret nel 1976 Beruschi prende la decisione di dedicarsi totalmente allo spettacolo. Fra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80 spopola in televisione con Non stop, La sberla, Luna park, Drive in, Emilio, Sabato al circo. Parallelamente si esibisce in teatro, sarà proprio Vito Molinari a dirigerlo ne L’angelo azzurro. Nel 1979 partecipa al Festival di Sanremo con il brano Sarà un fiore. Nel curriculum di Beruschi c’è anche il cinema (diretto anche da Mario Monicelli e da altri registi. Si dedica quindi al teatro, all’operetta, spaziando in diversi generi non disdegnando la televisione (Elisa di Rivombrosa, Il giornalino di Gianburrasca). Fra i suoi spettacoli ricordiamo: Arrivivis, Tre sull’altalena, Giuditta, Molto rumore per nulla, Il rompiballe, Can can, Casa di bambola, La Presidentessa, Tutte le donne lo vogliono, Ora è possibile spegnere il computer, Verdi al tettuccio, con incursioni nel classico: Carlo Porta, Guareschi, Donizzetti, Offenbach. Beruschi sta riprendendo in teatro La vita è una barzelletta di Vito Molinari.

Quindi collegamento da Brusimpiano (Varese) con Marco Viale e le figlie di Liliana Feldmann, faremo alcune anticipazioni sugli eventi che si svolgeranno a Brusimpiano (Varese): mostra per i 45 anni di Antenna3 Lombardia con la partecipazione di alcuni protagonisti di quella storica emittente e premio Gigi Vesigna edizione 2022.

Vi aspettiamo venerdì 10 giugno alle ore 19 (in radiovisione) su Stazione Universo

per ascoltarci cliccate

https://www.mixcloud.com/live/stazioneuniverso/?fbclid=IwAR3lGqm6O7opKZ_OJXH0rjUEJ-OdUgkUZZGjw81cINdMh2F6tNZxCpTRW58

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venerdģ 10 giugno 2022  – ORE  19:00
Venerdģ 10 giugno alle ore 19 in radiovisione grande puntata di Stile italiano. Interverranno il regista Vito Molinari, l’attore Enrico Beruschi e, da Brusimpiano, le figlie di Liliana Feldmann con Marco Viale

Con Vito Molinari ed Enrico Beruschi la storia della televisione
Venerdģ 10 giugno alle ore 19 in radiovisione grande puntata di Stile italiano. Interverranno il regista Vito Molinari, l’attore Enrico Beruschi e, da Brusimpiano, le figlie di Liliana Feldmann con Marco Viale

di Massimo Emanuelli

Con Vito Molinari parleremo del suo libro La mia Rai, edito da Gammarò nel quale racconta la sua attività di regista. Come scrive Aldo Grasso nella prefazione del volume: “Vito Molinari è il regista che ha diretto la trasmissione inaugurale della televisione italiana, il 3 gennaio del 1954. Basterebbe questo per fare di lui uno dei padri fondatori della nostra televisione, per avere cambiato quel fatidico giorno, la nostra vita quotidiana, i nostri destini […]

Con il suo alto artigianato – che significa saper fare bene le cose, impegnarsi con coscienza professionale, dimostrare sempre uno spiccato senso del gusto –, Molinari ha vissuto l’intera evoluzione della regia televisiva, dalle fasi pionieristiche alle sperimentazioni seriali. E la sua qualità la si apprezza maggiormente oggi in un frangente storico in cui la regia televisiva è praticamente sparita, soffocata dalle rigide regole dei format e dalla sciatteria formale che attraversa quasi tutte le trasmissioni”

Vito Molinari è nato nel 1929 a Sestri Levante, in provincia di Genova. Nel 1953 partecipa al periodo sperimentale della televisione: il 3 gennaio 1954 dirige la trasmissione inaugurale della TV. Da allora è stato regista e spesso coautore di oltre 2000 trasmissioni tv di generi vari. Oltre che in televisione e in radio Molinari è stato attivo in teatro: ha diretto una sessantina di operette, spettacoli di prosa e di rivista in molte città italiane. È stato condirettore con Maner Lualdi del Teatro Sant’Erasmo a Milano. Ha diretto trecento Cinebox e cinquecento Caroselli (Carosello d’oro per Orologi Longines). Ha diretto collane di dischi di operette per Meazzi (1960); ha realizzato una storia discografica dell’operetta; ha ideato, scritto e diretto la serie di 60 dispense e i CD di Operette, Commedie musicali e Musicals per Fratelli Fabbri; 40 dispense e dvd sui Caroselli per il “Corriere della sera” e “Gazzetta dello sport”. Ha ottenuto i maggiori premi del settore. Ha scritto La vita è una barzelletta per Enrico Beruschi.

Enrico Beruschi è nato a Milano il 5 settembre 1941, consegue il diploma in ragioneria presso l’Istituto Cattaneo (lo stesso dove hanno studiato Giorgio Gaber, Cochi Ponzoni, Renato Pozzetto ed altri), quindi lavora per la Galbusera. Nel 1972 debutta al Derby Club di Milano grazie a Walter Valdi che lo convince ad esibirsi. Dopo quattro anni divisi fra il lavoro di vicedirettore commerciale della Galbusera e il cabaret nel 1976 Beruschi prende la decisione di dedicarsi totalmente allo spettacolo. Fra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80 spopola in televisione con Non stop, La sberla, Luna park, Drive in, Emilio, Sabato al circo. Parallelamente si esibisce in teatro, sarà proprio Vito Molinari a dirigerlo ne L’angelo azzurro. Nel 1979 partecipa al Festival di Sanremo con il brano Sarà un fiore. Nel curriculum di Beruschi c’è anche il cinema (diretto anche da Mario Monicelli e da altri registi. Si dedica quindi al teatro, all’operetta, spaziando in diversi generi non disdegnando la televisione (Elisa di Rivombrosa, Il giornalino di Gianburrasca). Fra i suoi spettacoli ricordiamo: Arrivivis, Tre sull’altalena, Giuditta, Molto rumore per nulla, Il rompiballe, Can can, Casa di bambola, La Presidentessa, Tutte le donne lo vogliono, Ora è possibile spegnere il computer, Verdi al tettuccio, con incursioni nel classico: Carlo Porta, Guareschi, Donizzetti, Offenbach. Beruschi sta riprendendo in teatro La vita è una barzelletta di Vito Molinari.

Quindi collegamento da Brusimpiano (Varese) con Marco Viale e le figlie di Liliana Feldmann, faremo alcune anticipazioni sugli eventi che si svolgeranno a Brusimpiano (Varese): mostra per i 45 anni di Antenna3 Lombardia con la partecipazione di alcuni protagonisti di quella storica emittente e premio Gigi Vesigna edizione 2022.

Vi aspettiamo venerdì 10 giugno alle ore 19 (in radiovisione) su Stazione Universo

per ascoltarci cliccate

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oggi
27/09/2024

Cronache del Diana

46
 

Di pornografia talvolta si parla, spesso con malizia o volgarità. Questo libro vuole dare uno spaccato nuovo, non a caso è scritto da “anonimo antropologo dilettante”. Ambientato in un cinema a luci rosse di una città di provincia, La Spezia, ma solo per caso, perché riguarda una realtà italiana viva fino a non molto tempo fa.

L’autore narra la sua esperienza di frequentatore di cinema porno, intima e intimistica, cercando soprattutto una chiave di lettura, senza necessariamente cercare risposte a domande, ma sempre con spirito criticamente curioso. Da antropologo, appunto. Un libro che è un po’ un’autobiografia e un po’ un saggio, senza essere autocelebrativo come molte autobiografie e senza essere noioso come quasi tutti i saggi.

Vedere un film porno al cinema significava, anche, socializzare perché, che piaccia o meno, il sesso è anche socializzazione. Oggi, che la pornografia è fruibile comodamente a casa propria, si è inevitabilmente persa anche questa dimensione. Il libro ci riporta anche a quei tempi, che sembrano lontani anni luce da oggi, oggi che un clic ci consente di avvicinarci a qualunque realtà, allontanandoci però sempre di più dalla vita. Quella vera. Questo libro profuma di vita vera.

Dall’introduzione: «C’è stato un tempo in cui il porno non veniva consumato alla stregua di un “solitario”, facendo clic su un personal computer nella nostra abitazione, ma compiendo lo sforzo di uscire di casa, raggiungendo il cinema, varcando l’ingresso, pagando un biglietto e calandosi con un po’ di circospezione in un ambiente che a suo modo costituiva parte integrante dell’antropologia urbana. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, nel quadro della complessiva crisi del cinema, e in linea con un’inesorabile tendenza nazionale, anche alla Spezia diverse sale si specializzarono nell’hard-core: il Cozzani, il Marconi, l’Odeon, l’Astra, frequentato fino a poco tempo prima da persone benestanti. Ricordo il titolare di una di quelle sale affermare sconsolato: «Se non proietti un film porno non puoi lavorare». Le volte che poteva, proponeva cartoni animati e sua moglie, tornata alla cassa, vedendo arrivare un cliente che accompagnava un bambino, si apriva a un sorriso. E il Diana, il locale di via Sapri, già cinema-teatro durante il fascismo, che nel dopoguerra, acquisita la nuova denominazione, aveva continuato a perseguire un target di livello medio-alto – fascia sociale abbastanza discriminante per lo studentello squattrinato che io ero nei primi anni Settanta – non sfuggiva a queste regole».


ANONIMO

A cura di Beppe Mecconi e Vanessa Isoppo

CRONACHE DEL DIANA

Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse

Pagine 144, prezzo 16 euro, in libreria dal 24 settembre

OLTRE EDIZIONI

I Curatori

Questo libro, di autore anonimo, è stato curato con grande delicatezza e affetto da Vanessa Isoppo e da Beppe Mecconi.

Vanessa Isoppo è psicologa-psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia dell’approccio centrato sulla persona. Già docente di Psicologia Generale all’Università di Genova, è specializzata inoltre in Problemi e Patologie Alcol-correlate e Scienze Criminologico-Forensi. Nata a Sarzana (SP), vive e lavora a Roma.

Beppe Mecconi è nato e vive nel Golfo dei Poeti. Pittore, scrittore, illustratore di libri per l’infanzia, sceneggiatore, autore e direttore di film-documentari, regista di teatro e recital musicali. Per 12 anni Presidente e Responsabile culturale del Museo paleontologico nel Castello di Lerici. Ha ricevuto dall’UNICEF il diploma ufficiale del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia. Recentemente è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana per meriti culturali e artistici.

Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse

Dal 24 settembre sarà in libreria "CRONACHE DEL DIANA - Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse" a cura di Beppe Mecconi e Vanessa Isoppo (Oltre edizioni). 

Di pornografia talvolta si parla, spesso con malizia o volgarità. Questo libro vuole dare uno spaccato nuovo, non a caso è scritto da "anonimo antropologo dilettante". Ambientato in un cinema a luci rosse di una città di provincia, La Spezia, ma solo per caso, perché riguarda una realtà italiana viva fino a non molto tempo fa. L'autore narra la sua esperienza di frequentatore di cinema porno, intima e intimistica, cercando soprattutto una chiave di lettura, senza necessariamente cercare risposte a domande, ma sempre con spirito criticamente curioso. Da antropologo, appunto. Un libro che è un po' un'autobiografia e un po' un saggio, senza essere autocelebrativo come molte autobiografie e senza essere noioso come quasi tutti i saggi. Vedere un film porno al cinema significava, anche, socializzare perché, che piaccia o meno, il sesso è anche socializzazione. Oggi, che la pornografia è fruibile comodamente a casa propria, si è inevitabilmente persa anche questa dimensione. Il libro ci riporta anche a quei tempi, che sembrano lontani anni luce da oggi, oggi che un clic ci consente di avvicinarci a qualunque realtà, allontanandoci però sempre di più dalla vita. Quella vera. Questo libro profuma di vita vera.

 

I CURATORI

Questo libro, di autore anonimo, è stato curato con grande delicatezza e affetto da Vanessa Isoppo e da Beppe Mecconi.

Vanessa Isoppo è psicologa-psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia dell'approccio centrato sulla persona. Già docente di Psicologia Generale all'Università di Genova, è specializzata inoltre in Problemi e Patologie Alcol-correlate e Scienze Criminologico-Forensi. Nata a Sarzana (SP), vive e lavora a Roma.

Beppe Mecconi è nato e vive nel Golfo dei Poeti. Pittore, scrittore, illustratore di libri per l'infanzia, sceneggiatore, autore e direttore di film-documentari, regista di teatro e recital musicali. Per 12 anni Presidente e Responsabile culturale del Museo paleontologico nel Castello di Lerici. Ha ricevuto dall'UNICEF il diploma ufficiale del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia. Recentemente è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana per meriti culturali e artistici.

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