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I libri Töpffer per data di pubblicazione
[titoli Oltre edizioni | titoli Gammarò edizioni | titoli Töpffer edizioni]
Data Pubbl.Titolo + Autorealtri formati
21/05/2024 Cittą e Futuro di AA.VV.
16/04/2024 Guglielmo Marconi e la Marina italiana di Silvano Benedetti
Storia di un legame indissolubile
01/02/2024 Km 21
di Nicola Sapio e Valerio Evangelista
Dove le ciliegie tacevano
ebook
28/11/2023 Tonia, che aveva un pettirosso nei capelli
27/11/2023 Luce tempo spazio
di Gaspare Polizzi - Francesco Tadini Silvano Fuso -
31/10/2023 Uova fatali
di Marco D'Aponte
19/09/2023 La flora preistorica
I giardini del Giurassico
di Enrico Caneva
19/06/2023 I proverbi della Signorina Celide di Beppe Mecconi
30/05/2023 Cartoline a Ponzone di Nello Rossi
Immagini ieratiche e immagini ottiche.
Riflessioni di un allievo di Ando Gilardi sulla rivoluzione dell’immagine fotografica
09/01/2023 L'acqua di AA.VV.
in ricordo di Pietro Greco
17/10/2022 Codex Rubens di M. D'Aponte - M. Hoėllard - N. Neau
11/09/2022 28 09 '22 di Beppe Mecconi
Lo Scoppio
01/07/2022 #IOnonESISTO di AA.VV.
Viaggio nel mondo dei disturbi alimentari
10/02/2022 Favole della Notte di Melina Scalise
09/11/2021 I piccoli aiutanti di Babbo Natale di Marzia Alessio
05/10/2021 Questo bambino speciale di Francesca Moroni
04/05/2021 Le avventure di Conni e Lori di Beppe Mecconi
04/05/2021 Il paesaggio di AA.VV.
Dialogo tra fotografia e parola
23/03/2021 Laneghč di Beppe Mecconi
Isola del Mar Tenebroso
07/11/2020 La sfilata di AA.VV.
L'anima viva delle borgate
10/10/2020 L'orologio di London Tower di Silvia Arfaioli - Maddalena Carrai
28/08/2020 L'albero di Roberto Besana - Pietro Greco
Dialoghi tra Fotografo e Scrittore
16/06/2020 Riomaggiore di Telemaco Signorini
20/04/2020 La mela perfetta di Susanna Varese - Francesca Alibani
ebook
20/04/2020 Don Chisciotte di Miguel de Cervantes - Giusi Rigoni
12/11/2019 Moby Dick di MM - Brucio
ebook
12/02/2019 Gli Uomini Renna di David Bellatalla
Tsaatan: i Signori della Taiga
13/11/2018 La notte che mio nonno pesco' Babbo Natale di Beppe Mecconi
ebook
01/09/2018 Il Polpo Campanaro di Beppe Mecconi
ebook
28/05/2018 Gli ultimi del mondo di AA.VV.
8 graphic novel
ebook
18/05/2018 Il Mito del Serpente di Giancarlo Costa
Paura e Seduzione
18/05/2018 Il racconto di una roccia di MM - Diego Fareri
ebook
08/05/2018 Tentativi di fuga di Brucio
ebook
08/05/2018 La strega delle bizze di Ilaria Bonuccelli - Tiziana Ricci
ebook
13/11/2017 La storia del Signor Jabot di Rodolphe Töpffer
ebook
13/11/2017 Luna e Bambina di Alice Parodi
ebook
13/11/2017 Medioevo bizzarro di Elisabetta Polezzo
ebook
13/11/2017 Amina e la foca monaca di Luciana Vagge Saccorotti
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01/09/2024

L'intervista a Carla Boroni

Se la cultura di questa città fosse un palazzo, lei sarebbe una delle colonne.
Professoressa e scrittrice, docente e saggista, Carla Boroni si spende da una vita fra libri e università, progetti e istituzioni. Spirito libero e pensiero indipendente, non per questo ha evitato di cimentarsi in avventure strutturate che comportano gioco di squadra e visione di prospettiva: laureata in pedagogia e in lettere, professore associato alla cattedra di letteratura italiana contemporanea (scienze della formazione) all’Università Cattolica nonché membro del Dipartimento di Italianistica e Comparatistica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha pubblicato articoli per riviste di critica letteraria e volumi che vanno da Ungaretti alle favole, dalla Storia alle ricette in salsa bresciana, variando registri espressivi e spaziando sempre.
Non a caso Fondazione Civiltà Bresciana non ha esitato a confermarla alla presidenza del suo Comitato Scientifico.
«Sono grata a presidente e vice presidente, Mario Gorlani e Laura Cottarelli - dice Carla Boroni -. Hanno creduto in me e insieme abbiamo formato questo comitato scientifico di persone che si danno molto da fare, ognuno nell’ambito della propria disciplina. Con loro è un piacere andare avanti, procedere lungo la strada intrapresa che ci ha già dato soddisfazioni. Con impegno ed entusiasmo immutati, anzi rinnovati».

Il Cda di Fcb ha riconosciuto il lavoro svolto a partire dalle pubblicazioni artistiche e architettoniche al Fondo Caprioli in avanzato stato di lavoro storico archivistico, da «Maggio di gusto» (sulle tradizioni culinarie nel bresciano), alla toponomastica, dal Centro Aleni sempre più internazionale alle mostre in sinergia con le province limitrofe, al riconoscimento della Rivista della Fondazione nella Classe A di molte discipline universitarie.
Attraverso una brescianità d’eccellenza e mai localistica siamo riusciti a coinvolgere le Università ma anche Accademie e Conservatori non solo cittadini, non trascurando quell’approccio pop che tanto fu caro al fondatore monsignor Antonio Fappani, con cui io e Sergio Onger iniziammo svolgendo un ruolo da direttori. Conferenze e iniziative, eventi e restauri, mostre e incontri, convenzioni e pubblicazioni: tanto è stato fatto, tanto ancora resta da fare.

Cosa vuole e può rappresentare Fondazione Civiltà Bresciana?
Tanti pensano che sia questo e stop, Civiltà Bresciana come indica il nome. In realtà noi a partire, non dico da Foscolo, ma da Tartaglia, Arici e Veronica Gambara, tutti grandi intellettuali che hanno lavorato per la città incidendo in profondità, cerchiamo di radicare al meglio i nostri riferimenti culturali. Dopodiché ci siamo aperti a Brescia senza remore.

Com’è composta la squadra?
Possiamo contare su tante competenze di rilievo. Marida Brignani, architetta e storica, si occupa di toponomastica. Gianfranco Cretti, ingegnere e storico cinese, del Centro GIulio Aleni. Massimo De Paoli, figlio del grande bomber del Brescia Calcio, storico dell’architettura, fa capo all’Università Statale di Brescia come Fiorella Frisoni, storica dell’arte, a quella di Milano. Licia Mari, musicologa, è attiva con l’Università Cattolica di Brescia come Simona Greguzzo con la Statale di Pavia quanto a storia moderna. Leonardo Leo, già direttore dell’Archivio di Stato, si occupa del Fondo Caprioli. L’esperto di enogastronomia è Gianmichele Portieri, giornalista e storico come Massimo Tedeschi, direttore della rivista della Fondazione. Massimo Lanzini, pure giornalista, specialista di dialetto e dialetti, prende il posto dell’indimenticabile Costanzo Gatta nel «Concorso dialettale» relativo ai Santi Faustino e Giovita.

Cosa c’è all’orizzonte adesso?
La priorità, in generale, è precisamente una: vogliamo dare alla brescianità un’allure di ampio respiro.
Al di là dell’anno da Capitale della Cultura, ad ampio raggio è in atto da tempo una rivalutazione, una ridefinizione della cultura di Brescia.
Io appartengo a una generazione che a scuola non poteva parlare in dialetto. Sono cresciuta a Berzo Demo e traducevo dal dialetto per esprimermi regolarmente in italiano. Mentre il dialetto a scuola era scartato, tuttavia, i poeti dialettali sono cresciuti enormemente, a partire da Pier Paolo Pasolini con le sue poesie a Casarsa.

Tanti anni di insegnamento: come sono cambiati gli studenti di generazione in generazione?
Checché se ne dica per me i ragazzi non sono cambiati tanto, anzi, non sono cambiati affatto. Sono quelli di sempre: se sentono che tu insegnante sei aperta nei loro confronti e li capisci davvero, ti seguono e la loro stima ti gratifica ogni giorno. Sono contentissima.

La chiave è l’apertura mentale?
Sì, sempre. Io vengo da un mondo cattolico privo di paraocchi, il mondo di don Fappani. Per esempio abbiamo fatto un libro con Michele Busi sui cattolici e la Strage: gravitiamo costantemente in un’area in cui non bisogna esitare a mettersi in discussione. Nel nostro Comitato Scientifico siamo tutti liberi battitori. Alla fine quello che conta è la preparazione, lo spessore.

Discorso logico ma controcorrente, nell’epoca di TikTok e della soglia di attenzione pari a un battito di ciglia.
Vero. All’università quando devo spiegare una poetica agli studenti propongo degli hashtag: #Foscolo, #illusioni, #disillusioni... Mi muovo sapendo di rivolgermi a chi è abituato a ragionare e ad esprimersi in 50 parole. Poi magari vengono interrogati e sanno tutto, ma devono partire da lì. I tempi cambiano e oggi funziona così.

Oggi a che punto è la Civiltà Bresciana, estendendo il concetto al di là della Fondazione?
Brescia ha sempre dovuto lottare, correre in salita, con la sua provincia così vasta e mutata nei secoli. Storia di dominazioni e resistenze, di slanci e prove d’ingegno. Adesso nella nostra Fondazione abbiamo persone di Cremona e Mantova, ci stiamo allargando, aprendo alle novità anche in questo senso. Così si può diventare meno Milano-centrici. Fieri delle nostre radici, ma senza paura di cambiare. Per crescere in un mondo che evolve rimanendo popolari. Per preservare la nostra cultura con lo sguardo proteso al futuro, sapendo che Brescia ha una grande qualità: può contare su una trasversalità di fondo a livello di rapporti intrecciati di stima che prescindono da ogni forma di appartenenza politica. Convergenze parallele virtuose che contribuiscono ad un gioco di squadra allargato.

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